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La sanità in Calabria è ”tuttappost!” Lo afferma Oliverio che accusa la stampa nemica
Mercoledì, 01 Agosto 2018 08:47 Pubblicato in CalabriaScrive Quicosenza.it Reggio Calabria “ Un caso che ha creato molto scalpore, che ha generato anche malumori intorno allo stesso governatore e che è stato al centro dei lavori ieri, dell’assemblea regionale nel corso della quale il presidente della Regione, Oliverio, ha reso noto il contenuto di un’informativa scritta e a lui inviata dal direttore generale dell’azienda ospedaliera di Reggio Calabria, Frank Benedetto.
Da questa si evince che “un paziente di sesso maschile era arrivato al Pronto soccorso del presidio Riuniti gia’ immobilizzato con il cartone sul luogo dell’incidente”, mentre per una paziente di sesso femminile “sono in corso ulteriori approfondimenti”.
Eppure sui social, tra i commenti, ci sono calabresi che giurano di aver visto con i loro occhi “ingessature” di quel genere e che raccontano di pratiche simili anche in altri ospedali.
Ma ieri dopo la bufera scatenata da quelle immagini Oliverio si è detto “preoccupato, leggendo gli organi di informazione” e ha chiesto subito un’informativa scritta al dg dell’azienda ospedaliera di Reggio, Frank Benedetto, che ha disposta un’indagine “interna”.
“Di questa informativa mi premeva informare, perche’ mi sembra giusto, il consiglio regionale e l’opinione pubblica per evitare che una rappresentazione, possibile non solo a Reggio ma in qualsiasi parte del nostro il Paese, e grave se fosse stata rispondente a verita’, possa alterare l’immagine di una struttura nella quale non si e’ verificato quanto si e’ illustrato nei giornali, o quantomeno – ha aggiunto Oliverio – non si e’ verificato, per come ci e’ stato detto nell’informativa, per responsabilita’ di quella struttura sanitaria”.
Prima dell’intervento del presidente della Regione, sulla vicenda si erano registrati alcuni passaggi da parte di alcuni consiglieri regionali come Fausto Orsomarso, Alessandro Nicolo’ e Carlo Guccione. In particolare, Guccione ha osservato: “Non penso che ce la possiamo prendere con il commissario Scura, ma piuttosto la responsabilita’ sta in capo al presidente della Regione del presidente della Regione e a chi il presidente della Regione ha nominato a dirigere quell’azienda.
Sulla sanita’ siamo a zero, anzi qualcuno rimpiange persino Scopelliti, perche’ – ha concluso Guccione – un presidente della Regione che non e’ in grado di farsi ascoltare da un governo amico sulla sanita’ resta un problema di cui questa maggioranza paghera’ un prezzo salatissimo”.
Strano che addirittura il ministro della Salute, Giulia Grillo sia caduta nella ‘trappola mediatica’ se di questo si tratta.
Eppure c’e’ un secondo caso “sospetto” su cui la direzione generale dell’ospedale di Reggio Calabria, nel cui pronto soccorso sarebbero state praticate fasciature ortopediche di fortuna, intende fare luce”.
A comunicarlo sempre il direttore generale dell’azienda ospedaliera, Benedetto, nell’informativa redatta per il presidente Oliverio:
“Sono in corso ulteriori approfondimenti – scrive – relativi ad un’altra paziente O.G. pervenuta in Pronto Soccorso il 30 luglio 2018 alle 7:11”. La donna e’ stata soccorsa sul luogo dell’incidente dal 118, dove, precisa il manager, le e’ stato applicato “un tutore con anima di metallo (non radiotrasparente)”.
Giunta al Pronto Soccorso alle 7,11, la donna e’ stata visitata alle 7,16 in codice verde. “Considerata la necessita’ di sottoporre ad indagini radiografiche la paziente, si inviava la stessa in radiologia – scrive Benedetto – con immobilizzazione provvisoria di cartone e radiotrasparente. Successivamente alle radiografie effettuava consulenza ortopedica nell’ambito della quale veniva rimosso l’immobilizzazione provvisoria di cartone e veniva applicata valva gessata di posizione e quindi rinviata al Pronto Soccorso da dove veniva ricoverata alle 9,42 ed e’ tutt’ora degente”.
