
Redazione TirrenoNews
Dal 2005 la Redazione di TirrenoNews.Info cerca di informare in modo indipendente e veloce.
Email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Contrordine! Padre Giuseppe non sarà trasferito in San Pietro in Amantea
Giovedì, 20 Settembre 2018 11:15 Pubblicato in Belmonte CalabroEnnesima presa in giro dei parrocchiani di San Pietro in Amantea.
Il Padre cappuccino del Convento di San Bernardino, Padre Giuseppe Montesanto, nominato Parroco della Parrocchia di San Bartolomeo Apostolo non verrà più a San Pietro in Amantea perché è stato trasferito altrove.
Quindi il suo trasferimento in vigore dal 15 settembre è stato revocato.
In una lettera pastorale datata 26 luglio scorso Mons. Nolè, Arcivescovo della Diocesi di Cosenza – Bisignano, aveva invitato tutti i sacerdoti che erano stati trasferiti a voler curare con fedeltà e verità il passaggio delle consegne che avrebbe dovuto avvenire alla presenza di un Vicario o di un incaricato del Vescovo.
Nel comunicare le nuove nomine e i trasferimenti Mons. Nolè aveva invocato su tutti copiose benedizioni e l’assistenza materna di Maria nostra Madre e Regina.
Don Giovanni Paterno, l’attuale Parroco, è stato trasferito in Argentina, suo paese d’origine, per un’esperienza pastorale.
Però devo sottolineare con vivo rammarico che fino ad oggi non c’è stata alcuna consegna.
Il Parroco di San Pietro in Amantea è ancora Don Giovanni Paterno.
Tanto è vero che sabato prossimo celebrerà nella chiesa della Madonna delle Grazie un matrimonio e il 29 settembre celebrerà nella Contrada Gallo la Santa Messa in onore di San Michele Arcangelo.
Al suo posto sarebbe dovuto arrivare Padre Giuseppe Montesanto, OFM Conv. Amministratore. Nel borgo già fervevano i preparativi per dare un addio al caro e simpaticissimo Don Giovanni che aveva portato nella nostra chiesa una ventata di novità, tra le quali lunghe e appassionate prediche, e un caloroso benvenuto, come sempre i miei paesani hanno fatto, al nuovo Parroco Padre Giuseppe, che nuovo non era, perché varie volte si è recato nella chiesa della Madonna delle Grazie e ha celebrato le sacre funzioni quando era Parroco un altro frate cappuccino, lo scorso anno trasferito nella Parrocchia di Amantea Santa Maria La Pinta.
Tutti ora ci domandiamo:- Dove è stato trasferito Padre Giuseppe? Mistero.
Perché Mons. Nolè lo ha nominato parroco di San Pietro in Amantea appena due mesi fa e ora apprendiamo la notizia che il frate è stato trasferito altrove?
Chi verrà a San Pietro in Amantea?
Per il momento tutto tace.
A pensare male si fa peccato, ma a volte ci si azzecca.
Vuoi vedere che Don Giovanni, che proprio oggi si è recato dal Vescovo, resterà ancora per un po’ in mezzo a noi e che il suo trasferimento in Argentina è stata una farsa?
Oggi 19 settembre si è recato a Cosenza e ha presentato formali dimissioni dalla Parrocchia facendo un dettagliato resoconto all’Arcivescovo dell’appena un anno trascorso in mezzo a noi.
Domenica scorsa, alla fine della Santa Messa, ha avvisato tutti i parrocchiani presenti che avrebbe celebrato la sua ultima Santa Messa il 30 settembre e ha invitato tutti, ma proprio tutti, anche quelli dei paesi confinanti che gli sono stati vicino in questo breve periodo ad essere presenti nell’ultimo commiato.
Molti parrocchiani hanno saputo apprezzare la sua umiltà, la sua devozione alla Madonna, la sua preparazione teologica, la sua responsabile e generosa collaborazione alla vita della Parrocchia e della Diocesi.
Se andrà via ci mancherà per davvero, come del resto ci sono mancati tutti quei santi sacerdoti che lo hanno preceduto.
Voglio ricordare Don Gianpiero Fiore, Padre Salvatore Sulla e perché no? Padre Pio Marotti.
Etichettato sotto
Se Oliverio non verrà eletto i 230 sindaci si dimetteranno?
Mercoledì, 19 Settembre 2018 21:20 Pubblicato in PoliticaNessuno crede alla affermazione oliveriana che l’assemblea di Feroleto Antico sia stata convocata dai sindaci.
