
Redazione TirrenoNews
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Rifiuti Nocivi: Oliva, sempre Oliva, disperatamente e maledettamente Oliva
Martedì, 20 Ottobre 2015 14:49 Pubblicato in Campora San GiovanniContinua il processo relativo a quanto occorso nel fiume Oliva.
Si parla di un avvelenamento dal quale sarebbe deriva ta la morte di un pescatore.
E dopo la dichiarazione del geometra di Aiello Calabro che ha confermato la esistenza di una discarica di RSU indifferenziati proprio nel letto del fiume, il posto meno lecito tra tutti gli altri , considerato che il percolato della RSU non poteva non inquinare le acque sotterranee, il processo continua in Corte d'Assise ed emergono novità.
Per esempio la dichiarazione di un dirigente del Corpo forestale,tale Vincenzo Pasquini , il quale ha affermato la esistenza di anomalie ferrose nel sottosuolo
Rispondendo alle domande del pm della Procura di Paola Sonia Nuzzo (che rappresenta la pubblica accusa assieme alla collega Maria Camodeca)il testimone ha specificato che dalle riprese aeree e dalle loro verifiche è emersa una deformazione del campo magnetico.
Ex adverso il Pasquini rispondendo alle domande della difesa ha poi precisato che non c'è stato un accertamento diretto a stabilire se qualcuno avesse interrato quelle masse ferrose.
Il teste, in sostanza, ha ribadito alla Corte la presenza di masse ferrose nell’Oliva anche se lui non si è occupato dei rilievi magnetometrici.
Il pubblico ministero ha chiesto l'acquisizione delle mappe ottenute dai controlli effettuati da Pasquini.
Nessuna notizia sulla esatta localizzazione di queste masse ferrose.
Non bisogna dimenticare che il geologo Pileggi ricorda nei suoi interventi che la zona di 50kmq tra Amantea e Nocera Terinese è ricca di miniere “con accumulo di vari minerali tra cui mercurio, stagno berillio, molibdeno”.
Successivamente è stata sentita Rosella Maria Rusconi, dipendente dell'Agenzia per l'ambiente della Regione Lombardia che ha eseguito alcune analisi per conto dell'Ispra.
Secondo la teste dai controlli è emersa una concentrazione di cesio 137 superiore alla media, in particolare in località Foresta di Aiello Calabro.
Rusconi ha aggiunto di non poter stabilire l'origine e la causa di quella presenza in quantità superiore di sei volte rispetto ai valori normali, ma che in base alla sua esperienza, questa concentrazione potrebbe ascriversi ad attività umana laddove ci possono essere concentrazioni di altri materiali.
Una dichiarazione incomprensibile.
La Corte ha aggiornato il processo al prossimo 6 novembre per ascoltare altri testimoni e ha fissato un calendario di udienze: 17 novembre e 1 dicembre.
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Il sequestro del laboratorio di produzione di fichi secchi: PARLIAMONE.
Martedì, 20 Ottobre 2015 13:36 Pubblicato in CronacaLa vicenda è semplicissima. Nel laboratorio è stata trovata una bombola contenente anidride solforosa, impiegata, probabilmente, per trattare i fichi secchi di cui sono stati prelevati campioni inviati all’Asp di Cosenza ed all’istituto zoo profilattico per gli accertamenti organolettici ed in particolare relativi alla presenza SOX ed in specie di solfiti.
Il titolare del laboratorio, in sostanza, usava l’anidride solforosa come conservante dei fichi secchi.
Negli alimenti il codice dell’anidride solforosa è E220 ed è quindi un additivo molto frequente nei vari prodotti alimentari.
L'anidride solforosa veniva e viene utilizzata nell'industria alimentare come antimicrobico, antibatterico, antimicotico, inibitore del processo di imbrunimento enzimatico e non( mantiene il colore della frutta secca e degli acini d'uva), antiossidante e come sbiancante di zucchero ed amido.
