
Redazione TirrenoNews
Dal 2005 la Redazione di TirrenoNews.Info cerca di informare in modo indipendente e veloce.
Email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Reggio Emilia :Clonavano le aziende. Si tenevano la merce e lasciavano il debito
Mercoledì, 12 Marzo 2014 16:41 Pubblicato in ItaliaVenti gli indagati, imprenditori e professionisti. Diversi i calabresi.
I carabinieri di Reggio Emilia hanno individuato e smantellato una presunta associazione a delinquere tra diversi soggetti, tra cui alcuni calabresi, accusata di clonare ditte realmente esistenti sul territorio nazionale e di effettuare acquisti di ingenti partite di merci di varia natura addebitando i costi alle ditte clonate.
Con l'accusa di associazione a delinquere finalizzata all'uso di fatto falso, sostituzione di persona giuridica, truffa aggravata e continuata, sono state denunciate 12 persone, di cui due residenti nel milanese, 6 nel reggiano e 4 tra Modena e Parma in prevalenza calabresi (tra cui un parente diretto di Nicolino Grande Aracri, capo indiscusso della 'ndrangheta cutrese che ha ampie propaggini nel reggiano).
Nei guai anche otto imprenditori, fra cui un reggiano e 7 calabresi, ritenuti responsabili del reato di reimpiego di denaro o beni di provenienza illecita in attività lecite. Un business che le indagini dei Carabinieri di Reggio Emilia hanno stimato in oltre 1 milione di euro.
Nel corso dell'operazione "Total bluff", coordinata dal sostituto procuratore Valentina Salvi, sono finite agli arresti domiciliari tre persone, Enrico Gulloni, 52 anni, di Gioia Tauro (Reggio Calabria), Alfio Rovatti, 40 anni, residente a Reggio Emilia e Paolo Bonini, 53 anni, residente a Parma.
C.M., 45 anni, residente a Nova Milanese, è stato invece sottoposto a obbligo di dimora. Il colonnello dei carabinieri, Paolo Zito, presente in conferenza stampa, ha detto che queste persone hanno "legami di parentela e si muovono in un contesto tipico della criminalità organizzata".
Le indagini, condotte dal maresciallo Olindo Varratta, comandante della caserma di Santa Croce, sono iniziate nel 2011 in seguito a una denuncia fatta in provincia di Padova che non aveva ricevuto il pagamento della merce inviata. I beni che arrivavano dalle aziende venivano stoccati in un capannone, in via Ruspaggiari (poi sequestrato), nel quartiere di Santa Croce. Lì dentro è stato trovato di tutto: materiali edili, materie prime metalliche, gasolio.
Racconta il maresciallo Varratta: "Questa associazione mandava alle aziende a cui chiedeva la merce false visure camerali e falsi bilanci di aziende operanti in vari settori del mercato simulandone l'identità. Poi acquisivano la merce addebitando il costo dell'operazione alle reali società di cui avevano clonato l'identità. I proventi venivano reinvestiti nel miglioramento e nell'ampliamento dell'organizzazione criminale, oppure rivendendo con grossi sconti il materiale a imprenditori della zona". Da http://www.reggionline.com.
Etichettato sotto
L’assemblea regionale di Sel Calabria, riunitasi a Lamezia, ribadisce la richiesta di dimissioni del presidente di Fincalabra Umberto De Rose.
L’incredibile vicenda che ha portato, a pochi giorni dalla sua nomina, alle dimissioni da sottosegretario del Sen. Antonio Gentile per evitare che venisse pubblicata la notizia riguardante le indagini nei confronti del figlio, non ha ancora sortito alcun effetto nei confronti del titolare della tipografia in cui veniva stampato il quotidiano sottoposto a censura “l’ora della Calabria” e contestualmente presidente in carica di Fincalabra in quota centro destra.
E’ incredibile che De Rose non abbia avvertito l’esigenza di dimettersi dal ruolo pubblico ricoperto e ancora più grave è il silenzio e la totale mancanza di iniziativa da parte del presidente Scopelliti nel pretenderne le dimissioni e nel procedere alla revoca dall’incarico.
Del resto il sistema a cui la regione Calabria si è inspirata negli ultimi anni è più basato sull’omertà che sulla trasparenza, sulla convergenza di interessi di parte, piuttosto che alla salvaguardia dell’interesse generale.
Com’è possibile che uno scandalo che ha scosso l’opinione pubblica nazionale, che ha occupato le prime pagine dei più importanti quotidiani nazionali e i principali notiziari radiotelevisivi, produca i suoi effetti a Roma, mentre in Calabria si fa finta di nulla?
Per queste ragioni l’assemblea regionale di Sel ribadisce la richiesta di dimissioni da Fincalabra di Umberto De Rose o, nel caso queste non arrivassero, l’immediata revoca da parte della Regione.
A questo fine Sel sollecita tutte le forze politiche di opposizione e le loro rappresentanze nazionali, regionali e locali di promuovere insieme tutte le iniziative necessarie per porre fine a questo scandalo.
Etichettato sotto
L’avvocato N. G. non difenderà più l’Asp di Cosenza.
Con nota del 18 febbraio 2014 e diretta all’Azienda sanitaria di Cosenza l’avvocato N. G. scrive:
“Apprendo dalla stampa l’adozione di un provvedimento di interdizione dalle funzioni nei confronti del Direttore Generale dr Scarpelli, sostanzialmente per aver a me conferito alcuni incarichi professionali per la difesa in giudizio dell’azienda
Trattasi di provvedimento assolutamente non condivisibile, destinato certamente ad essere revocato od annullato, ma che, intanto, non può essere ignorato.
Per tale ragione, pur consapevole di aver svolto la mia attività professionale in favore dell’Asp di Cosenza nel pieno rispetto di ogni norma sostanziale, procedurale e deontologica con il conseguimento di utilissimi risultati comunico di dismettere con effetto immediato l’incarico di organo di supporto giuridico per la materia contrattualistica, affidatomi a titolo gratuito con delibera 1734/2011, di non essere disponibile al con ferimento di nuovi incarichi per la difesa di giudizio dell’ente
Le cause in corso daranno da me portate a termine solo per evitare ritardi e disguidi inevitabilmente pregiudizievoli per l’azienda”
In conseguenza il direttore generale ha adottato la delibera n 441 del 7 marzo 2014 dal titolo “REVOCA DELIBERA N.1734 DEL 15/06/2011”
Quale conseguenza è stata disposta la estromissione dell’avvocato N. G. dall’elenco per il conferimento di incarichi di consulenza o assistenza extragiudiziale, patrocinio e difesa in giudizio di cui alla delibera del Direttore generale n 2346 dl 9 settembre 2013
Etichettato sotto