
Il problema del rispetto della quiete pubblica è un problema rilevante e serio.
Dappertutto.
E quando la corda si tira troppo spesso si spezza.
E quando si spezza la corda qualcuno potrebbe farsi male.
È successo a Cosenza dove il giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Cosenza ha disposto il sequestro di uno dei locali più frequentato a Cosenza: il “Vintage Zone”.
Al proprietario del locale gli agenti della polizia giudiziaria hanno posto i sigilli eseguendo l’ordinanza disposta dal togato.
Il perché, adesso sul “Vintage” sia aperto un fascicolo, lo spiega lo stesso togato: «Giancamillo Mosciaro è indagato del reato prescritto all’art. 659 perché, con più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso, abusava di strumenti sonori».
Sono questi i motivi che il giudice Greco ritiene utili per indagare il proprietario del locale per disturbo delle occupazioni o del riposo delle persone.
Il “Vintage Zone” che si trova in via Adige, una delle traverse di Corso Mazzini, è tra i locali più frequentati della città, dall’ora dell’aperitivo fino alle ore notturne che sono disposte nell’ordinanza comunale emessa proprio per far fronte alle lamentele dei cittadini.
Non è la prima volta che gli agenti intervengono a seguito delle denunce.
Qualche mese fa, accadde la stessa cosa al Rox, bar che si trova a qualche chilometro dal Vintage.
Al locale però non sono stati posti i sigilli all’attività ma alla strumentazione musicale che veniva usata nelle ore serali.
Pronta la reazione del proprietario che dichiara:«Cari tutti, il mondo è pieno di stranezze, ma qualche volta si colorano di assurdo: hanno messo i sigilli al Vintage! Sigilli apposti a causa degli schiamazzi notturni. Con questo aggiungiamo che siamo sempre dalla parte dei cosentini e del Comune.
In questi ultimi anni la nostra città è cresciuta molto e i motivi sono tanti: siamo convinti che il merito sia anche di chi, come noi del Vintage e tanti nostri colleghi, ha deciso di investire su Cosenza organizzando eventi di qualità sempre in sinergia con le autorità cittadine e mai in contrapposizione.
Lavoriamo e operiamo per una città in cui la socialità sia sostenibile e occasione di crescita per tutti e penalizzante per nessuno.
Anche per questo, vigiliamo affinché fuori dal nostro locale i nostri clienti siano rispettosi del decoro urbano e delle norme relative all’inquinamento acustico.
Vogliamo continuare a fare impresa nella nostra città, provando a crescere sempre di più: è questo il motivo per cui abbiamo deciso di restare.
Il fatto di essere apprezzati e premiati dal gradimento di tante persone ci riempie di orgoglio: proprio perché amiamo la nostra città abbiamo sempre rispettato le regole della convivenza civile in accordo con il Comune.
Per questo, auspichiamo che, al più presto, questa vicenda – che ci danneggia – possa al più presto risolversi»
Non sarebbe male se il giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Cosenza operasse anche sul Tirreno cosentino.
Soprattutto ad Amantea dove è vero che il sindaco emette una ordinanza “antirumore” ma senza disporre poi i conseguenti controlli.
Come si fa, infatti, ad accertarne il rispetto all’una di notte se i vigili smettono il loro servizio alle 23 del giorno prima?
Mistero !
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Campora San Giovanni