Poi Benedetto, finito nella bufera vuole puntualizzare che l’unita’ di ortopedia “è operativa H24 con 30 posti letto di ricovero, con l’aggiunta di 2 unita’ reperibili per le urgenze nelle ore notturne. Si fa inoltre presente – scrive – che le risorse umane utilizzate debbono far fronte a tutte le necessita’ ortopediche afferenti a tutta la provincia di Reggio Calabria Le precisazioni – aggiunge – sono relative al fatto che mentre la notizia fa clamore, com’e’ giusto, mesi di lavoro, molto spesso silenzioso, hanno determinato un cambiamento strutturale all’interno dell’ospedale. Questo lascia parecchia amarezza sul momento, ma non riduce, anzi aumenta – assicura – la determinazione a proseguire il lavoro intrapreso. Il miglioramento degli ultimi tre anni e’ sotto gli occhi di tutti, degenti ed operatori. I numeri, che sono piu’ testardi delle opinioni e degli scoop di un giorno – scrive ancora – certificano la situazione e quanto fatto da questa direzione negli ultimi tre anni”.
Le autorità cinesi accusano la seconda azienda nazionale produttrice di vaccini di aver falsificato i certificati di 256mila dosi.
15 gli arresti fino ad ora ma lo scandalo potrebbe scuotere anche la politica cinese
Nel 2008 in Cina lo scandalo del latte alla melanina provocò la morte di sei bambini e ne mandò in ospedale almeno 300mila. All'epoca la vicenda venne coperta dalle aziende responsabili e scoppiò solo quando il governo capì che la situazione stava sfuggendo di mano.
Arrivarono condanne a morte e nessuno dimenticò. Dal 2010 a oggi almeno altri tre scandali riguardo i vaccini hanno intaccato non poco la fiducia cinese nella sanità, su cui ha inciso anche il modo in cui in passato è stata gestita l'emergenza Sars.
E adesso una nuova vicenda rischia di fare tremare polsi a manager, dirigenti e, forse, anche a qualche funzionario di rilievo.
I fatti sono i seguenti: la società Changchun Changsheng bio-tech - Chansheng significa "lunga vita" e l'azienda è la seconda produttrice nazionale di vaccini - con sede a Jilin avrebbe venduto 256mila vaccini difettosi al Centro di prevenzione e controllo dello Shandong. Le indagini avrebbero dimostrato che l'azienda avrebbe falsificato i dati di produzione e di controllo del farmaco. Non sarebbe la prima volta, purtroppo, e potrebbe non essere una procedura solo della società in questione.
Il premier Li Keqiang ha subito chiesto una indagine rigorosa, perché i responsabili hanno messo a repentaglio la vita delle persone. I media cinesi hanno bollato il caso come un rischio per la sanità statale cinese, mentre il presidente Xi Jinping ha definito la vicenda «esecrabile»
Non si sa ancora quanti bambini siano stati vaccinati con i prodotti difettosi, né quali potrebbero essere le conseguenze. Al momento si parla di una multa di 500mila dollari circa, mentre il boss dell'azienda, Gao Junfang, e altri quattro dirigenti sono già stati fermati per interrogatori. Gli arrestati in totale sarebbero quindici. Per loro non si profila un futuro roseo: sia il leader Xi Jinping, sia il premier Li Keqiang hanno già chiesto pene esemplari.
La società incriminata, per altro, aveva già avuto problemi in passato ed era stata condannata nel 2017 a pagare una multa di 282 mila dollari e alla confisca i 859 mila yuan di beni, risultato delle vendite di un vaccino per difterite, pertosse e tetano che è stato definito "scadente e non in grado di soddisfare lo standard di immunità".
Secondo le nuove accuse la società avrebbe messo in vendita vaccini antirabbia senza alcuna procedura di sicurezza per la salute. Il premier cinese Li Keqiang ha invitato le autorità competenti «ad indagare per scoprire la verità il prima possibile e a punire chiunque sia coinvolto», mentre il governo ha revocato il certificato di produzione e vendita alla Changsheng, le cui azioni sono crollate in borsa. L'azienda farà una brutta fine.
La novità di questo ennesimo scandalo è che sia stato reso noto proprio dalle autorità al termine di indagini sugli standard richiesti alle aziende che producono vaccini. Come in altre occasioni, lo sdegno popolare è stato clamoroso ed espresso, ormai e soprattutto, via internet ma le autorità cinesi sembrano aver denunciato fin da subito i problemi, colpendo immediatamente l'azienda responsabile.
