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Redazione TirrenoNews

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Il carcere di Paola è pieno di stranieri

Martedì, 30 Ottobre 2018 21:50 Pubblicato in Paola

Il carcere di Paola ha 182 posti.

Ospita però 221 detenuti.

Ben 119 sono stranieri.

In maggior parte albanesi.

La Casa Circondariale di Paola è tra gli Istituti della Calabria con la più alta percentuale di stranieri,

con tutte le difficoltà che ne derivano per la gestione penitenziaria di tali persone, spesso prive di alcun collegamento con il territorio.

Ci sono 17 camere inagibili (4 alla I sezione, 4 alla III sezione, 3 alla IV sezione, 5 alla V sezione e 1 alla sezione infermeria).

Numerose camere detentive sono chiuse per inagibilità dovuta a copiose infiltrazioni meteoriche.

Inoltre, per gli stessi motivi, altre 2 camere presso la IV sezione, a breve, saranno dichiarate inagibili.

E’stata registrata altresì la copiosa infiltrazione di acqua piovana nelle aule scolastiche e in altri locali (teatro, sorveglianza generale, corridoio centrale accesso sezioni).

Tutte le problematiche, pur essendo state segnalate ai superiori uffici, non sono state risolte.

Sono state riscontrate alcune altre criticità tra cui l’isolamento precauzionale di un detenuto, allocato da circa 7/8 mesi all’interno del cosiddetto “repartino isolamento” avendo lo stesso dichiarato al personale di Polizia Penitenziaria di temere per la propria incolumità personale e di volere essere trasferito in altro Istituto.

La Direzione dell’Istituto avrebbe chiesto più volte l’allontanamento del predetto, ma ogni richiesta pare sia stata respinta dai superiori uffici. Inoltre, il detenuto, pare abbia posto in essere anche atti autolesionistici e per tale ragione sia stato sottoposto a “sorveglianza a vista”.

Maurizio Martina si è dimesso da segretario del Pd. Ed ora?

Martedì, 30 Ottobre 2018 21:29 Pubblicato in Italia

“Caro Presidente – si legge nelle lettera di dimissioni invita al presidente dem, Matteo Orfini – dopo il nostro Forum nazionale tenuto a Milano il 27 e 28 ottobre scorsi ritengo assolto il mandato affidatomi dall’Assemblea nazionale il 7 luglio

 

quando, eleggendomi, indicava per la mia segreteria una serie di obiettivi utili alla ripartenza del Pd dopo la sconfitta elettorale di marzo.

Faccio quindi seguito agli impegni presi, dimettendomi dall’incarico di segretario”.

“E chiedendoti – prosegue Martina – di poter convocare a breve l’Assemblea stessa per gli adempimenti conseguenti.

Fino a quel momento garantirò ovviamente per la mia parte un ordinato lavoro di tenuta in attesa delle nuove deliberazioni”.

“Ritengo che in questi mesi complessi il nostro lavoro abbia aiutato a impostare il percorso d’impegno necessario ai democratici dall’opposizione all’alternativa alle forze che oggi governano pericolosamente il Paese.

Siamo tornati in tanti territori, abbiamo cercato di rilanciare l’idea di un partito fianco a fianco alle persone che vogliamo rappresentare, pensando prima di tutto a chi ha di meno e a chi sta peggio.

Con la manifestazione di Piazza del Popolo a Roma abbiamo dato voce alla comunità democratica che vuole combattere per un’Italia migliore.

Con il Forum di Milano abbiamo cercato di mettere in chiaro gli impegni del nostro riformismo radicale: emancipazione, cittadinanza, ecologia, Europa”.

“Sono davvero convinto – prosegue Martina – che lo spazio dell’alternativa nel paese sia largo e che tocchi ora al Pd muovere l’iniziativa in modo aperto, unitario e plurale.

Oggi è giusto definire la nuova fase di questo percorso pensando innanzitutto alle prossime scadenze elettorali e in particolare alle cruciali elezioni europee di fine maggio 2019.

Ne va del destino europeo e della nostra democrazia.

“Colgo l’occasione per ringraziare te, la presidenza, e tutti i componenti dell’Assemblea nazionale per la collaborazione e l’impegno garantito in questa fase molto particolare della vita del nostro partito.

Mi piace ricordare uno dei messaggi più forti incontrati in questi mesi di lavoro intenso e appassionato: noi siamo somma, non divisione.

Lo dobbiamo alle donne e agli uomini del Partito Democratico e lo dobbiamo all’Italia”, conclude Martina.

Roma, 30 ott. (AdnKronos)

Una docente di storia di 55 anni è stata vittima di un agguato all'interno della propria classe.

E' stata infatti ferita a colpi di sedia durante la lezione che stava tenendo all'interno dell'istituto secondario superiore "Floriani" di Vimercate (Monza).

 

Ancora ignoti gli aggressori visto che per agire hanno spento tutte le luci dell'aula e iniziato a lanciare sedie contro la professoressa.

La docente è stata sorpresa alle spalle mentre stava mettendo a posto un registro ed è rimasta ferita a una spalla da alcune sedie lanciate dai suoi studenti.

La donna, che ha riportato lesioni guaribili in cinque giorni, ha raccontato ai carabinieri di essere stata aggredita all'improvviso.

Qualcuno tra i suoi alunni ha spento le luci dell'aula ed altri le hanno scagliato addosso alcune sedie.

Ora indagano i carabinieri.

Il preside Daniele Zangari ha parlato ai ragazzi, per far comprendere loro la gravità dell'accaduto e spingerli ad assumersi le loro responsabilità, ma finora nessuno ha parlato

Chi tace non è meno colpevole di chi ha commesso il fatto

Per lunedì 5 il dirigente scolastico ha convocato un consiglio di classe straordinario per parlare agli alunni e ai genitori.

Il ministro Bussetti ha duramente condannato questo comportamento violento:"L'aggressione alla docente dell'Istituto Floriani di Vimercate è un atto di violenza che condanno duramente. Ho chiesto un approfondimento all'Ufficio Scolastico Regionale che ha avviato tutte le procedure necessarie per accertare le responsabilità del gesto e valutare la possibilità di costituirci parte civile.Si tratta di una vicenda grave rispetto alla quale agiremo con la dovuta fermezza. Ho contattato l'insegnante coinvolta per esprimerle personalmente la mia solidarietà".

Forse se nessuno parlerà potremo anche dire che la scuola ha finito di essere il luogo per eccellenza della formazione e dell'educazione

Comunque sia c’è qualcosa da rivedere.

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