
Redazione TirrenoNews
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Fiera di Amantea: L’ingegnere Pileggi chiama i carabinieri
Giovedì, 29 Ottobre 2015 11:10 Pubblicato in CronacaCi viene riferito che il signor F.V., amanteano residente nel centro storico, si sia recato presso il municipio ed abbia violentemente manifestato la sua rabbia per il perdurante mancato funzionamento di un organo illuminante prossimo alla sua abitazione.
In tale occasione avrebbe distrutto una sedia posta nei pressi della porta dell’ufficio dell’ingegnere Pileggi.
Il tecnico comunale ha allora chiamato i carabinieri che sono giunti immediatamente.
Strano che non siano stati chiamati gli agenti della Polizia Municipale; probabilmente erano impegnati su altri fronti ; sono noti i tanti impegni della Polizia Municipale ai quali recentemente si sono aggiunte le contravvenzioni per l’autovelox di Acquicella, non per far cassa- ma, come si dice- per ragioni di sicurezza.( ma la sicurezza dei dipendenti comunali non è altrettanto importante?) .
Che l’organo illuminante, di vecchia generazione e di vecchia rete, non funzioni è certo ma è anche certo che nei giorni scorsi era stata sostituita la lampadina che però non aveva funzionato perché probabilmente un corto circuito aveva bruciato i fili e quindi ove possibile la riparazione era stata rinviata a dopo la fiera essendo gli elettricisti impegnati per la grande fiera.(nella foto stamattina 29 ottobre in Piazza Commercio),
Peraltro a pochi metri esiste un altro organi illuminante di nuova generazione.
Tutto poi è finito bene e l’esasperato cittadino si è offerto di pagare il costo della sedia.
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Amantea: I Carabinieri controllano preventivamente la Fiera
Giovedì, 29 Ottobre 2015 11:07 Pubblicato in Primo PianoIl presidio della città, alla conferma della legalità, è assicurato dall’arma dei carabinieri.
Anche la Fiera, e non solo per l’ordine pubblico, ma anche per la regolarità dell’impianto fieristico.
E così stamattina il maresciallo Tommaso Cerza accompagnato dal brigadiere Giuseppe Rappoli hanno percorso le principali via fieristiche( Via Vittorio Emanuele, Via Margherita).
Proprio in via Margherita il maresciallo ha i contrato i dipendenti comunali addetti alla fiera ed alla assegnazione degli spazi dei box e degli stand.
Ci è stato segnalato anche un formale richiamo fatto dal comandante Cerza al responsabile dr Mario Aloe che è stato decisamente invitato “ a fare il proprio dovere”
Il comandante non ha preso in alcuna considerazione le blande giustificazioni addotte dal dr Aloe.
Gli astanti hanno preso atto di quanto sopra e la notizia ha fatto il giro della città.
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Fallimento Calabria Ora: a Giudizio Piero Citrigno e Fausto Aquino
Mercoledì, 28 Ottobre 2015 21:04 Pubblicato in Cosenza“Il gup del Tribunale di Cosen za, Sergio Caliò, ha rinviato a giudizio l'impren ditore cosentino Piero Citrigno, 63 anni, l'impren ditore Fausto Aquino, 59 anni e tre ammini stratori delle società, riconducibili a Citrigno, fallite.
Ovvero: Rosanna Grillo, 57 anni di Squillace; Tommaso Funari, 57, e Massimo Zimbo, 46 anni, entrambi di Cosenza.
Per loro il processo inizierà il prossimo 12 aprile.
Secondo l'accusa - rappresentata dai pm Giuseppe Cozzolino, Donatella Donato e Giuseppe Cava - avrebbero distratto illecitamente fondi dalla disponibilità delle due società fallite, danneggiando i creditori. Tra questi ci sono diversi giornalisti del quotidiano "Calabria Ora", edito in periodi diversi, dalle società editoriali "Cooperativa editoriale calabrese (Cec)" e "Paese Sera editoriale".
La prima è stata dichiarata fallita dal tribunale a gennaio del 2012.
La seconda nel 2013.
L'inchiesta nasce da una complessa attività di indagine condotta dalla Guardia di finanza di Cosenza che ha spulciato una serie di documenti e sentito un numero cospicuo di giornalisti e dipendenti delle società.
Aquino - in qualità di presidente del consiglio di amministrazione e legale rappresentante della cooperativa editoriale calabrese fino al 14-1-2009 nonché di amministratore di fatto della stessa (società dichiarata fallita dal tribunale di Cosenza in data 11-1-2012 -, Rosanna Grillo - nella qualità di amministratore unico e legale rappresentante della società fallita a partire dal gennaio 2009 - Pietro Citrigno - in qualità di amministratore di fatto e direttore generale della Cec - avrebbero distratto l'intero complesso aziendale in favore di Paese Sera editoriale.
Per la pubblica accusa, Massimo Zimbo - in qualità di amministratore unico e legale rappresentante di Paese Sera editoriale srl (dichiarata fallita dal tribunale di Cosenza il 16 gennaio del 2013) - dal 18-12-08 al 21-06-2010, in accordo con Pietro Citrigno, amministratore di fatto della società fallita, allo scopo di favorire a danno dei creditori (in particolare l'erario e gli istituti previdenziali), taluno di essi, avrebbe eseguito pagamenti a favore della cooperativa editoriale calabrese arl mediante bonifici, con addebito del conto corrente (intestato alla società fallita) acceso alla Bcc di Cosenza per un ammontare complessivo pari a 141.500 euro per il 2009 e 363.778 euro per il 2010. Con l'aggravante - scrivono i pm - di aver cagionato un danno patrimoniale di rilevante gravità.
Tommaso Funari - in qualità di amministratore unico e legale rappresentante di Paese Sera editoriale srl - dal 21-6-2010 al 28-11-2012, in accordo con Piero Citrigno, allo scopo di favorire a danno dei creditori (in particolare erario e istituti previdenziali) taluni di essi, avrebbe eseguito pagamenti a favore della Cec mediante bonifici con addebito sul conto corrente della società fallita acceso alla Bcc di Cosenza per un ammontare complessivo di 351.951 euro per il 2010 e 495.830,39 euro per il 2011.
Funari, sempre in accordo con Piero Citrigno, allo scopo di favorire, a danno dei creditori, taluni di essi avrebbe eseguito pagamenti in favore dello stabilimento tipografico De Rose mediante assegni bancari tratti dal conto corrente della società fallita.
Inoltre - è scritto nel provvedimento firmato dai magistrati Cozzolino, Donato e Cava - sempre in accordo con Citrigno allo scopo di favorire a danno dei creditori (in particolare erario e istituti previdenziali), taluni di essi avrebbe eseguito un pagamento a favore della Bcc di Cosenza mediante versamento dell'assegno bancario dell'importo di 693.100 euro emesso dalla Pieffe Holding sul conto corrente intestato alla società fallita acceso alla Bcc filiale di Cosenza, estinguendo così parzialmente l'esposizione debitoria esistente verso l'istituto di credito. Con l'aggravante - conclude l'accusa - di aver cagionato un danno patrimoniale di rilevante gravità.
In diverse occasioni gli indagati avrebbero omesso il versamento dell'Inps delle ritenute previdenziali operate sulle retribuzioni relative ai lavoratori nel periodo compreso tra il mese di gennaio 2009 e ottobre 2011 per un importo complessivo di 301.791 euro.(Corriere della Calabria)
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