
Una convenzione che consente di mitigare il rischio derivante dal dissesto idrogeologico e di preparare al meglio la città in vista della stagione estiva.
Sulla base di questo scenario il sindaco Monica Sabatino, l’assessore al turismo Giovanni Battista Morelli e l’assessore all’ambiente Antonio Rubino hanno siglato con il Consorzio Valle Lao, presieduto da Davide Gravina, un particolare protocollo d’intesa che consente di dislocare otto dipendenti sul territorio nepetino. Nello specifico i lavoratori in questione si occuperanno della manutenzione e dell’abbellimento dei corsi fluviali e del decoro urbano. Verranno intraprese anche azioni specifiche per la riduzione delle aree a rischio frane che nel recente passato hanno provocato ingenti danni che vanno poi a ripercuotersi sul bilancio comunale. L’intero progetto è improntato alla prevenzione, nella consapevolezza che solo un’accorta gestione del territorio consente nel lungo termine una riduzione della spesa e del relativo impatto sul contribuente.
«Grazie a questo accordo – spiega il vice sindaco Giovanni Battista Morelli – ad Amantea sarà operativo un cantiere mobile che interverrà in diverse zone, seguendo un piano programmatico stilato di concerto con gli uffici tecnici comunali. Verranno effettuati interventi di manutenzione tra Amantea e Campora San Giovanni senza intaccare in alcun modo le casse municipali. Il personale, infatti, è stipendiato direttamente dal Consorzio Valle Lao con il quale ci auguriamo di poter collaborare anche nel prossimo futuro. L’agire sinergico tra i vari livelli istituzionali consente, in alcuni casi, di realizzare iniziative anche a costo zero. Si tratta soltanto di cogliere le opportunità e di avere la giusta lungimiranza dal punto di vista politico».
«Ecco perchè – prosegue Morelli –vorrei sottolineare il prezioso apporto fornito dal presidente del Consorzio Valle Lao Davide Gravina e dal consigliere Antonio D’Angelo che in tempi relativamente stretti hanno consentito il varo di questo importante protocollo d’intesa. Da alcuni giorni gli operai sono già al lavoro. In questa prima fase abbiamo destinato la massima attenzione ai corsi d’acqua presenti in città che necessitavano di pulizia e manutenzione. La primavera è la stagione delle piogge che con violenza si abbattono e flagellano la costa. Così facendo portiamo avanti un’opera di prevenzione di particolare importanza che mostrerà nel tempo i propri effetti benefici e che renderà più sicuro l’intero comprensorio. Da non sottovalutare neanche gli aspetti legati alla salvaguardia dell’ambiente che rappresenta un altro valore dal perseguire e rafforzare».
Comunicato comune di Amantea.
Lo abbiamo scritto insistentemente. “Cave statale” ! Lo ha detto la gente, lo hanno detto gli agricoltori, lo hanno detto alcuni amministratori.
Anche nei giorni scorsi in occasione della protesta per la mancata ricostruzione del Ponte sul Fiume Savuto si è ricordato il rischio che corre la SS18, in particolare, e non solo, nella zona tra Amantea e Falerna . Tutto inutilmente.
Ed infatti alla fine la statale 18 è crollata. Non ad Amantea, ma un po’ più avanti. Non per le onde marine ma per la pioggia.
Siamo nei pressi di Capo Suvero dove la SS18 si gemella con le ferrovie dello Stato
Entrambe le strutture sono dotate di sottopassi, ma mentre quello delle ferrovie regge le acque piovane , quello della statale , non regge e l’acqua invade la strada e ne erode il terreno di posa.
Il risultato è stato il crollo del guardrail, il crollo di parte della carreggiata, la chiusura della importante arteria, l’isolamento di un territorio. Una situazione molto grave perché i percorsi alternativi sono più complicati da sopportare per gli automobilisti ed in particolare per gli agricoltori.
Sul posto gli uomini dell’Anas che hanno provveduto a bloccare e deviare il traffico
Ora l’aeroporto è raggiungibile solo con la A3.
Di chi è la responsabilità? Ma di nessuno, ovviamente. E’ il tempo che ci condanna,ma in Calabria MAI nessuno ha colpe!
Beh! Certo che un sottopasso piccolo si chiude subito se l’acqua trasporta pezzi di alberi che nessuno toglie dagli alvei torrentizi che sono terreno di nessuno! Ed ancora tutto può crollare se nessuno ripara e manutenziona. In Calabria chissà perché solo nuove opere!
Abbiamo segnalato il rovinoso crollo di un fabbricato nel centro storico ed i danni alla struttura metallica che sostiene l’antico collegio dei Gesuiti
Una segnalazione preziosa, visto che con celerità i tecnici comunali si sono recati sul posto riportando nella ordinanza n 28 a firma del sindaco, la “manifesta evidente situazione di precarietà” da cui “ la grave situazione di pericolo per la incolumità delle persone” e rilevando anche “danni alle strutture in ferro dell’impalcatura di proprietà comunale a protezione della struttura denominata “Carceri”.
Tanto è vero che alcuni abitanti del centro storico hanno segnalato di avere trascorso una notte insonne per via del vento che faceva vibrare le travi precariamente sospese e cigolare la struttura tubolare.
La risposta dell’Amministrazione comunale si è orientata come in passato con la emissione della usuale ordinanza di inibizione all’accesso sui luoghi e con la solita ( salvo il caso specifico delle Case sciullate ) intimazione della messa in sicurezza, con avvertenza che in caso di inottemperanza provvederà direttamente l’ente con aggravio delle spese ai proprietari.
Non può sfuggire la riflessione relativa alla disposizione che “la messa in sicurezza consiste nella demolizione di tutte le parti pericolanti dell’immobile”
Basta una minima osservazione per capire che si tratta di demolire tutto quello che resta dell’antichissimo manufatto seicentesco ma che in tal modo si può creare una ulteriore condizione di pericolo per i manufatti laterali che mancherebbero del supporto di quanto da demolire.
Ma osservano i locali un problema sottovalutato è la mancata regimazione dell’acqua piovana che inibita dai crolli potrebbe trovare altri percorsi con emergenti condizioni di pericolo
Non solo ma resta sempre da chiarire come intervenire sulla struttura di sostegno del fabbricato seicentesco del collegio dei Gesuiti, ed il cui collasso potrebbe portare alla distruzione di una intera area del centro storico