
Redazione TirrenoNews
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Forza Italia: Pino Gentile querela per diffamazione Mario Occhiuto
Domenica, 28 Settembre 2014 09:41 Pubblicato in CosenzaEcco la civiltà e la democrazia.
Un tempo quando si scontravano i poteri contrapposti si finiva inevitabilmente in guerra.
Oggi quando si contrano i “poteri politici” si finisce in Tribunale
La storia è semplicissima e la colpa è di facebook
Si! Proprio quel Facebook al quale in tanti ( tanti mostrando anche la loro grassa ignoranza) affidano il proprio pensiero , senza né punti e né virgole, spesso con eccessiva istintività e magari sollecitati da altri facebookisti e molto spesso senza punto rifletterci ( a proposito ricordiamo agli infelici stupidi ignoranti e pressappochisti culturali, non solo il carattere pubblico di face book- che non è una “riserva di caccia” per nessuno- ma anche la su pericolosità)
Mario Occhiuto “su Facebook aveva sparato a zero contro i "rivali".
Che cosa ha scritto Occhiuto?
Eccovi. «I consiglieri non possono essere trattati come pedine da spostare da una parte all'altra mortificando la propria dignità di persone e di amministratori. Bisogna opporsi ai sistemi di pressione mafiosa perché è proprio il loro ripetuto utilizzo che ha relegato la Calabria all'ultimo posto in Europa».
E poi continuando: «Le adesioni a un progetto e poi il voto, devono essere libere e spontanee e non frutto di coercizioni, false promesse e millanterie. Questa è soprattutto una battaglia di libertà contro le angherie, e per far superare la paura che ogni volta aleggia nell'aria quando scendono in campo questi "signori". Ora, se si vuole il bene della Calabria, bisogna avere anche il coraggio politico di rifiutare per le elezioni regionali i voti della mafia e di Gentile. E sono sicuro che in questo modo i voti invece aumenteranno».
È solo l’ultima querelle verbale tra i Gentile ed Occhiuto( come non ricordare la vicenda di Katia Gentile?)
Ed allora l’assessore Pino Gentile ha deciso di querelare Mario Occhiuto per le dichiarazioni «altamente diffamatorie e calunniose» postate ieri su Facebook.
L'assessore regionale ha dato mandato al suo legale, Guido Siciliano, di passare alle vie di fatto contro un sindaco che – forse complice il clima esacerbato delle elezioni provinciali – si è lasciato andare a un unpolitically correct da Gentile ritenuto non tollerabile.
Probabilmente ad Occhiuto non è andata giù la candidatura alla presidenza della Provincia concorrente alla sua di Marcello Manna, sindaco di Rende appoggiato apertamente dai Gentile.
Ma le province non dovevano essere chiuse?
Ora la parola ai giudici
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San Pietro in Amantea Adottato il Piano strutturale associato
Domenica, 28 Settembre 2014 09:33 Pubblicato in Basso TirrenoParliamo del Piano strutturale associato dei comuni di Amantea, Belmonte Calabro, Aiello Calabro, Cleto, San Pietro in Amantea, Serra d’Aiello che dopo lunghi anni arriva al traguardo.
A seguito della delibera di giunta n 46 dell’11 settembre 2014 avente a testo “ Proposta di adozione piano strutturale associato completo di studio geologico, studio agronomico, rapporto ambientale e REU, ai sensi dell’art 27 e 27 bis fdella LR 19/2002 è stato convocato per ieri 27 settembre il consiglio comunale di san Pietro in Amantea per la adozione del piano strutturale associato completo di studio geologico, studio agronomico, rapporto ambientale e REU, ai sensi dell’art 27 e 27 bis della LR 19/2002 (e smi) costituito da una serie lunghissima gli elaborati che è impossibile elencare e che rimangono depositati presso l’ufficio unico di piano
Come noto l’ufficio unico è presente presso il comune di Amantea
Puntuale ieri sera il consiglio comunale presieduto dal sindaco Gioacchino Lorelli e che si è svolto con l’assistenza del segretario generale Fedele Vena
Numeroso il pubblico presente.
