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Enzo Giacco in merito alla visita di Massimo Scura

Venerdì, 14 Agosto 2015 13:40 Pubblicato in Politica

Ecco la Dichiara zione del Segre tario del PD Amantea Enzo Giacco in merito alla visita del Commissario Massimo Scura ad Amantea

“Ho appreso dalla stampa della visita del Commissario Massimo Scura ad Amantea. Una visita – per così dire – “riservata”.

Per tale ragione sento di esprimere una certa amarezza e perplessità.

Nei giorni scorsi, infatti, le forze politiche, sociali e sindacali della città – in ragione dei tentativi di depotenziamento dell’Asp del Distretto di Amantea ed in particolare in merito alla chiusura del Laboratorio di analisi decretato proprio dal dottor Scura – hanno avvertito il dovere di scrivere al Commissario e di manifestare il proprio dissenso ponendo specifici quesiti.

Spiace che non abbia avuto la sensibilità di comunicarci la sua visita – né chi ne era a conoscenza ha avvertito il dovere di farlo – e di aprire un confronto con tutte le forze politiche, sociali e sindacali presenti sul territorio, così da darci la possibilità di presentargli le nostre ragioni.

I problemi di un territorio, infatti, non possono certo risolversi con una foto scolastica, bensì interagendo con le forze che hanno contezza delle ansie, dei desideri e dei bisogni dei cittadini.

Come Partito Democratico ribadisco la richiesta di “non chiusura” del Laboratorio di analisi ed anzi l’invito è quello di non depotenziare ulteriormente e di tornare ad investire sui servizi per la cura dei cittadini in questo territorio.

Amantea, ad esempio, necessita con urgenza di una casa della salute ed i cittadini del Comprensorio hanno diritto a servizi sanitari qualificati e a cure celeri.

Auspico, infine – in quanto, sempre dalla stampa, apprendo che si è aperto un “confronto” – che le prossime visite del dottor Scura ad Amantea vengano partecipate alle forze politiche, sociali e sindacali (ma anche a tutti i cittadini), in modo da darci la possibilità di contribuire ad una discussione informata e a far valere gli interessi veri di tutti i cittadini”.

Amantea, 12 agosto 2015

Ndr. Siamo in presenza della ennesima riprova della arroganza dei potenti ed insieme della ignavia di un popolo-quello amanteano- che è sempre meno popolo avendo abdicato al suo dovere di essere forte nelle avversità , non tanto e solo per se stesso ma per i futuri popoli( figli e nipoti) della futura Amantea, posto che continuerà ad esistere.

Basteranno gli auspici di Enzo Giacco?

Spes ultima dea: sperare sarebbe, forse, un errore.

Eccola, finalmente! Eccola la buona notizia, per davvero!

Una decisione da apprezzare, per quanto si possa anche dire che fosse obbligata, visto che tale scelta è stata sollecitata dal Dipartimento regionale di Protezione civile.

Ben al di là dell’aurea che circonfonde il comunicato ( invece di umanità, leggete dovere civico!) ci sono elementi importanti.

Il primo ci sembra la presenza di Amantea. Hai visto mai che quanto successo a Corigliano e Rossano possa succedere ad Amantea? Sulla tematica ci ritorneremo. Intanto ecco la foto di Via Dogana incrocio via Garibaldi del 12 settembre 2013 dopo pochi mm di pioggia.

Il secondo la presenza della presidentessa del consiglio comunale Linda Morelli intende partecipare in prima persona per maturare quella esperienza personale che servirebbe ad Amantea nel caso che…..

Il terzo è che insieme con le feste e le sagre Amantea è capace di esprimere anche solidarietà fattiva( ben l’invio dell’autobotte!)

Il quarto è la supposizione che le associazioni ed i comitati amanteani in caso di problemi alla nostra città faranno sentire il loro calore!

Ci sarebbe piaciuto sapere chi saranno i volontari, ma dentro la notizia dovremo andarci da soli( come quasi sempre)

“Ancora una volta il gruppo comunale di Protezione civile, diretto da Salvatore Socievole, è pronto a mostrare la propria competenza ed umanità(?).

Una delegazione di volontari, di concerto con il desiderio espresso dal sindaco Monica Sabatino e dall’amministrazione nella sua interezza si recherà nell’Alto Jonio cosentino per mettersi a disposizione della macchina dei soccorsi e coadiuvare la popolazione locale.

Lo stesso era accaduto in occasione del terribile terremoto dell’Aquila.

Il gruppo in questione, coordinato dal caposquadra Ottaviano Di Puglia, è composto da uomini del nucleo saf, esperti nelle operazioni di recupero in condizioni di emergenza, e da alcuni sommozzatori.

Nello specifico la delegazione nepetina si recherà sul posto con un mezzo fuoristrada e con un camion carico di acqua potabile. Lo stesso esecutivo, infatti, accogliendo la richiesta di disponibilità di uomini e mezzi inviata dal Dipartimento regionale di Protezione civile, ha messo a disposizione dei fondi personali per l’acquisto di beni di prima necessità.