Nei cibi viene usato sinteticamente per conservare e/o produrre Baccala', gamberi e conserve, crostacei freschi o congelati, frutta secca, sott' aceto e sott' olio, marmellate e confetture, aceto, vini, bevande a base di succo di frutta, funghi secchi, uve trattamento post raccolta.
È fondamentale sottolineare che l'anidride solforosa non è dannosa tanto nella quantità presente all'interno di un singolo alimento, ma soprattutto nella sommatoria delle varie quantità contenute nei diversi prodotti assunti durante tutta la giornata.
Devono prestare molta attenzione al consumo di alimenti contenenti tale conservante, soprattutto le persone asmatiche, specialmente se in terapia con i cortisonici, perché risultano essere molto sensibili ai solfati e possono presentare difficoltà respiratorie più o meno gravi.
Nell'uomo e negli animali, l'anidride solforosa è molto irritante per gli occhi, per le mucose e soprattutto per le vie respiratorie: anche una minima esposizione può comportare faringiti acute, perdita dell'odorato, perdita del gusto ed edema polmonare (se inalata).
Può inoltre causare forte acidità nelle urine, stanchezza, mal di testa, disturbi nervosi, reazioni allergiche, dissenteria, ecc.
Oltre al resto, da un punto di vista nutrizionale sembra che l'anidride solforosa ostacoli anche l'assimilazione della vitamina B1 e B12, riducendo il valore nutritivo degli alimenti che le contengono.
I problemi connessi al suo impiego sono spesso superati utilizzando i suoi sali solfiti, perché più semplici da utilizzare sebbene presentino i medesimi effetti collaterali (visto che liberano anidride solforosa). Provoca anche la perdita di calcio.
Per quanto riguarda i fichi secchi nella letteratura si legge che i fichi secchi durano soltanto 3 mesi e se invece vengono trattati con anidride solforosa hanno una durata molto maggiore ma perdono tutte le vitamine.
Per questo in Calabria si cuocevano e cioè si sterilizzavano con il solo calore.
Il grande igienista Herbert Shelton raccomandava: "Mi raccomando NON mangiate frutta secca che sia stata solforata..."
Già! Perché mangiare i fichi solforati se possiamo mangiarli fatti con il metodo degli antichi?
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Sequestro Amantea: Laboratorio e Gas tossico utilizzati nella produzione fichi secchi
Martedì, 20 Ottobre 2015 08:23 Pubblicato in Primo PianoL’impianto era privo di ogni tipo di autorizzazione sanitaria.
Amantea – Gli uomini del Corpo Forestale dello Stato, Nucleo investigativo di Polizia Ambientale e Forestale di Cosenza in collaborazione con il Comando Stazione di Longobardi hanno eseguito un controllo agroalimentare presso un’azienda di trasformazione prodotti alimentari nel Comune di Amantea.
Durante il controllo si è rinvenuto un laboratorio completamente abusivo privo dei titoli edilizi e delle autorizzazioni sanitarie all’interno del quale venivano prodotti fichi secchi.
I fichi erano trattati presumibilmente con anidride solforosa, gas tossico utilizzabile solo sotto lo stretto controllo di un tecnico chimico abilitato al trattamento.
I controlli hanno evidenziato come l’impianto di gassazione, così come la camera stagna erano realizzati in modo artigianale e privi di qualunque sistema di controllo e sicurezza.
A seguito del controllo si è posto sotto sequestro il magazzino e l’impianto oltre a 80 cassette di fichi secchi in procinto di essere immessi sul mercato.
Il titolare dell’azienda è stato deferito per abusi edilizi e detenzione di alimenti in cattivo stato di conservazione. su delega della Procura della Repubblica di Paola, che ha convalidato il sequestro, la bombola contenente anidride solforosa è stata asportata e consegnata al dipartimento di chimica e tecnologie chimiche dell’Università della Calabria per le analisi sull’additivo chimico, le analisi su un campione di fichi prelevati verranno invece effettuate dall’Asp di Cosenza con la collaborazione dell’istituto zoo profilattico.
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