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Redazione TirrenoNews

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Sabato sera ho ricevuto una telefonata con la quale mi veniva chiesto se ero a conoscenza del fatto che a quell’ora era chiuso il cancello che permetteva di giungere alla chiesa di San Francesco d’Assisi per la cui manutenzione, messa in sicurezza e visitabilità sono stati spesi ben 2 milioni di euro.

La telefonata giungeva da un conoscente che stava accompagnando sulla collina del castello un gruppo di amici che voleva anche godere del panorama di Amantea di notte.

Ho risposto che la vicenda era già nota ma che dopo qualche articolo sembrava che questa “oscenità” fosse finita

Ed invece, evidentemente, non era così.

Mi è stato anche chiesto se mi risultasse che almeno fosse aperto l’altro accesso, quello dal Palazzo Mirabelli.

Ho dovuto rispondere di no, che mi risultava chiuso, ed ho anche detto che come espressamente dettomi, la famiglia Alfano, proprietaria dei ruderi della antica casa Bonavita ( l’ultima prima del pianoro che ospita la antica chiesa di San Francesco), quella con il bellissimo camino quattrocentesco ( il più bello di tutta Amantea) non c’entrava niente con questa chiusura e che anzi ne sollecitava la apertura.

In sostanza era inutile provare dall’altra parte.

Sono stato sollecitato ( perché proprio io, poi, e non l’amministrazione o la minoranza, ambedue assenti al problema della reale conoscenza –onde il suo sviluppo- del centro storico, dei beni culturali, non è dato sapere) e stamattina ancora una email per sapere se avessi fatto qualcosa.

Allora è necessario che io ponga amministrazione comunale qualche domanda:

  1. Perché il cancello viene chiuso impedendo così di godere anche del bellissimo panorama notturno della piana di Amantea?
  2. Chi lo ha deciso e con quale atto e sulla base di quale logica, considerato che le chiese sono invece aperte?
  3. E poi perché lungo il sentiero di accesso alla chiesa ci sono le luci, se poi di sera si chiude il cancello?
  4. E se qualcuno salendo di giorno fosse salito fino alla chiesa, od alla torre civica, od al castello come farebbe ad uscire?
  5. Ma davvero si pensa di fare turismo e cultura in questo modo?

Stamperò questo articolo, lo firmerò, lo protocollerò, aspetterò la risposta dell’amministrazione ( che ovviamente pubblicherò) e lo invierò ai turisti che non sono potuti accedere alla chiesa di San Francesco.

Amantea 3.9.2018                                                                 Giuseppe Marchese

Tre cinesi arrestati per spaccio della micidiale shaboo

Lunedì, 03 Settembre 2018 10:45 Pubblicato in Mondo

Maxi sequestro di shaboo a Milano: 800 grammi per un valore di 120 mila euro

E' stato compiuto dalla polizia locale. Tre pusher arrestati, sono 70 dall'inizio dell'anno

 

 

Tre arresti e il sequestro di 800 grammi di shaboo, una quantità molto ingente visto che per "sballarsi" con questa sostanza è sufficiente un decimo di grammo.

E' il bilancio dell'operazione condotta a Milano dall'unità di contrasto stupefacenti della polizia locale.

Tutto è successo a partire dalle sei di pomeriggio del 27 agosto in via Racconigi, a Niguarda, quando gli agenti hanno notato la presenza di una Fiat Punto nera, a loro già nota.

Gli operanti hanno quindi deciso di seguirla a debita distanza.

Durante il pedinamento si sono imbattuti in un'altra auto, una Jaguar, da cui è sceso un uomo con un cuscino nero in mano.

Questi è entrato in uno stabile e, poco dopo, è tornato in strada con altri due uomini. Gli agenti (che erano in borghese) sono quindi intervenuti.

I tre avevano circa 50 grammi di shaboo divisi in tre bustine, oltre a 200 euro e alle chiavi di un appartamento dello stabile, che sulle prime erano state nascoste sotto un sedile della Jaguar.

La perquisizione si è quindi spostata in casa, dove all'interno del cuscino nero portato su dal primo uomo sono stati trovati 750 grammi di shaboo e oltre mille euro in contanti. In casa, poi, altri 500 euro e il materiale per confezionare la droga. Inevitabile l'arresto dei tre (tutti di origine cinese) per spaccio di droga. Gli 800 grammi di shaboo sequestrati valgono, sul mercato, circa 120 mila euro.

Dall'inizio del 2018 la polizia locale - diretta dal comandante Marco Ciacci - ha sequestrato circa 1.800 grammi di shaboo e arrestato 70 "pusher"

Marcello Amendola, 59 anni, emigrante ritornato in Italia, era preoccupato per la presenza di un albero posto nel suo terreno e che sarebbe potuto cadere sui vicini binari delle ferrovie.

E così ha deciso di tagliarlo.

 

Purtroppo stando a quanto sembra una parte dell’albero sarebbe caduta sui binari.

Ancora più preoccupato per le possibili conseguenze sembra abbia provato a rimuovere la parte caduta.

Nei pressi infatti è stata trovata una motosega.

Potrebbe essere stato il rumore di tale attrezzo a non fargli percepire il treno in arrivo e così di salvarsi allontanandosi .

Sembra anche che la posizione molto vicina dell’uomo ai binari sarebbe stata la causa della sua morte.

Il treno potrebbe averlo risucchiato o spinto fortemente .

Sono stati i congiunti alcune ore dopo ad andare sul posto del taglio dell’albero scoprendo la sua morte.

Sembra che il treno non si sia fermato.

Probabilmente il macchinista non si è accorto dell’evento.

Sul posto della Stazione di Fiumefreddo Bruzio.

Il 118 dell’Ospedale civile “San Francesco di Paola” non ha potuto far null’altro se no constatere il suo decesso.

I primi rilevi sono stati effettuati sul luogo della tragedia dagli agenti della Polizia Ferroviaria di Paola, di concerto con i Carabinieri, con il coordinamento della Compagnia carabinieri di Paola.

Il traffico ferroviario ha subito notevoli ritardi, soprattutto nel tratto compreso fra Amantea e San Lucido Marina.

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