In consiglio presente per la stampa soltanto Ernesto pastore della Gazzetta del Sud e noi
Una lunga ed approfondita presentazione del piano accompagnata da apposite slide
Interventi composti e numerosi anche da parte del pubblico
Come dice il sindaco Lorelli il consiglio comunale di San Pietro in Amantea è come una famiglia di cui ognuno fa parte ed in conseguenza ognuno ha il diritto di parlare ma soprattutto il dovere di concorrere agli interessi della intera comunità
Alla fine il voto .
Prima della chiusura il sindaco ed il segretario hanno evidenziato che si tratta di una adozione e non di una approvazione e che pertanto chiunque può proporre modificazioni od integrazioni al piano con obbligo da parte del consiglio comunale di valutarle nella prossima riunione
Il piano è stato adottata alla unanimità ma sisono astenuti per incompatibilità tecnica la vice sindaco Daniela Ziccarelli ed il consigliere comunale Valentino Socievole.
Amantea: Ribelli o briganti? ecco di nuovo la voce di El Tarik
Domenica, 28 Settembre 2014 09:29 Pubblicato in Comunicati - Sport - GiudiziariaDobbiamo dire che ci mancava la voce libera di El Tarik. Ed ecco che, forse invocata, ci è arrivata. Proprio stamattina.
E senza piaggeria, ve la proponiamo, chiedendovi di riflettere sulla ripetitività della storia (chi oggi contesta il potere è ribelle o brigante?)
Ma passiamo la parola a “Gigi”:
“La sera del 27 settembre 2014, in un piccolo paese, Pianopoli, vicinissimo a Lametia Terme, ho respirato l'aria di un venticello fresco e frizzantino mentre ascoltavo il concerto del cantautore Eugenio Bennato insieme ad un gruppo dal nome inequivocabilmente calabrese: i "Mujura". Quel venticello portava con sé un qualcosa di inebriante che ha da subito infiammato le migliaia di persone, che come me e l'amico Perego, erano arrivate da tutto il Sud. Meridionali venuti ad ascoltare le storie di uomini e donne che furono:
RIBELLI O BRIGANTI ?
Sono stati definiti Guerriglieri coloro che in Spagna, nel 1808, si opposero con le armi alle truppe napoleoniche e le loro gesta sono state immortalate nelle tele di Francisco Goya. Patrioti sono stati considerati coloro che seguirono nel 1809 Andrea Hofer e il loro canto di guerra è divenuto l'inno nazionale delle popolazioni tirolesi. Nell’Italia Meridionale, invece, chi nel 1806, rispondendo all'appello degli inglesi ed a quello del proprio sovrano, si oppose all'invasore, è stato definito e continua ad essere definito “Brigante” l’equivalente del “terrorista” dei giorni nostri. Nel 1806 Napoleone Bonaparte, decise di liquidare il regno borbonico. Il corpo di spedizione francese, al comando del generale Massena, varcò i confini dello stato e occupò Napoli. I borbonici cercarono di fermarne l’avanzata, ma, nella battaglia di Campotenese, furono inesorabilmente sconfitti e gli invasori ebbero via libera anche nell’occupazione della Calabria. I sudditi fedeli al re Ferdinando IV°, terzo genito di Carlo III° re di Spagna, organizzarono una feroce reazione antifrancese affidata alla capacità di lotta ed alla ferocia di alcuni celebri briganti, molti dei quali, già al seguito del cardinale Ruffo nell’armata sanfedista, avevano consentito, nel 1799, la restaurazione borbonica. La zona di Caccuri in Calabria divenne quindi teatro delle gesta di Fra Diavolo, il famoso colonnello Michele Pezza già monaco del convento di San Giovanni in Fiore che finirà per essere sconfitto e, catturato dal generale Hugo e giustiziato nello stesso anno. La figura di Fra Diavolo