
Ormai è storia nota quella che Amantea sia già, ma ancor più destinata a diventarlo, la città mondiale dei refusi.
Oggi alla città mondiale dei refusi cartacei si aggiunge un altro primato, quello di città mondiale dei refusi lapidei.
Ora la carta stampata ( delibere, determine, comunicati stampa, eccetera) diventa “obsoleta” facilmente, nel senso che viene quasi dimenticata ed allora non vale la pena correggerla( salvo che, come successo, non si tratti di un concorso poi corretto grazie ad un input esterno!)
Una targa lapidea, invece, può restare affissa per decenni, se non secoli.
Ed allora in questo caso deve essere corretta.
Ed infatti la vecchia targa posta a memoria del bombardamento nel lontano 27.02. 2003, e che era stata rotta da un camion che faceva manovra, è stata sostituita da una nuova.
Purtroppo come ormai consuetudine per Amantea la targa conteneva un refuso . Uno dei cognomi era sbagliato . Invece di scrivere “Del Giudice Tommaso“ era stato scritto “Del Giuduce Tommaso”
Eccola.
Ed ecco che l’amministrazione comunale, che non si era accorta dell’errore ( come avrebbe potuto e dovuto fare) ed aveva già fatto allocare la targa al muro, ha posto rimedio facendo realizzare una nuova targa immediatamente posta in opera.
Ve la presentiamo. Il nome questa volta è corretto “Del Giudice Tommaso“ e non più “Del Giuduce”
Non solo. Ma è stata corretta anche la data . Non più 27.02.2003 ma 21.02.2015.
In questo modo si saprà in ogni tempo chi l’ha collocata!.
Ovvio che di tal fatta la targa diventa una “nuova” targa apposta non più dopo 60 anni ma 72 anni dopo l’evento.
Ma ,sempre a proposito di refusi, non possiamo non segnalare che la targa contiene un evidente errore di italiano. Invece di usare il dativo viene usato il genitivo ( che ci azzecca direbbe Di Pietro) e quindi si corregge la data ed il cognome, ma si conserva la dicitura “ a 72 anni dell’avvenimento”.
Così nei secoli chiunque si chiederà chi sia stata mai quell’amministrazione che ordina , paga e lascia sul muro una targa palesemente sbagliata.
Ma un corso di italiano no? Magari accelerato.
Sante Mazzei, Concetta Veltri, Miriam Bruno e Sergio Ruggiero scrivono al sindaco Sabatino. Ecco il testo della “Interrogazione a risposta scritta”
“I sottoscritti Consiglieri Comunali, dopo una attenta valutazione delle condizioni in cui versa il Corpo di Polizia Municipale del nostro Comune, anche in considerazione dell’accadimento intimidatorio cui è stata vittima l’Agente Anna Montemagno, con la presente rivolge alla S.V. le seguenti domande:
-se, oltre alla convocazione del Consiglio Comunale del 23/02/2015 con il quale si è giustamente inteso manifestare la solidarietà della Città all’Agente Montemagno, sono state intraprese da parte dell’Amministrazione comunale concrete iniziative per migliorare le condizioni complessive in cui opera il Corpo di Polizia Municipale;
-se è a conoscenza del fatto che l’organico del nostro Corpo di Polizia Municipale è sottodimensionato rispetto ai carichi di lavoro e rispetto alle previsioni di Legge, anche in considerazione del fatto che altre due Unità lasceranno il Comando.
-se non ritiene che la sede fissa di lavoro attualmente utilizzata dal Corpo di Polizia Municipale risulti inadeguata e addirittura pregiudizievole rispetto all’espletamento della Funzione svolta;
-se non ritiene di dover dare velocemente corso al Concorso per la stabilizzazione degli Agenti di Polizia Municipale precari, per la copertura di n. 7 posti di Agenti di P.M. a metà tempo, per come previsto dalle relative delibere di Giunta Municipale tuttora vigenti;
-se non ritiene di porre in essere ogni iniziativa utile e risolutiva affinché le azioni legali poste in essere dai suddetti Agenti precari non determinino un grave danno economico per il nostro Ente, rispetto al quale i componenti della Giunta Comunale, probabilmente, rischierebbero di assumere la responsabilità personale per un eventuale danno erariale.
Considerata l’importanza dell’argomento, gli scriventi rimangono in attesa di un Suo cortese riscontro.”
Si tratta di una interrogazione che non resterà certamente priva di effetti politici e giuridici
Intanto per la provocatoria domanda se la sede del Comando di Polizia non sia da ritenersi “ inadeguata e addirittura pregiudizievole per l’espletamento della Funzione; sicuramente la maggioranza ricorderà che la domanda è quantomeno intempestiva visto che il comando è allocato in via degli Stadi ormai da tanti anni e tale scelta si appartiene alle amministrazioni precedenti;
Poi mentre la Giunta autorizza la assegnazione di due vigili ad altri comuni sostenendo che tale assegnazione “ non determina disfunzioni od inefficienze al servizio di polizia urbana” la interrogazione ex adverso ritiene “l’organico del Corpo di Polizia Municipale sottodimensionato rispetto ai carichi di lavoro e rispetto alle previsioni di Legge, anche in considerazione del fatto che altre due Unità lasceranno il Comando”.
E ci fermiamo qui....
Ma sembra , comunque, che si parli di due diverse città!
Un forte rumore ha svegliato stamattina i pochi abitanti di Catocastro.
Una casa del cinquecento è rovinosamente crollata ed ha anche danneggiato la struttura tubolare di sostegno del Collegio dei Gesuiti
Nessun ferito perchè ai primi segni premonitori risalenti al 27 febbraio 2008, più di sette anni fa, il comando di Polizia Municipale appose l’ordinanza che inibiva l’uso di alcune aree del centro storico.
Esisteva ,allora, un forte pericolo di crolli ed esiste ancora oggi.
Poi iniziarono i lavori di manutenzione del collegio gesuitico del 1600.
Lavori mai completati, anzi lavori che si sono fermati alla messa in opera di una faraonica struttura di tubi che avrebbe il compito di costituire un temporaneo momento di tutela del complesso.
Ora questo imponente crollo.
Viene giù un antico arco , ed insieme, la facciata di una casa cinquecentesca, un solaio e parte di un tetto.
Restano in piedi precariamente appesi al cielo due altissimi angoli della vecchia casa a tre piani
Dentro si vede un antico camino, bellissimo.
Ma le pietre ed i pezzi di muri hanno piegato parte dei tubi di sostegno del collegio gesuitico.
Non solo ma decine di mc di vecchie pietre hanno invaso la vecchia strada interna che portava i Monaci gesuiti dal ponte levatoio sul torrente Catocastro fino al collegio.
In questo modo le pietre hanno bloccato il flusso delle acque piovane costringendole a trovare altri percorsi ed incidendo sulla precaria stabilità di quanto è ancora rimasto in piedi.
Ma è tutto fortemente precario.
Grosse le lesioni di muri d’angolo, pronti a crollare.
Travi appese da un solo lato e pronte a piombare giù.
Muri interni tenuti da architravi supportati da porte precarie.
Il problema è che a fianco a queste mura appena crollate ci sono vecchi fabbricati appena restaurati in qualche modo.
Paura nei pochi abitanti del centro storico.
Timori nei proprietari delle poche antiche abitazioni.
Nei prossimi giorni è certa la presenza sul posto dei tecnici del comune per verificare se esista qualche pericolo per la tenuta della grande armatura di sostegno delle alte mura dell’antico collegio dei Gesuiti.
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