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Redazione TirrenoNews

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Le due Amantea: quella bella e quella brutta.

Lunedì, 04 Giugno 2018 12:31 Pubblicato in Primo Piano

Amare il proprio paese è una cosa nobile.

Prestarsi acchè il proprio paese sia pulito è una cosa nobilissima.

In sostanza ci sono due visioni della realtà.

Quella di chi non solo non lo sporca , anzi contribuisce alla sua pulizia.

Come fosse casa sua!

Quella di chi non lo ama, lo sporca, lo offende, violenta, magari gettando il pacchetto di sigarette appena finito, non nel primo cestino capace di accoglierlo, ma dove capita, anzi con indifferenza, mostrando tutta la sua imbecillità, la sua mancanza di rispetto non solo per l’ambiente, ma anche per la città.

La sua città!.

Esempi negativi Amantea, purtroppo, ne presenta quotidianamente, a centinaia.

Al contrario esempi positivi Amantea ne presenta pochi.

Ecco perché riteniamo giusto raccontarvi quello di stamattina.

Due signore Aida Bonavita e Vittoria Pellegrino armate di amore per il paese, di scope( di casa) di palette ( di casa) hanno ripulito un pezzo di strada riempiendo un sacco della spazzatura.

Qualcuno le viste e fotografate e ci ha inviato una foto.

Un esempio per tutti noi.

Un esempio da seguire perché Amantea sia sempre bella.

Ci perdoneranno coloro che per una ragione inaccettabile avrebbe detto di non pubblicare le foto per non mostrare la città sporca perché sarebbe un danno per il turismo.

Non sappiamo se tale comportamento sia stato suggerito.

Per rispetto alle istituzioni non riportiamo chi lo avrebbe detto ma li invitiamo a non ripetere queste sciocchezze che offendono se stessi, il loro ruolo nella società, Amantea e gli Amanteani.

Se davvero si vuole rispettare i nostri ospiti è giusto che sappiano che cosa troveranno.

Se davvero si vuole rispettare i nostri ospiti semmai è giusto vengano gli esempi negativi .

Le bugie hanno sempre le gambe corte.

Qunto teoricamente suggerito è ipocrisia!.

Ucciso sindacalista del Mali.

Lunedì, 04 Giugno 2018 11:54 Pubblicato in Calabria

Soumaila Sacko 30enne del Mali, insieme con due connazionali, ha tentato di portar via delle lamiere da una fabbrica dismessa.

I tre migranti, tutti con regolare permesso di soggiorno,

 

secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, stavano raccogliendo materiale nell’area dell’ex fornace “La Tranquilla” del centro del Vibonese, quando un uomo è sceso da una Fiat Panda premendo quattro volte il grilletto di un fucile.

La persona che ha sparato i quattro colpi di fucile da una settantina di metri, letali per Soumaila Sacko, il ragazzo ucciso a San Calogero, nel Vibonese, era già sul posto quando la vittima è arrivata nella fabbrica.

Questo è quanto emerso dai rilievi effettuati dai carabinieri della compagnia di Tropea che conduce le indagini.

Gli inquirenti non formulano al momento un’ipotesi precisa, ma le indiscrezioni portano alla criminalità organizzata per cui Soumalia potrebbe aver pagato una “invasione di campo” commessa quando.

La fabbrica è sotto sequestro da dieci anni per cui non esiste nessun proprietario che possa lamentare il furto del materiale abbandonato.

Soumalia era iscritto al sindacato Usb e viveva in una baraccopoli che ospita centinaia di persone nella vicina San Ferdinando.

Il suo impegno era dedicato alla difesa dei diritti dei braccianti agricoli sfruttati nella Piana di Gioia Tauro e costretti a vivere in condizioni fatiscenti in baraccopoli o nella tendopoli di San Ferdinando allestita dalla Protezione Civile.

Per oggi l’Unione Sindacale di Base ha indetto una giornata di sciopero dei braccianti agricoli.

Intanto a San Ferdinando, nel giorno della mobilitazione decisa dopo l’omicidio di Soumaila Sacko, migrante maliano, e il ferimento di altri due connazionali sorpresi a raccogliere lamiere in una vecchia fabbrica poco distante, l’area che ospita la vecchia e la nuova tendopoli è presidiata dalle forze di polizia.

Un gruppo di una trentina di migranti si è raccolto davanti all’ingresso della vecchia tendopoli dove sono stati rovesciati cassonetti per impedire il passaggio delle auto.

Più difficile arrivare nella nuova struttura, l’area è off limits per giornalisti e operatori tv.

La situazione, comunque, al momento appare tranquilla.

Per le prossime ore il sindacato Usb, di cui faceva parte il giovane ucciso, ha indetto un’assemblea

Verso le 4.30 del mattino una Fiat Panda parcheggiata davanti alla stazione dei carabinieri di Agordo nel Bellunese è stata avvolta tra le fiamme.

Il veicolo, di cui è rimasta solo la carrozzeria e che apparteneva a un carabiniere in servizio presso quel reparto, si è letteralmente sciolto.

Immediato l’intervento per spegnere le fiamme che non hanno causato ulteriori danni.

Per spegnere le fiamme sono intervenuti i Vigili del Fuoco di Agordo.

Il Norm della compagnia di Belluno, comandato dal capitano Emanuela Cervellera, hanno accertato la natura dolosa dell’evento.

Sembra che l’autore del gesto abbia usato della diavolina.

Un fatto grave, contro un militare dell’Arma impegnato ad Agordo nella caserma di via Lungorova agli ordini del Luogotenente Antonio D’Alcamo.

Un grave episodio contro le istituzioni, la società.

Esaminando le telecamere del luogo i carabinieri sono riusciti a risalire subito a un agordino di 54 anni che aveva ricevuto delle contravvenzioni pesanti, tra cui una per aver guidato con la patente sospesa.

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