
Redazione TirrenoNews
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Niente biblioteca ma il comune difende la pinacoteca all’aperto
Giovedì, 06 Settembre 2018 20:24 Pubblicato in PoliticaChe nessuno si lamenti ad Amantea, per favore.
Vi ricorderete che il Palazzo Florio ha mostrato cedimenti a balconi e facciata
E cosi per tutelare la sicurezza di cittadini e turisti il comune, come richiamato nella delibera di giunta n 107 del 29 agosto, ha fatto eseguire una recinzione in legno, una tecnica che sopperisce alle carenze di coloro che sono tenuti alla manutenzione dei manufatti privati.
Invocabile da chiunque si trovi nelle medesime condizioni e da chi abiti nei pressi e rischi per la possibile caduta di calcinacci ed altro.
Poi l’Associazione commercianti ha chiesto la autorizzazione al comune, nella qualità di proprietario della recinzione, di abbellirla
Sono stati chiesti gli interventi pittorici di Salvatore Tonnara, Pedrito Bonavita, Francesco Magli, con l’aiuto di Giancarlo Strano e Francesca Montuoro
Ora sempre con la citata delibera 107 del 29 agosto il comune ha dato mandato di creare un corridoio riservato esclusivamente ai pedoni nella parte antistante la recinzione “ che consenta il collegamento (?) in condizioni di sicurezza al fine di rafforzare il divieto di sosta fuori dagli spazi preesistenti”
La giunta ha demandato al comando di Polizia Municipale di dare “comunicazione alla società affidataria dei parcheggi e all’adeguamento della segnaletica orizzontale e verticale per come previsto”.
Molto strano che si chieda alla detta società di assumere gli oneri sopra richiamati che non possono appartenere alla medesima , a meno che non si pensi di estendere l’affidamento dell’incarico delle Strisce blu
Ancora più strano che si pensi alla tutela della pinacoteca all’aperto e non alla riapertura della biblioteca civica.
Chissà se l’Associazione commercianti non voglia farsene carico!
Su ragazzi un po’ di attenzione alla cultura!
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Amantea. Ciclista tamponato da un’auto vola in aria
Mercoledì, 05 Settembre 2018 22:36 Pubblicato in Economia - Ambiente - EventiErano quasi le otto quando un ciclista cinquantenne che procedeva su via Dogana, esattamente nel tratto tra Via Margherita e via della Libertà, e nella medesima direzione, è stato tamponato da un’auto.
Era una delle poche biciclette che andava nel senso previsto dalla segnaletica e non, come capita molto spesso, in senso contrario.
Non solo ma, come si nota dalla foto, era una delle poche biciclette che aveva perfino le luci accese, comprese quelle posteriori.
Si può ritenere che si sia trattato di un momento di distrazione, salvo che il ciclista non si sia fermato improvvisamente.
Ma la verità la accerteranno gli inquirenti.
Un congiunto, comunque, ci ha riferito che la investitrice gli avrebbe detto “ L’ho tamponato ed è volato in aria”
Immediati i soccorsi.
I medici del 118 hanno provveduto a trasporto del ciclista presso il vicino nosocomio di Paola
Stando alle informazioni raccolte sul posto, anche con il prezioso aiuto del nostro collaboratore volontario Luca Guzzo, il ciclista lamentava una possibile frattura della spalla.
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Capannone occupato da 200 migranti, sgomberato dalla Polizia
Mercoledì, 05 Settembre 2018 17:34 Pubblicato in CalabriaSan Ferdinando La polizia ha sgomberato a San Ferdinando, un capannone industriale dismesso da anni e che nel tempo è stato occupato da centinaia di migranti che stazionano nella Piana di Gioia Tauro per cercare un impiego nei campi per la raccolta degli agrumi.
In inverno ci vivevano anche in 500 persone.
Il dispositivo è scattato dopo che l’autorità giudiziaria ha disposto la restituzione del manufatto ai proprietari, una famiglia di Gioia Tauro coinvolta in passato in inchieste giudiziarie che avevano portato anche al sequestro del capannone industriale.
Dopo l’assoluzione dalle accuse a loro contestate, l’autorità giudiziaria ha disposto la restituzione del bene, che nel frattempo è diventata la dimora di centinaia di immigrati.
Un capannone che d’inverno, nei mesi della raccolta delle arance e dei mandarini, arrivava a ospitare anche fino a 500 migranti.
Allo sgombero del manufatto, nel quale vivevano circa duecento immigrati, si è arrivati dopo una serie di mediazioni avviate dal commissariato di polizia di Gioia Tauro per convincere i migranti a spostarsi in un’area attrezzata con tende nei pressi della nuova tendopoli di San Ferdinando.
Le operazioni, alle quali hanno partecipato anche reparti operativi della Polizia di Stato, si è svolta senza alcun incidente.
Il capannone è stato quindi chiuso e recintato per evitare che venga nuovamente occupato.
Poveri migranti!.
Adesso non possono nemmeno occupare un capannone per giunta inutilizzato?
Ma che Italia è questa?
Prima li fa venire, poi non gli da né un lavoro, nè una casa e se occupa un capannone li sfratta!
Chi li ha fatti venire ha grandi responsabilità!
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