Se fosse vero lo avrebbe fatto l’Anci
No. E’ stato il sistema oliveriano che ha convocato i sindaci e non il contrario.
Tutta una farsa, allora?. Certamente.
Una farsa indirizzata a tutti i calabresi che sanno che Olivero non sarà mai eletto.
Ma quello dei sindaci era un debito che doveva essere pagato.
E lo è stato.
Ma tutti sappiamo che Oliverio non sarà eletto.
Ed allora è d’obbligo chiedersi: “Se Oliverio non sarà eletto i sindaci suoi sostenitori di cui abbiamo l’elenco che pubblicheremo prima delle elezioni regionali, si dimetteranno subito dopo le consultazioni elettorali, come dovuto?”
Già! La mancata elezione di Oliverio infatti significherà che i sindaci hanno fatto finta di avere i voti per la sua rielezione e lo hanno preso in giro!
E se è così le loro dimissioni sarebbero un passo onorevole.
Se è così tanti comuni hanno la viva speranza di cambiare le proprie amministrazioni.
Ma ci pensate?
Se Oliverio perde la giunta Pizzino si dimetterà ed andremo a nuove elezioni!.
Con un colpo solo salveremmo la Calabria ed Amantea.
Etichettato sotto
Crolli sulla 106. Bene! Ora Gratteri “tocca” anche l’ANAS!
Mercoledì, 19 Settembre 2018 20:38 Pubblicato in CatanzaroChiesto il processo per tre tecnici.
Le accuse della Procura di Catanzaro dopo i cedimenti dell’asfalto nei pressi dello svincolo per Germaneto sono difetti di progettazione e sistemi di drenaggio carenti:
Ma l’inchiesta continua: crepe e lesioni anche su altri tratti della statale.
Avrà inizio il prossimo 16 ottobre l’udienza preliminare a carico di Alessio Marino Ajmone Cat, 60 anni, milanese, ingegnere progettista della Astaldi spa; Antonio Bevilacqua, 56 anni, nato a Palermo, ingegnere direttore dei lavori del tratto stradale; e Michele Mele, nato a Bari 79 anni fa, ingegnere collaudatore statico.
Tutti e tre sono accusati del crollo colposo del muro di contenimento della rampa di accesso numero 6 che sulla 106 porta a Germaneto.
Secondo l’accusa formulata dai magistrati di Catanzaro titolari dell’inchiesta che hanno firmato la richiesta di rinvio a giudizio – il procuratore Nicola Gratteri, l’aggiunto Vincenzo Capomolla e il sostituto Vito Valerio – i tre ingegneri, in cooperazione colposa tra loro, mediante condotte attive e omissive, ciascuno nella propria qualifica tecnico-funzionale, «cagionavano, per colpa generica e specifica, il crollo del muro di contenimento della rampa numero 6 di accesso alla strada statale 106 variante A (svincolo per Germaneto)».
In particolare, il progettista della Astaldi, nell’elaborare la progettazione di quel tratto stradale non avrebbe previsto un idoneo ed efficace sistema di drenaggio dell’acqua; avrebbe effettuato una sottostima dei carichi che sarebbero andati ad agire sul terrapieno; avrebbe realizzato una sovrastima dei parametri di resistenza meccanica del terreno.
Bevilacqua, quale direttore dei lavori di realizzazione del tratto di strada oggetto dell’inchiesta, nelle fasi di progressiva realizzazione dell’opera, avrebbe omesso di segnalare il difetto di progettazione, «quantomeno in riferimento all’insussistenza di un idoneo e necessario sistema di drenaggio dell’acqua».
In fase di collaudo, invece, Mele non avrebbe riscontrato alcuna delle criticità progettuali «evincibili attraverso l’ordinaria osservanza delle “regole della tecnica”».
A maggio scorso il tratto della 106 che porta a Germaneto era stato subito posto sotto sequestro e gli accertamenti sui lavori fatti erano stati affidati a un pool di tecnici esperti.
La parte preliminare di questo procedimento entrerà nel vivo il prossimo 16 ottobre ma l’inchiesta sulla 106 non si ferma qui.
I lavori sulla strada statale, costati centinaia di milioni di euro, hanno portato risultati scadenti in più di un tratto: scarpate che presentano scoscendimenti in più punti, il piano stradale interessato da pericolosi avvallamenti e nelle gallerie, dove solo di recente la funzionalità degli impianti è stata ripristinata, sono visibili crepe e lesioni nella struttura.