
Redazione TirrenoNews
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Pacchero D’Argento 2018. Cerimonia di consegna del premio
Mercoledì, 05 Settembre 2018 07:11 Pubblicato in CalabriaSarà ancora una volta la città di Paola, la città di San Francesco, ad ospitare la cerimonia di consegna del Pacchero d’Argento, il riconoscimento ideato da Salvatore Magarò, già presidente della Commissione regionale contro la ‘ndrangheta, oggi leader dell’Associazione Più di Cento – Tana per la legalità.
La IX edizione si svolgerà giovedì prossimo 6 settembre con un parterre d’eccezione: interverranno il Prefetto di Cosenza Paola Senatore, il Questore Giovanna Petrocca, il Comandante Provinciale dei carabinieri Piero Sutera, il comandante provinciale della guardia di finanza Marco Grazioli.
La manifestazione sarà introdotta dai saluti del sindaco di Paola Roberto Perrotta e di Giovanni Marzullo, portavoce dell’Associazione Più di Cento.
Per l’edizione 2018, per il loro impegno nel contrasto alla criminalità organizzata e alla illegalità, saranno premiati Mons. Vincenzo Bertolone, Arcivescovo di Catanzaro e presidente della Conferenza Episcopale Calabra, il magistrato Giovanni Bombardieri, procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, il giornalista Paride Leporace, direttore della Lucana Film Commission, Francesca e Giovanni Gabriele, genitori del piccolo Dodò, vittima innocente di ‘ndrangheta.
La serata sarà intervallata dalla musica del M° Giorgio Di Stilo e della sua band.
Il pacchero d’argento è realizzato ed offerto dalla gioielleria Carillon di Castiglione Cosentino.
La manifestazione, sostenuta dalla Banca di Credito Cooperativo Mediocrati, si svolgerà in Piazza del Popolo con inizio alle ore 20.30.
3 settembre 2018
Le foto si riferiscono alla edizione 2017
Praia a Mare. Ex Marlane. Alla ricerca della verità!
Martedì, 04 Settembre 2018 13:35 Pubblicato in Alto TirrenoRiceviamo e pubblichiamo:
“Il prossimo 5 settembre, per incarico della Procura di Paola, nell’ambito del nuovo processo in cui risultano imputati a vario titolo 7 ex dirigenti del Gruppo Marzotto per aver omesso con le loro condotte di proteggere i dipendenti dello stabilimento dai rischi da contatto con sostanze altamente nocive per la salute cagionando il decesso e lesioni gravissime di 38 dipendenti, si svolgeranno i campionamenti sul sito ex Marlane di Praia a Mare comprensivo delle strutture edilizie, impiantistiche, delle acque e cunicoli sotterranei e dei terreni, inclusi quelli ceduti al Comune di Praia a Mare.
Scopo dei periti incaricati dal GIP, supportati dai tecnici per l’esecuzione delle perizie probatorie ed in coerenza al Piano delle Indagini, è di accertare se nell’area interessata dall’attività produttiva del gruppo Marzotto e già prima di proprietà del gruppo Rivetti e poi Eni/Lanerossi, vi siano evidenze di contaminazioni (polveri, sedimenti, fibre, incrostazioni, ecc…) ed in quale concentrazione e se tale da aver generato rischi sanitari per i lavoratori operanti nel sito in cui fra decessi e insorgenza di lesioni neoplastiche sono stati denunciati oltre 150 casi.
Per la CGIL regionale e territoriale, già parte civile nel primo processo, la data del 5 settembre in cui si effettueranno i nuovi campionamenti, è una data risolutiva ai fini dell’accertamento definitivo delle responsabilità aziendali di quelle morti che pesano sulla memoria del lavoro dell’intera regione e che non possono andare in prescrizione o perdersi tra le maglie della giustizia o di interessi particolari.
L’enorme mole di documenti, analisi e studi prodotti nei lunghi anni di inchiesta e nel dibattito processuale, evidenziavano già allora con potenza scientifica e la forza testimoniale dei lavoratori, i rischi per la salute a cui sono stati esposti per lunghi anni i lavoratori ad una quantità di sostanze chimiche altamente tossiche fra cui coloranti azotici rilascianti per scissione ammine aromatiche già riconosciute cancerogene dall’O.M.S. dal 1964.