Lo scandalo, però, rischia di avere conseguenze politiche. Innanzitutto è un duro colpo per chi controlla a livello nazionale la qualità dei farmaci. Il regolatore – dal canto suo - ha comunicato tramite una nota che controlli a carico di Changsheng Biotechnology Co. hanno riscontrato la falsificazione dei registri di produzione e di quelli di ispezione e controllo dei vaccini, oltre alla modifica arbitraria dei processi e della strumentazione per la produzione del farmaco: tutte violazioni definite "gravi" dal regolatore.
In un documento presentato nei giorni scorsi alla Borsa di Shanghai, l’azienda ha avvertito che sospendere la produzione del farmaco avrebbe un impatto significativo sulle proprie finanze e che alcune agenzie regionali cinesi per il controllo delle malattie hanno già interrotto la produzione di altri suoi vaccini.
Già nella giornata di venerdì, il titolo di Changsheng Biotechnology Co. aveva ceduto oltre il 10%. Un editoriale pubblicato dal quotidiano China Daily ha avvertito inoltre dei rischi che il caso può assumere, se non verrà gestito in maniera ragionevole e trasparente. "Il governo deve agire prima possibile e riferire al pubblico di aver gestito la questione e punito senza pietà tutti i responsabili", ha scritto il quotidiano. "Chi osa violare la linea di fondo (etica) producendo vaccini scadenti, o addirittura finti vaccini, deve ricevere le più gravi sanzioni previste dalla legge".
Nella serata di sabato, anche l’agenzia di stampa Xinhua ha pubblicato un editoriale di denuncia pubblica del caso, a dimostrazione della gravità dello scandalo percepita dall’opinione pubblica, mentre sul web l'hashtag #Changsheng, prima bloccato, è stato infine liberato, permettendo ai cinesi di sfogare tutta la propria frustrazione contro l'azienda. Oggi però la parola "vaccini" sembra essere di nuovo censurata sui social.
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L‘Associazione Fiorenza comunica l’ apertura dell'evento Miss Amantea 2018
“Anche quest’anno sono aperte le iscrizioni all’edizione 2018 di Miss Amantea.
La quindicesima edizione dello storico evento si terrà come di consueto il 14 agosto nella splendida location del lungomare di Amantea. Miss Amantea è oramai un evento che negli ultimi anni ha sempre fatto registrare un crescendo di presenze grazie ad un format che nel tempo si è saputo innovare.
Ed anche quest’anno – annuncia Piero Maione, patron dell’evento – ci saranno delle novità importanti che hanno il solo scopo di intrattenere il pubblico e coinvolgerlo al meglio.
Non solo bellezza dunque ma anche alta moda con le immancabili sfilate di abiti da sposa e poi intrattenimento con balletti e cantanti.
E’ da rilevare – spiega Maione – come Miss Amantea sia rimasto uno dei pochi eventi che si è mantenuto ed anzi è cresciuto nonostante la crisi economica degli anni scorsi e più recentemente i problemi di dissesto del Comune.
Questo è avvenuto perché l’evento ha sempre prestato molta attenzione alla visibilità degli sponsor che nel tempo ci hanno sempre sostenuto senza indugio ed hanno permesso la realizzazione della manifestazione.
Quest'anno abbiamo voluto introdurre la valorizzazione del territorio con la scelta di una location, quest’anno abbiamo scelto gli scogli di Coreca, che oltre a fare da sfondo a tutti i nostri manifesti sarà valorizzata durante la serata con uno slide di foto e sarà sede di una ricca galleria fotografica con la vincitrice dell’edizione 2018.
In quest’ottica va anche la partnership con l’associazione commercianti di Vivi Amantea i quali rappresentano una risorsa insostituibile in questa delicata fase di gestione amministrativa di Amantea.
Siamo certi – conclude Maione – che la collaborazione fra le diverse associazione del territorio che lavorano sinergicamente tra di loro possono fare la differenza.
Tornando alla manifestazione si ricorda che già da alcuni giorni sono aperte le iscrizioni che come di consueto possono essere fatte sul sito ufficiale www.missamantea.com o presso i tre punti di iscrizione sul territorio quali: Noi Sposi sulla SS18 a Campora S.Giovanni, La Casa di Venere in via Libertà 64 ad Amantea e presso Mademoiselle Hair & Beauty in Corso Vittorio Emanuele II, 81 sempre ad Amantea.
Tutti i regolamenti sono disponibili sul nostro sito.
Associazione Fiorenza
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