
Redazione TirrenoNews
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Raganello, nuovi indagati per l’ondata di fango che ha ucciso dieci persone
Martedì, 06 Novembre 2018 14:35 Pubblicato in CosenzaCastrovillari .Le responsabilità della tragedia del Raganello potrebbero estendersi a nuovi soggetti.
“A giorni i consulenti depositeranno le risultanze dei rilievi effettuati, ci sono cose interessanti”.
Ad affermarlo è il Procuratore capo di Castrovillari, Eugenio Facciolla, che sta seguendo personalmente l’inchiesta sulla morte di 10 persone, avvenuta il 20 agosto scorso nelle gole del Raganello, a Civita, a causa della piena del fiume.
Il magistrato annuncia, quindi, nuovi sviluppi dell’inchiesta.
“I rilievi nelle gole sono praticamente terminati – dice il procuratore – e nel giro di una ventina di giorni dovremmo avere l’elaborato, diciamo entro fine novembre.
Stiamo cercando di scandagliare le responsabilità di ognuno – dice Facciolla – e anche riguardo a qualcuno che, in prima battuta, non avevamo individuato.
Ritengo quindi che ci saranno nuovi indagati – precisa il procuratore – ci sono competenze estese e stiamo cercando di fare chiarezza”.
Al momento sono sette le persone già iscritte nel registro degli indagati all’indomani della tragedia.
Per ora gli indagati per i decessi seguiti alla piena del Raganello sono i sindaci dei Comuni del Cosentino in cui ricade l’area naturalistica: Civita, San Lorenzo Bellizzi e Cerchiara di Calabria.
Si tratta di Alessandro Tocci, Antonio Cersosimo e Antonio Carlomagno insieme al presidente del Parco Nazionale del Pollino, Domenico Pappaterra, il dirigente dell’ufficio Biodiversità dei Carabinieri Forestali Gaetano Gorpia e le guide escursionistiche Giovanni Vancieri e Marco Massaro.
Le accuse riguardano la mancata applicazione delle misure e degli interventi preventivi che avrebbero potuto evitare la tragedia. I reati ipotizzati sono omicidio colposo e lesioni colpose, inondazione colposa ed omissione di atti d’ufficio
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Indagato Oliverio, 5 assessori regionali e due dirigenti
Martedì, 06 Novembre 2018 13:59 Pubblicato in CalabriaTra il 12 e il 14 novembre prossimi saranno sentiti in Procura a Catanzaro per fare chiarezza su quanto accaduto nella seduta di giunta del 24 settembre scorso, nel corso della quale è stato deliberato di riassegnare un incarico dirigenziale a Salvatore Lopresti
Lopresti era sottoposto in quel periodo ad una misura interdittiva ma nella riunione di Giunta del 24 settembre è stato evidentemente trovato il modo di assegnargli un nuovo incarico.
E così i magistrati del capoluogo vogliono vederci chiaro ed hanno convocato Mario Oliverio, presidente della giunta, Francesco Russo vicepresidente e gli assessori al Bilancio e alle Politiche del personale, Maria Teresa Fragomeni, ai Trasporti Roberto Musmanno, all’Ambiente Antonietta Rizzo, all’Urbanistica Francesco Rossi e i dirigenti Bruno Zito e Sergio Tassone.
Sono indagati per abuso d’ufficio e falsità ideologica in atti pubblici.
Erano tutti presenti alla riunione di giunta del 24 settembre nel corso della quale è stata adottata la delibera 422 che riassegnava a Lopresti un incarico dirigenziale, nonostante fosse sottoposto ad una misura interdittiva della sospensione per un anno dell’esercizio di pubblico ufficio a partire dal 16 aprile 2018.
L’ex dirigente del settore “Reti dell’emergenza-urgenza” era stato sospeso dal servizio il 6 febbraio 2018, dal giorno in cui è stato posto agli arresti domiciliari, perchè coinvolto nell’inchiesta su presunti illeciti commessi riguardo un appalto da 100 milioni di euro per il servizio di Elisoccorso.
Nella foto Oliverio che sembra dire "Ma come vi permettete?"
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L’inchiesta che scuote il Paese : “Il Belgio ha finanziato gli scafisti libici”.
Martedì, 06 Novembre 2018 08:29 Pubblicato in Mondo03/11/2018 – Gli interessi delle obbligazioni della Libia, congelate dopo la morte di Gheddafi e presenti anche nelle banche di Bruxelles, sarebbero stati elargiti e forse usati per comprare armi.
Gli scafisti trafficanti di esseri umani sarebbero stati finanziati dal governo federale belga.
Lo afferma un’inchiesta della Rtbf, la radio-televisione belga di lingua francese, che ha indagato sul caso dei fondi congelati all’ex leader Muhammar Gheddafi, citando anche fonti “vicine agli agenti segreti” che hanno chiesto l’anonimato.
L’indagine ha riguardati le fonti di finanziamento delle milizie libiche, che dallo scoppio della guerra civile non hanno mai avuto difficoltà ad acquistare armi.
Dopo la morte di Gheddafi nel 2011, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha imposto il blocco delle azioni e delle obbligazioni libiche. In Belgio questi asset sono stati congelati in quattro banche: BNP Paribas Fortis (43 milioni), ING (376 milioni), KBC (869 milioni) e soprattutto Euroclear Bank (12,8 miliardi).
Tuttavia, alcuni anni dopo, secondo Rtbf, gli interessi e i dividendi di questi beni sono stati distribuiti normalmente e già nel 2012 tra i tre e i cinque miliardi di euro di interessi e dividendi avevano lasciato conti belgi, senza che si sappia esattamente cosa sia successo a questi soldi.
La fonte vicina ai servizi segreti ha detto che alcuni aerei diretti in Libia sarebbero stati fermati all’aeroporto di Ostenda carichi di armi, lanciando il sospetto che i soldi siano stati usati per acquistare quegli armamenti.
“Questo è un potenziale finanziamento ad una guerra civile per sette anni. La guerra civile ha causato una grave crisi migratoria “, ha affermato la fonte. In Parlamento le domande dei deputati non hanno avuto risposta soddisfacente e si è puntato il dito contro il ministro Didier Reynders, perché secondo il parlamentare Georges Gilkinet era lui che aveva il potere di decidere sul destino di quei fondi.