Inoltre, dagli atti processuali emergevano le palesi omissioni aziendali sulle norme per la prevenzione degli infortuni e la sorveglianza sanitaria dell’ambiente di lavoro già in vigore dagli anni ’50 oltre che, le modalità illecite di smaltimento dei rifiuti e dei fanghi prodotti dal ciclo industriale cui erano chiamati gli stessi lavoratori ed a cui esposte anche le comunità limitrofe e per cui occorrerà dare subito garanzie sull’azione di bonifica dell’intera area coinvolta per restituirla a validi progetti di investimenti produttivi per l’intero territorio.
Per la CGIL occorre ripartire dalle tante verità emerse nel primo processo ed ancora utili ai fini processuali. Si è certi che la Procura di Paola saprà far tesoro dell’incidente probatorio per rafforzare quelle verità e concorrere a mettere un punto fermo sulle condotte colpose poste in essere nella ex Marlane. Sarebbe insopportabile cancellare con un colpo di spugna ed una manciata di euro risarcitori la memoria di quelle vite ed il dramma delle loro famiglie.
Pur ricordando quanto la Marlane di Praia a Mare sia stata per lunghi anni opportunità occupazionale per le quasi 1.200 unità lavorative assunte sin dalla sua apertura, è pur vero che ad oggi rappresenta una delle pagine più dolorose del fallimento delle velleità industriali calabresi e, ancor più, una pagina luttuosa per la scia di dolore provocata da morti, malattie e veleni che si è portata dietro.
La CGIL proseguirà la sua azione per rappresentare la voce di quanti rivendicano verità sino in fondo su quelle morti e per questo è pronta a ricostituirsi parte civile nel nuovo processo: non c’è futuro per il territorio che possa reggersi senza fare i conti con la dignità e la memoria del lavoro e delle sue vittime le cui responsabilità non possono rimanere impunite.
Lì 3.09.2018 CGIL Calabria CGIL Comprensorio Pollino Sibaritide Tirreno
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Ancora misteri inquella storia di Amantea ancora tutta da scoprire.
Lunedì, 03 Settembre 2018 21:02 Pubblicato in Primo PianoNoi siamo certi di non conoscere che una piccola parte della grande storia della nostra Amantea.
E devo dire che proviamo un misto di gioia, insoddisfazione e grande rabbia ogni volta che ne scopriamo, spesso casualmente, un nuovo pezzo.
È successo recentemente , nel quartiere di Catocastro.
Qui molto casualmente abbiamo trovato alcuni pezzi di colonne di marmo scanalate e non.
Diversi pezzi.
Alcuni più grandi( come quello nella foto), uno di diametro minore e tutti di marmo bianco.
E poi diversi pezzi di marmo grigio scuro di diametro ancora inferiore.
Di alcun valore reale sono invece immensamente importanti per leggere quella parte di storia cittadina non ancora scoperta.
Sospettiamo ( ad altri ben più qualificati di me di certificarlo) che si possa trattare dei primi ed unici resti della antica Chiesa di Santa Maria della Pinta se non della chiesa di Santa Maria della campana e Campana che si sospetta fosse presente in quel di Catocastro ma sulla cui esatta localizzazione esistono diverse supposizioni.
Ne parla Enzo Fera nella sua Opera “Amantea. La terra, gli uomini, i saperi”
Una delle distinte o meno localizzazioni potrebbe essere confermata proprio dal rinvenimento , per ora unico, dei diversi pezzi di colonne di marmo.
Di tale rinvenimento diamo notizia pubblica nella speranza che questa amministrazione comprenda la urgente necessità di sfruttare la nostra meravigliosa storia ponendola in evidenza con musei, testi e quant’altro, tutte cose utili a promuovere Amantea, la ancora attuale “Perla della storia del Tirreno Cosentino”
Temiamo però che Amantea non avrà mai la tanto invocata ( da noi e pochi altri) biblioteca storica, l’unica capace i far conoscere al mondo la grandezza di questa città.
Così come temiamo che il castello , la torre civica e quanti altri monumenti amanteani crolleranno nel mentre gli amministratori studieranno come fare per salvarli.
Peccato non avere amministratori che amino la “loro” città!
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