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Redazione TirrenoNews

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Un tempo il luogo maledetto per gli incidenti era l’incrocio di via Baldacchini con via Dogana. Ma era un fatto di velocità e di mancato rispetto della precedenza.

Oggi sembra che il punto più maledetto sia il curvone che immette la via del Poliambulatorio con la SS18.

C’erano stati segnalati diversi casi di auto che entrando sotto il ponte della SS18 e curvando verso sinistra sbandavano e se non riuscivano a tenere l’auto urtavano contro il cordolo laterale.

Sbandamenti, invero, le cui origini erano e sono sconosciute

Sbandamenti però che si verificavano e si verificano quando sotto il ponte ristagna l’acqua piovana

Qualcuno suppone che si tratti di elementi oleosi che si depositano sul bitume rendendolo scivoloso

Altri che si tratti delle particelle delle gomme che si depositano anche esse sulla carreggiata quando si frena e che limitano la aderenza delle ruote

Altri infine che si tratti della salsedine che esce dal pontino ferroviario e che lavata dall’acqua piovana scende verso il basso, cioè verso il punto più basso sotto il ponte della SS18.

Certo se l’acqua venisse fatta defluire immediatamente i problemi segnalati si ridurrebbero tantissimo e forse cesserebbero

Stanno per pervenirci la segnalazione di diversi casi

Proprio mentre andavamo a fotografare i luoghi ci siamo imbattuti in uno strano incidente

Un’auto che aveva senza problemi superato il punto critico sotto la SS18 si accingeva ad immettersi sulla statale quando appena accennata la lieve curva a sinistra le ruote perdevano aderenza , l’auto sbandava e si piegava verso sinistra

Quando l’aderenza ricominciava si trovava inclinato ( a sinistra, ovviamente) rispetto alla mezzeria della strada ed era costretto ad urtare con la ruota anteriore sinistra sul cordolo laterale

La gomma scoppiava e l’auto faceva in giro di 180 gradi trovandosi con il muso in direzione opposta a quella dell’urto.

Per fortuna il conducente sembra non essersi fatto niente anche se lamentava dolore alla testa che aveva urtato probabilmente contro il vetro anteriore

Sul posto familiari ed amici chiamati dello stesso conducente

Ma anche persone che transitavano dal posto e che si sono prestate ad offrire soccorso al malcapitato

Chiamato anche un meccanico per tentare di cambiare la ruota e che stante la impossibilità h provveduto a prelevare l’auto con apposito autocarro attrezzato

Proprio questi ha raccontato all’incidentato che si ratta di un tratto di strada nel quale sono numerosi gli incidenti

A chi di dovere di valutare le ragioni di tali incidenti e di adottare i necessari provvedimenti

Riceviamo e pubblichiamola seguente nota di Fare Ambiente

«Renzi dovrebbe avere più coraggio e giocarsi senza indugi, la carta del Ponte San Francesco di Paola, altrimenti dello ponte sullo Stretto di Messina».

Lo afferma Antonio Iaconetti, responsabile regionale della Calabria del Movimento Ecologista Europeo FareAmbiente, commentando le ultime indiscrezioni secondo le quali il Presidente del Consiglio avrebbe chiesto al Consorzio Eurolink di riaprire il dossier dell’infrastruttura che il governo Monti, un po’ troppo precipitosamente, aveva invece accantonato nel 2012.

«Non so se allo stato attuale, le penali dovute alla Impregilo per la mancata realizzazione dell’opera siano più onerose della costruzione dell’opera stessa – aggiunge Iaconetti -

Penso che il Ponte San Francesco di Paola sia, a prescindere, un’infrastruttura strategica e fondamentale per lo sviluppo della Calabria e del Mezzogiorno, in grado di imprimere una decisiva svolta alle ambizioni di crescita sociale ed economica del Sud del Paese, a cui è inaccettabile rinunciare.