venne celebrata da Auber nella omonima opera lirica e riproposta in uno spassoso film di Stan Laurer ed Oliver Hardy e, ai giorni nostri dal famoso cantautore napoletano Eugenio Bennato. Nei dintorni di Caccuri operarono anche Nicola Gualtieri, detto Panedigrano, Giacomo Pisano da Pedace, più noto col soprannome di Francatrippa, Paolo Mancuso detto Parafante, Filicione e Geniale Versace da Bagnara, detto Gernialtitz. Proprio quest’ultimo, nell’agosto del 1806, mentre col grado di colonnello scorrazzava nella Sila con i suoi uomini, fu sorpreso ed ucciso dall’esercito francese. Della sua fine si vantò il capitano della Prima compagnia scelta della Calabria Michele Vigna che, per ricompensa, ottenne due fondi nel territorio di Caccuri e che poi gli vennero tolti da Francesco IV° con un decreto del 14 agosto 1815, in piena Restaurazione. Intanto nello stesso mese di agosto, il giorno 30, i Francesi entrarono in San Giovanni in Fiore, mentre Caccuri era da tempo teatro di rivolte fomentate da Francatrippa e dai Pedacesi. Qualche tempo prima, infatti, nella cittadina, venne innalzato lo stemma della rivolta e proclamato un governo provvisorio. La notizia viene riportata in un rapporto dell’intendente della Calabria Citra Vincenzo Palombo al generale Miot. La resistenza di Francatrippa e delle sue bande si protrasse per quasi un anno, ma non sortì grossi risultati. Nel gennaio del 1807 si attestò sulle alture di Gimmella, un monte tra Caccuri e San Giovanni in Fiore, alla testa di 2000 uomini, nel tentativo di espugnare la cittadina florense presidiata dall’esercito francese al comando del colonnello Lambert. L’8 marzo del 1809 venne catturato in località Bardaro dell’agro di Cerenzia il brigante Domenico Fabiano che, condotto a Caccuri, fu immediatamente fucilato in località Petraro. “I nostri avversari che osano chiamarsi patrioti” - lamentarono sin dal 1806 i ribelli meridionali - abusando le parole e a piaggiare l'oppressore...”ci gridano briganti”. Erano stati infatti i francesi, scesi in Italia Meridionale nel 1799, ad adottare per primi questo termine per indicare coloro che ad essi si opponevano. Era un termine questo nuovo nella lingua napoletana. A Napoli erano sempre stati indicati come banditi i fuorilegge che si erano dati alla campagna e come proditores, distinti dai primi, i ribelli scesi in armi contro il potere costituito. E continuarono ad adottare il termine usato dai francesi nel 1799 per indicare il ribelle anche i soldati di Napoleone venuti alla conquista del Regno di Napoli nel 1806. Pur autodefinendosi apportatori di libertà e di giustizia, costoro non concepivano che un popolo potesse battersi contro di loro in difesa del proprio paese. Chi ad essi si opponeva non poteva essere che un volgare brigante. Questo termine, con cui i francesi indicavano gli eroi e delinquenti comuni, ebbe fortuna. E quando il ribelle, per non essere passato per le armi o consegnato al boia o al plotone di esecuzione, fu costretto ad adottare gli stessi metodi e gli stessi sistemi che venivano usati contro di lui, fu facile confonderlo con il più volgare dei delinquenti comuni. Il primo episodio di reazione al nuovo ordine costituito e al nuovo re d’Italia si verificò nei primi giorni di luglio del 1861 quando orde di briganti percorsero "impunemente, a mano armata, gridando “Viva Francesco II”, con la bandiera bianca alzata”, come scrive in una lettera l’Intendente di Crotone al Governatore della Provincia di Calabria.
Gigino Adriano Pellegrini & G el Tarik