Sul posto si recherà anche la presidente del consiglio comunale Linda Morelli che, tra le altre cose, ha svolto il corso per volontario di Protezione civile.

Fortunatamente questa azione non rimarrà isolata. In città infatti associazioni e comitati, in modo del tutto spontaneo, si sono già attivati per fare sentire alle popolazioni di Rossano e Corigliano il calore del Tirreno.

È questa la parte migliore di una regione che affronta la paura con la forza dell’amore e della vicinanza.”

Amanteani! Ab ovo. La versione finale.

Venerdì, 14 Agosto 2015 09:49 Pubblicato in Economia - Ambiente - Eventi

Gigi El Tarik ha integrato il suo "Amanteani. Ab ovo" e non posssiamo non porlo a vs disposizione ancora una volta.

Stavo pericolo samente riflettendo. Se tutte le conte stazioni, fatte in questi ultimi mesi riguardanti gli esempi di mala amministrazione, hanno un significato, questo secondo me consiste nel fatto che esse vanno nel senso della naturale quanto popolare eticità: per la collettività penso che sia alquanto inammissibile che dei dirigenti amministrativi, siano privi di Moralità. Nessun legame con la moralità spicciola e bacchettona. Questo perché la collettività crede veramente che essi agiscano in suo nome, dato che a loro viene affidato, attraverso il voto “liberal-democratico”, la propria sovranità. Quindi, la stessa collettività pensa che essi rappresentino legittimamente gli interessi dei loro elettori. Se questi gestori del potere reale agiscono disonestamente, emerge una bella contraddizione tra moralità e legittimità. Due elementi, questi, che infatti dovrebbero essere indivisibili. Almeno secondo gli ideali delle democrazie occidentali.

Coro: Chi è colei che la rupe/ profetica di Delfi disse avere compiuto delitti e furti indicibili fra tutti/ con mani sanguinarie? E’tempo per l’Amministrazione di muovere,/ fuggendo, piede più gagliardo che i destrieri veloci come procella./ Armati contro lei si scaglino con fuoco e con fulmini i figli di Zeus,/ e terribili insieme seguiranno/ gli inevitabili eventi.

Il problema è che la collettività lavoratrice non riesce a vedere il proprio ruolo di “promotore” di movimenti di insurrezione popolare.Di una rivolta necessaria. Probabilmente manca la capacità di ragionare, di analizzare le varie problematiche sociali e di arrivare ad una fusione di rivolte, d’origine diversa in quanto vi sono variegate classi sociali che subiscono diverse forme di oppressione. E’ naturale, quindi, dedurre che ogni oppressione dovrebbe provocare inevitabilmente una resistenza, una ribellione, stimolare cioè la creazione di un certo numero di nuovi valori. Il ruolo di una parte della collettività, cosciente della insoddisfazione generale e dal modo di gestire il potere in maniera cosiddetto“democratico”, dovrebbe essere quello di produrre un “linguaggio comune” comprensibile a tutti i componenti delle varie classi, in quanto tutte subiscono, anche se in misura diversa, questa o quella oppressione e abuso. Prendere coscienza di questo tipo di problematiche porta inevitabilmente al rifiuto dell'obsoleto sistema di “via democratica al potere” di togliattiana memoria. Con quella sua “via” che incontrò tantissime resistenze in quanto aveva come fine qualche piccolo miglioramento e qualche piccola riforma. Ciò che predicava il "Migliore", era l’utilizzo del voto come una delle possibilità di sviluppo di un’azione democratica per ottenere- si fa fatica a crederci- “delle profonde riforme” strutturali della società.
Oggi si sta assistendo, grazie anche a ciò che è stato appena accennato, ad un revisionismo reazionario interno allo stesso establishment che ha aperto la strada alla democrazia autoritaria, nel mondo. Uno di quei periodi storici nei quali anche la tanto osannata “libertà” ha le sue stagioni predefinite e prevedibili. In questi ultimi 60 anni si è assistito ad una mutazione capitalistica, uno sconvolgimento tecnologico di effetto obbligato: ricchi sempre più ricchi, poveri sempre più poveri, sempre più emarginati. Probabilmente si sta pensando di trasferirli, una volta anziani, in qualche altro pianetino e non sporcarsi così le loro delicate manine del sangue dei loro ormai ex schiavi. È questa la ragione di fondo per cui la Resistenza e l'antifascismo democratico appaiono sempre più sgraditi, sempre più fastidiosi al nuovo potere. Padroni arroganti e impazienti che non accettano più neanche lo loro stessa legge uguale per tutti, la legge se la fabbricano ad personam con i loro parlamentini di yes-men (Berlusca docet). Democrazia, degli scioperi, della gigantesca macchina dai mille congegni che dovrebbe garantire un mediocre benessere a tutti e un’inedia peggiore dell'inferno a chi non saprà adeguarsi al sistema di vita della massa silente e tollerante incapace di opporsi a queste bestie parassitarie.

Gigino A Pellegrini & G el tarik

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