Il Ponte San Francesco di Paola - da oggi in poi così mi piacerebbe venisse chiamato, – conclude l’esponente di FareAmbiente – rappresenta una grande opportunità in termini occupazionali ed economici, perché rinunciare al Ponte significa non solo una grave perdita per l’asfittica economia del Meridione ma anche italiana che, secondo Impregilo si tradurrebbe, anche, in una perdita per lo Stato del gettito fiscale potenziale da 4,5 miliardi dagli oltre 40mila posti di lavoro che si creerebbero.

E’ innegabile, quindi, che l’opera –Ponte San Francesco di Paola porterà un valore aggiunto a questo lembo d’Italia, poiché diventerà una sicura attrattiva turistica così da valorizzare anche i tanto e da tutti desiderati Bronzi di Riace, confinati in questo estremo sud della nostra bellissima penisola.

Il Ponte, conclude Iaconetti, costituirebbe una forte attrazione di investimenti, ed anche sotto il profilo dell’impatto paesaggistico, non dimentichiamo che questo collegamento metterebbe un freno al traffico di imbarcazioni a motore che quotidianamente, nell’indifferenza e nel silenzio di tutti, attraversano lo Stretto, con conseguente inquinamento meteo - marino.

Altro che, preoccuparsi del fatto che l’ombra del ponte devia la rotta dei delfini !!! ».

Cosenza, 25.09.2014

Il responsabile regionale di Fare Ambiente   Avv. Antonio Iaconetti

Il professor Maurizio Cannatà insieme ai volontari del Gruppo Alybas continua a condurre i microscavi tra i ruderi delle antichissime abitazioni scoperte per caso nell’abitato di Campora San Giovanni.( vedi foto)

A sorpresa- piacevole sorpresa, in verità- stamattina, il sindaco Monica Sabatino, accompagnata dall’ex assessore Michele Vadacchino, ha fatto visita al cantiere per informarsi sul progresso delle indagini archeologiche.

Michele Vadacchino, lo ricordiamo è stato forse il primo assessore all’urbanistica di un comune , segno palese della attenzione che l’amministrazione ha dato-in passato, in verità- alla sua storia, alla sua cultura, all’arte.

Oggi- a quanto è dato sapere- non esiste più un assessore all’archeologia.

Ma la visita del sindaco forse può preludere al rinnovo dell’attenzione dell’ente a tale vitale settore della nostra storia , anche per i suoi palesi effetti e valenze turistici.

La foto mostra anche la totale emersione delle mura di quelle che sono considerabili tra le prime abitazioni di Temese.

Siamo probabilmente nella Temesa successiva “alla necropoli di Chiane, databile tra il VII ed il VI sec. a.C.”, in quei “ contesti di abitato da Cozzo Piano Grande, riferibili a resti di capanna,ma, lentamente, comincia ad interessare anche le aree che degradano verso il mare” Da Agostino-Mollo. 2007-2009 .

E siamo quasi un secolo prima del famoso 580 a.C. , data alla quale il professore G.F. La Torre fa risalire la nascita, del santuario scavato sui terrazzi collinari di Imbelli”

Si chiude così un cerchio storico che rende vivamente la idea della Temesa Ausonia e greca fino a giungere a quella romana ed alla famosa ed ancora inesplorata villa di località Principessa

Una scoperta quindi quella attuale che impone all’amministrazione comunale di valutare con serietà due opportunità che lanciamo da questo sito.

La prima è quella di convocare un primo in contro valutativo al quale far partecipare tra gli altri quanti hanno concorso e concorrono a tali importantissime scoperte. Parliamo della De Sesti Sensito, del prof G.F. La Torre, del prof Fabrizio Mollo, di Rossella Agostino, di Gregorio Aversa, del prof Maurizio Cannatà.

La seconda è quella di trovare i fondi per un altro convegno successivo a quello organizzato dal comune di Amantea ( Marchese, Tonnara, Vadacchino) il 15 e 16 settembre 2007 grazie alla collaborazione di Demetrio Metallo e della sua Principessa

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