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Redazione TirrenoNews

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Alle 10.00 nell’ aula consiliare sono pochi.

Alle 1030 entrano gli altri consiglieri e la segretaria fa l’appello.

Per la maggioranza sono 8 i presenti Pizzino, Giacco, Vairo, Ciccia, Policicchio,Giusta, Ferraro e Mastroianni.

 

Assenti Veltri, Ianni Palarchio e Pati.

Per la minoranza sono 5 i presenti Aloisio, Menichino, Signorelli, Gagliardi, Sicoli.

Assente Salvatore Alessandro.

Si passa alla discussione del primo punto all’ordine del giorno ma prima della votazione la Menichino segnala la mancanza del numero legale ove la minoranza si assentasse.

Comincia ad uscire Aloisio come se avesse intuito cosa stava per succedere..

Subito dopo la Menichino adducendo una mancanza di attenzione da parte del sindaco dichiara di voler uscire dal novero dei presenti nel consesso e dichiara di volersi sistemare tra il pubblico come un normale cittadino. Con lei esce anche la Sicoli.

Sa bene la consigliera dei5 stelle che ove si allontani anche il gruppo di Signorelli mancherebbe il numero legale ed il consiglio dovrebbe automaticamente riconvocarsi a domani domenica 30 dicembre.

E così avviene

Anche la Gagliardi e Signorelli si allontanano dal consesso.

Al presidente Giacco non resta che prendere atto della mancanza del numero legale e riconvocarsi in seconda convocazione a domani 30 dicembre ore 11.00.

Ormai la Chiesa assume sempre più posizioni politiche.

E’ il caso del parroco di Cariglio-Fuscaldo che durante la messa di Natale , prima della benedizione finale assolve il sindaco Ramundo come denunciato dal capogruppo del “Futuro che vogliamo” Andrea Filella

e le consigliere comunali Carnevale e Trotta, appartenenti al gruppo politico nonchè il capogruppo Leta del movimento popolare “Fuscaldo è noi”

“Probabilmente anche Guareschi si starà rivoltando nella tomba nel vedere che gli attuali Don Camillo e l’onorevole Peppone del Comune di Fuscaldo girano a braccetto. Quanto accaduto nella Chiesa di Cariglio, frazione del Comune di Fuscaldo, durante la messa di Natale ha dell’incredibile, dello straordinario.

Il parroco – riporta ancora la nota – prima della benedizione finale ai fedeli, quindi durante la celebrazione, ha commentato dall’altare le indagini della Procura di Paola che hanno coinvolto il Sindaco Ramundo assolvendolo, sebbene siano ancora da concludere le indagini che lo vedono coinvolto insieme al suo vice sindaco ed all’assessore al bilancio. Ed inoltre, dopo il suo intervento assolutore, il parroco ha invitato il sindaco Ramundo ad esternare a tutti i fedeli presenti la sua innocenza, la sua non colpevolezza, ribadendo quanto quest’ultimo aveva già fatto la sera prima sui social network “.

Alcuni fedeli abbandonano la liturgia

“Siamo stati prontamente informati dai tanti fedeli della parrocchia di Cariglio. Un fatto davvero singolare – è scritto nella nota – che ha destato non solo forte preoccupazione tra i fedeli, che in parte hanno abbandonato la liturgia, ma ha minato alle fondamenta una istituzione come la Chiesa che da sempre si occupa di diffondere la parola del Signore e di predicare umiltà ed invece, in questa occasione e come purtroppo avviene di sovente anche nella messa della Santa Pasqua, assistiamo ad una vergogna senza fine: il Sindaco viene sempre chiamato a parlare sull’altare alla stregua di un alto prelato. Ma ciò che indigna e spaventa, in questa occasione, è la continua ricerca, da parte del Sindaco, di predicare la sua innocenza dappertutto, come se la Chiesa, i social network ed il Consiglio comunale potessero sostituirsi all’aula dei tribunali. Questa volta a prestargli il fianco addirittura un parroco! Come se anch’egli potesse sostituirsi al lavoro di un giudice”.

Ed ancora, “se la parte politica di minoranza, che in ogni caso costituisce metà della cittadinanza, ha ritenuto opportuno mantenere una posizione di attesa delle determinazioni degli organismi giudiziari, accettando e senza entrare nel merito di quanto deciso, come può un rappresentante apolitico per natura, nonché “pastore di anime”, assurgere a giudice di cose umane? Come può un rappresentante della chiesa dare in uso un luogo sacro per politicizzare una situazione giudiziaria che avrà un percorso proprio?”.

“Ormai c’è una contaminazione di sfiducia nelle istituzioni, bisognerebbe agire senza indugio per frenare questo decadimento. Altro che attendersi le dimissioni del Sindaco e della maggioranza. Non vi è nessun commento se non esecrazione per comportamenti ibridi e assurdamente di parte”.

I gruppi consiliari di minoranza ritengono che sia opportuno un doveroso coinvolgimento delle autorità ecclesiastiche al fine di condannare e proibire simili sceneggiate in una chiesa del popolo.

Cerzeto Tre uomini arrestati per furto di legna

Sabato, 29 Dicembre 2018 17:42 Pubblicato in Cosenza

Cerzeto 29 dicembre 2018 – Tre uomini di Cerzeto sono stati tratti in arresto dai militari delle Stazioni Carabinieri Forestale di Montalto e Cerzeto per furto di legna.

I tre, A.P. del 1963, P.M. del 1985 e E.D.M. del 1974 tutti di Cerzeto, sono stati sorpresi dai militari

nei pressi della località “Cinquevie”di Cerzeto, mentre trafugavano del legname di faggio all’interno di una proprietà comunale.

Tale zona, particolarmente conosciuta da escursionisti, limitrofa alla riserva naturale di “Varconcello” nel comune di Mongrassano (CS), è da tempo attenzionata dai Carabinieri Forestale perché oggetto di furti di legname a danno del patrimonio boschivo comunale.

All’arrivo dei militari i tre uomini erano intenti a trafugare il legname di faggio lungo la strada carrabile che reca dal comune di Cerzeto (CS) alla località “Cinquevie”.

Uno dei tre uomini è stato fermato sulla strada mentre sistemava il materiale legnoso in attesa di essere caricato su un automezzo.

Gli altri due erano all’interno del bosco mentre depezzavano con l’ausilio di motoseghe alcune piante appena abbattute dagli stessi.

L’intervento dei militari ha scongiurato ulteriore taglio indiscriminato di piante in tale zona già particolarmente compromessa.

Il taglio delle piante di faggio condotto in modo abusivo ed in spregio delle norme selvicolturali, ha arrecato un danneggiamento a scopo di lucro su questa area.

Gli accertamenti eseguiti hanno quantificato in circa 45 quintali il materiale legnoso tagliato e pronto per essere caricato su gli automezzi di loro proprietà posti a bordo strada.

Colti in flagranza i tre, come disposto dall’autorità giudiziaria, sono stati posti agli arresti domiciliari in attesa del processo per direttissima tenutosi nella giornata di ieri che ha convalidato gli arresti, ha disposto la remissione in libertà per due e applicato per il solo A.P., già noto per questo tipo di reato, l’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria.

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