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Redazione TirrenoNews

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Maledetta solitudine!

Milano (LaPresse) – Scoperto dalla polizia di Catanzaro e denunciato l’autore di una truffa compiuta con whatsapp.

La vittima è una donna catanzarese di 64 anni che si è rivolta al Commissariato Sezionale di PS di Catanzaro Lido per sporgere denuncia sull’ingente danno economico subito.

Subito è stata avviata l’attività d’indagine che, nell’arco temporale di circa due mesi, ha consentito di risalire all’identità dell’autore del reato.

La donna era stata dapprima attratta da una relazione sentimentale tramite messaggi su whatsapp da un soggetto connotatosi come “colonnello Melvin”.

Una volta conquistata la fiducia della malcapitata, l’interlocutore ha iniziato ad attuare il suo perverso piano.

Inviandole una foto di una valigetta che dichiarava contenere banconote per il valore di 2.400.000 dollari.

Perché la potesse consegnare alla donna per custodirla nel periodo in cui il colonnello sarebbe stato in missione Siria.

Era riuscito ad attrarre talmente tanto la signora che si era fatto destinare diverse somme

Nella fantasiosa narrazione la valigetta era in Bulgaria. Per sbloccarla alla dogana e farla recapitare, il “colonnello Melvin” ha richiesto grosse somme di denaro che la donna circuita si è lasciata convincere a versare a più riprese. Con bonifici, 2 su un conto corrente italiano e 2 su conti esteri, per una somma complessiva di 15.750,00 euro.

Nel corso dell’indagine il personale del Commissariato ha verificato l’identità dell’intestatario del conto corrente italiano, collegato ad una carta postepay.

Dai movimenti oltre ai versamenti effettuati dalla donna, risultano operazioni in entrata e in uscita di valori cospicui.

Gli accertamenti hanno condotto ad individuare quale autore della truffa un cittadino di nazionalità nigeriana I.O. 24enne residente a Torino.

E’ stato denunciato alla competente Autorità Giudiziaria.

Mentre proseguono le indagini per individuare gli intestatari dei conti correnti esteri.

Crotone “Città della vita” e “Culla segreta”.

Giovedì, 25 Ottobre 2018 17:39 Pubblicato in Crotone

Riceviamo e pubblichiamo

“Chiediamo al Sindaco di Crotone Ugo Pugliese, al presidente del Consiglio Serafino Mauro ed al consiglio comunale di voler dichiarare Crotone “Città della vita” come già avvenuto per Verona, Ferrara, Milano, Roma e Sestri Levante al fine di garantire, nella nostra città, sia la dignità della donna che del feto e, quindi, confermare i dati statistici che vogliono il nostro Comune con uno dei pochi primati positivi che è quello di avere il minor numero di aborti.

I sottoscritti sostengono la sacralità della vita ed il rispetto per la donna che merita di poter onorare e sostenere la maternità e, quindi, considerare l’aborto (legalizzato con la legge 194 della quale se ne fa un uso “personalizzato” senza la sua piena applicazione) solo per i casi estremi, come insegnano i padri della civiltà dai quali noi italiani discendiamo.

Vorremmo ricordare infatti che la pratica abortistica non è certamente uno strumento per affermare l’autodeterminazione della donna la quale, stando a stereotipati slogan ideologicamente e razionalmente corrotti da una mentalità relegata in un recinto di storture etiche e sociologiche, in tal modo viene ad essere considerata come una macchina sulla quale intervenire solo in determinate circostanze (la gravidanza).

Per noi il rispetto per la donna deve arrivare dal sostegno alla maternità e non sostenendo la politica della morte poiché, pur essendo di fatto diminuito il numero di interruzioni di gravidanza negli ultimi anni, è accertato che tale pratica viene proposta da certi sedicenti ed ignoranti sostenitori come metodo contraccettivo e la cosa è assolutamente aberrante.

Inviteremmo piuttosto ad informarsi e raccogliere testimonianze riguardo all’aborto presso i medici ginecologi non obiettori (fortunatamente pochi in Italia ma ugualmente consapevoli) per capire quali danni, soprattutto psicologici, restano in una donna che ha abortito e di trovare una donna felice di aver interrotto una gravidanza.

Considerare inoltre il rispetto per la vita una mentalità medioevale è indice di una profonda non conoscenza della storia nonché di un’omologazione a dei canoni prestabiliti che vogliono far passare come epoca oscurantista il periodo che, maggiormente in Italia, ci ha regalato personaggi come Dante Alighieri, Carlo Magno, Urbano II, Gioacchino da Fiore, Carlo V, Giotto giusto per citarne qualcuno.

Chiediamo quindi che il consiglio comunale di Crotone col Sindaco si adoperino per la diffusione di una cultura di accoglienza della vita si impegni ad inserire nel prossimo assestamento di bilancio dei finanziamenti il progetto “Gemma” (avviato nel 1994 su scala nazionale per l’adozione prenatale a distanza di madri in difficoltà) ed a promuovere il progetto “Culla segreta” (per il parto in anonimato e già previsto da una legge che non si vuol rendere nota) e proclamare, dunque, Crotone “città a favore della vita”.

Iaconis Gianni – Fratelli D’Italia

Pirillo Davide – Forza Nuova

Torromino Sergio – consigliere comunale – Forza Italia

Turtoro Paola – Azione Identitaria

Villirillo Caterina – Libere Donne Crotone

Serra San Bruno. Sette persone, tra le quali un medico, sono state denunciate per falsità ideologica dagli agenti del Commissariato di Polizia di Stato di Serra San Bruno nell’ambito di controlli finalizzati a verificare l’effettiva sussistenza dei requisiti psicofisici dei soggetti detentori di armi o richiedenti la licenza di porto di fucile.

In particolare, da un controllo sulla validità della certificazione sanitaria allegata alle istanze di rinnovo del porto d’armi, è emersa l’omissione sistematica di pregresse patologie psichiche la cui indicazione non avrebbe consentito la concessione del titolo.

L’attività ha portato alla denuncia di cinque cittadini, tutti ex dipendenti della Polizia penitenziaria.

Sempre nell’ambito dei controlli è emerso anche che ad un soggetto, dichiarato invalido all’attività lavorativa per patologie di natura psichica, era stato rilasciato da un medico un certificato attestante l’assenza di tali patologie.

Sia la persona interessata, sia il medico sono stati denunciati: il primo per falsità ideologica in atto pubblico ed il medico per falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale in certificati o autorizzazioni amministrative.

Nei confronti di tutti i titolari di porto di fucile si è provveduto alla revoca del titolo e al ritiro cautelativo delle armi possedute.

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