
Redazione TirrenoNews
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Processo Nepetia: Tommaso Signorelli viene assolto.
Martedì, 13 Dicembre 2016 22:48 Pubblicato in PoliticaLo ha stabilito la Cassazione oggi pomeriggio.
Tommaso Signorelli non è responsabile di alcun reato connesso con il processo Nepetia.
Una vicenda che ebbe inizio nel dicembre 2007, or sono nove anni.
Poi il 29 ottobre 2012 al termine del processo di primo grado scaturito dall’operazione Nepetia in primo grado il tribunale di Paola condannò l’ex assessore del Comune di Amantea, Tommaso Signorelli, a 6 anni di reclusione.
Una sentenza completamente ribaltata in secondo grado quando il 18 febbraio 2015, dopo che il Procuratore Eugenio Facciolla al termine della sua lunga requisitoria aveva fatto cadere il reato di Associazione a delinquere di stampo mafioso, per giungere, tutt’al più al reato di concorso esterno, pur mancando gli elementi probatori, i giudici avevano mandato assolto l’ex assessore amanteano.
“Una sentenza che aveva posto fine ad una dolorosa vicenda processuale che ha macchiato non solo la sua persona ma anche la città che ne è uscita sporca, viziata”.
Parole, queste, che lui ha riferito felice ai suoi più intimi amici di Amantea e che ci sono state riportate.
Perché Tommaso Signorelli ci sperava in questa assoluzione.
Ma non bastò perché la procura fece ricorso alla sentenza e il processo si portò fino alla suprema corte.
E stasera la conferma dell’assoluzione definitiva da parte della Cassazione.
Un calvario durato 9 lunghi anni.
Nove anni di dolore, di lacrime, ma anche di amici che non gli hanno mai fatto mancare il loro affetto
9 anni di isolamento politico con una brillante carriera davanti che si è chiusa solo per via del processo Nepetia.
E per questo quando il su avvocato gli ha datola bella notizia Tommaso è stato vinto da un lungo irrefrenabile pianto che ha commosso non solo la sua famiglia ed i suoi parenti ma anche i tanti amici presenti nelle sua casa.
Tommaso Signorelli così esce "a testa alta" dal processo Nepetia. E per lui domani sarà un altro giorno
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Lui è morto e con ogni probabilità nessuno ne porterà la responsabilità
Se davvero sarà così è come se morisse due volte
Una morte terribile .
L’operaio stava effettuando lavori di rifacimento di un tratto fognario a San Giacomo di Cerzeto.
La vittima è un uomo, G.D., operaio 58enne che era impegnato nei lavori di rifacimento di un tratto della rete fognaria.
G.D. aveva scavato un fosso ponendo la terra sulla strada .
La terra del un buco di circa 3 metri non trattenuta da apposita paratia improvvisamente gli franava addosso sommergendolo in pieno, praticamente seppellendolo.
I colleghi hanno cercato di estrarlo dal terreno.
Poi subito sono sopraggiunti i medici del 118, ma ogni tentativo di salvarlo è risultato vano.
Sul luogo era giunto, anche, l’elisoccorso, ma per l’uomo ormai era già troppo tardi.
Vigili del fuoco e carabinieri di Mongrassano stanno avviando le indagini.
Non sembra esistessero misure di sicurezza.
Nessuno ha visto niente e tentato di correggere gli errori, nè l’impresa, né il direttore dei lavori, nè il tecnico addetto alla sicurezza.
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Sette indagati per i lavori dopo la frana a Maierato.
Martedì, 13 Dicembre 2016 15:18 Pubblicato in CalabriaVibo Valentia. Difficile dimenticare la frana enorme, immensa, tale da cambiare i connotati ad un’intera valle a Maierato.
Era il 15 febbraio del 2010.
L’iniziativa dell’allora sindaco Sergio Rizzo consentì che nella casella dei morti fosse riportato il numero “0”.
Oggi la Procura di Vibo Valentia ha chiuso il cerchio sull’inchiesta relativa alla ricostruzione e alla messa in sicurezza dell’area colpita sei anni addietro dalla spaventosa frana di Maierato.
Il reato ipotizzato a carico delle persone che rischiano di finire a processo è di truffa in concorso per il conseguimento di erogazioni pubbliche.
A rischiare il rinvio a giudizio sono i direttori dei lavori Ernesto Silvaggio, 61 anni, di Maierato; Paolo Suppa, 56 anni, anch’egli di Maierato; Antonio Lombardo, 60 anni, responsabile del procedimento e al tempo vicesindaco di Maierato; Gregorio Tolomeo, 51 anni, di Maierato, responsabile del servizio Ufficio tecnico del Comune; gli imprenditori Alessio Montesano, 30 anni di Soriano; Domenico Prestanicola, 38 anni, di Vibo Valentia e Pasquale Galati, 58 anni, di Monterosso Calabro.
Secondo gli investigatori, Suppa, Silvaggio, Tolomeo e Lombrado, facendo «ricorso ad artifizi e raggiri», avrebbero sottoscritto il certificato di ultimazione dei lavori con il quale documentavano che le imprese (la “Montesano Srl”, la “Edil Prestanicola” e la “Galati Pasquale”) avessero ultimato gli interventi di somma urgenza relativi alle strade comunali di Maierato (la “Giusella-Costieri”, la “Pozzo-Gano”, “Cannella” e “Rocca Angitola”) che erano stati affidati con delibera di giunta il 15 marzo del 2010 (quindi un mese dopo la frana) mentre in realtà gli stessi erano ancora in corso.
In più avrebbero redatto il certificato di regolare esecuzione dei lavori «dichiarando falsamente che l’opera consegnata fosse rispondente al contratto mentre invece era difforme da quanto pattuito e quindi pericolosa per la pubblica incolumità».
In questo modo sarebbero stati indotti in errore non solo il Comune di Maierato ma anche la Presidenza del Consiglio dei ministri, la Protezione civile e la Regione Calabria che avevano finanziato i lavori nell’ambito della cosiddetta “emergenza frana”.
E così, tra il 21 novembre del 2013 e il 27 gennaio 2015 (data degli ultimi pagamenti) alla Montesano sarebbero state liquidate somme per un totale di 114mila euro, alla Prestanicola per 137mila euro e alla Galati per 26mila euro.
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