
Redazione TirrenoNews
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Il Comune intende riaprire il porto di Amantea per tutelare l’immagine
Domenica, 27 Marzo 2016 21:07 Pubblicato in Comunicati - Sport - GiudiziariaE’ dai primi di febbraio che il porto di Aman tea è insabbiato, nel rispetto di una tradizione vecchia di secoli, che vuole la città, di antica genie marinara, senza il porto necessario alla sua prosecuzione.
Ora l’ufficio tecnico ha adottato la Determina n 98 del 23.3.2016 avente ad oggetto :”Approvazione progetto Messa in sicurezza porto turistico - apertura imboccatura. Impegno di spesa euro 50.000,00 iva ed oneri compresi. Approvazione lettera di invito con relativo allegato A”
Recita la determina che “il responsabile della struttura portuale ha segnalato che l’imboccatura del porto turistico è ostruita e che di fatto non permette l’uscita e l’entrata alle imbarcazioni che risultano ivi ormeggiate; che la Capitaneria di Porto ha proceduto all’ordinanza di chiusura della struttura per le motivazioni di cui sopra in relazione alla sicurezza”.
Continua il responsabile che la chiusura della struttura :
-crea danno all’ente per la possibilità di rivalsa degli ormeggiatori;
-costituisce danno i pescatori per quanto riguarda l’attività di pesca loro unica fonte di sostentamento;
-non depone favorevolmente all’immagine della città.
Da qui la redazione di un progetto esecutivo costituito da elaborati grafici, computo metrico e capitolato.
L’importo a base d’asta dei lavori ammonta a 38.993, 76 euro oltre 999,84 euro per oneri di sicurezza, donde un totale di 39.993,60 euro .
Segue l’iva al 22% per euro 8798,59 ed euro 1.207,80 per somme a disposizione, con totale complessivo di 50 mila euro.
Conseguentemente le lettere di invito a procedura negoziata.
Le offerte dovranno pervenire entro le ore 12.00 del 4 aprile 2016 .
Le buste saranno aperte alle ore 10.00 del 5 aprile 2016 presso l’ufficio manutentivo.
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Difficile non inna morarsi della processione del Venerdì Santo, forse impossibile.
Difficile che il cuore non si apra di fronte alla corale umanità che traspare da ogni momento della “nostra” processione, quella che nessuno potrà e dovrà mai negare ad Amantea ed agli Amanteani.
Lungo il camino le orecchie, come mai, sono tese ad ascoltare le musiche della banda Mario Aloe , ed in particolare le aree funebri scritte da Mario Aloe e Domenico Fiorillo, la voce spiegata ai canti sofferti ma amorevoli dedicati alla Madonna, al Cristo in Croce ed alle altre varette, canti che appartengono tanto a chi li offre quanto a chi li ascolta.
Come la musica, che i giovani e meno giovani musicanti della banda Mario Aloe, da secoli offrono al Cristo, alla Madonna, alla processione ed al popolo dei fedeli.
Si, tutto unisce in questa processione, la fede, la speranza della resurrezione, il camminare insieme, alternato a momenti di pausa, che, nell’attesa, inducono l’uomo alla riflessione , sorretta e spinta dalle occhiate serene alla propria statua, alla folla che fa ala, a quella che si avverte, senza nemmeno vederla, indietro od avanti ad ognuno di noi.
Una umanità che non è necessario conoscere perché si percepisce come sia capace di permettere, momento per momento, il realizzarsi del totale e corale senso comunitario della nostra condivisa esistenza.
E, per un mistero antico e sempre conservato, sparisce la nostra individualità e tutti insieme acquistiamo quella di popolo, distinto e fragile , ma nel contempo forte e coraggioso.
E stando gomito a gomito con l’altra umanità che si avverte quanto la processione sia una cosa seria per la città e per la gente , e quanto è necessario difenderla anche da noi stessi , laddove necessario.
Difenderla da chi non capisce quanto sia rara, anzi unica, questa armonia di popolo, ognuno nella posizione partecipativa liberamente scelta, forse ripetitiva ma mai stancante.
Difenderla da chi pensa di essere la processione, dimenticando che la processione è un idea, una speranza, un sogno; che la processione è il mistero dell’incontro nella sofferenza, della Madonna e del popolo, e nella Resurrezione di Cristo e dalla morte civile, nella speranza di una “luce” invocata, nuova od antica che sia.
Difenderla da chi non comprende che ogni anno la processione del Venerdì Santo indica la strada che permette di trovare una felicità che dura un altro anno.
E come non capire la forza educativa del rispetto, dell’aiuto reciproco, dell’attenzione verso l’altro, che si avverte tra i portatori delle varette ed in particolare del pesante Cristo in Croce, che impone una sofferenza fisica che avvicina gli uomini tra loro e gli uomini al Cristo?
O come non percepire quanto la processione induca nella gente una straordinaria capacità di ascolto, la rinuncia alla propria visibilità, se serve alla riuscita comune, la professione di gesti di solidarietà concreta e quanto questo sia uno dei miracoli veri della processione dei Misteri, anzi essi stessi un mistero?
Come non capire , infine, quanto questo fare un cammino insieme, questo essere unità, riesce a creare gioia, eguaglianza e fraternità?
Ed è per questo che, gli occhi al cielo, dimentichi dei nostri affanni quotidiani, devotamente, ci segniamo quando Cristo e la Madonna si girano verso di noi in quello che potrà essere un arrivederci od un addio, ma comunque un segno del loro amore.
Uno sguardo, il loro, che ci restituisce la dignità di figli fedeli e ci dice: “Sii in pace! Alzati, vai avanti!”.
Ed è con questa nuova forza che i fedeli voltano le spalle alla chiesa matrice ma portandosela nel cuore.
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Fratelli e Confraternite nel Venerdì Santo. TUTTE LE FOTO
Domenica, 27 Marzo 2016 11:01 Pubblicato in Primo PianoUn elemento della antropologia religiosa e sociale di Amantea sono certa mente le Confraternite risalenti a centinaia di anni addietro e da allora parte integrante delle manifestazioni religiose amanteane.
Di esse la parte più conservata sono sicuramente le vesti che i fratelli indossano in ogni occasione pubblica .
Le confraternite amanteane sono:
-la Confraternita del Santissimo Rosario, i cui uomini vestono un saio bianco, con cappuccio, mantellina nera (“‘a muzzetta”) sulle spalle e corona di spine in testa;
-la Confraternita del Sacro Cuore di Gesù i cui uomini vestono un saio bianco, con cappuccio mantellina rossa e corona di spine sul capo;
-la Confraternita dell’Addolorata i cui uomini vestono un saio bianco, con cappuccio, mantellina nera e corona di spine sul capo, (si vestono in pratica uguali ai Confratelli del Rosario ma hanno uno stemma diverso sul petto);
-l’Arciconfraternita dell’Immacolata Nostra Signora i cui uomini vestono un camice bianco, con cappuccio, una mantellina di seta celeste, e corona di spine.
Per moltissimi anni il Venerdì Santo è stato prerogativa della Confraternita del Santissimo Rosario che però dal 2009 lo ha “aperto” alla partecipazione delle altre 3 confraternite che oggi sono tutte parte integrante della processione.
Inizio Processione
Foto di gruppo
La Croce che apre la processione
Il Ritorno
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