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Redazione TirrenoNews

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Riceviamo e pubblichiamo :

E' imbarazzante quanto tutti gli eventi- e sono molti- drammatici e scandalosi passino inosservati. 

E' senz'altro una caratteristica del Bel Paese farsi scivolare le cose addosso, come se niente fosse, come se ci fosse sempre un'alternativa migliore a quella appena persa.

E' davvero straziante constatare il menefreghismo diffuso rapportato alla gravità della condizione generale.

Questo discorso si distacca dalle vicissitudini politiche che si sono succedute negli anni- dalle inchieste, alle storie di mafia, ai vari commissari che hanno fatto visita al municipio- poiché l'attenzione va alla base del sistema politico: la società.

Purtroppo Amantea è, al momento, la tipica cittadina del sud Italia: omertosa, in crisi profonda, dove tutto va secondo il volere di Alcuni, dove tutto rimane fermo, basta che ognuno sia in condizione di tirare l'acqua al suo mulino.

Vedo tutti felici e contenti, soddisfatti di un carnevale irriconoscibile rispetto a qualche anno fa, di un programma estivo inesistente, di un teatro con le porte sbarrate, di un Palazzetto dello Sport che fa da spaventa passeri per i campi nei dintorni.

Soddisfatti di un Polo scolastico altamente disorganizzato, dove i ragazzi sono costretti a spartirsi le aule e chiudere i laboratori per far posto a nuove classi.

Soddisfatti di un luogo fondamentale per la formazione dei ragazzi mandato in disgrazia dalle gestioni insulse degli ultimi anni.

Quella scuola, che speravo fosse l'unica cosa ancora a resistere al degrado, ha perso ogni sua potenzialità, mandando i ragazzi- appena diplomati senza nessuna preparazione morale- ad affrontare un mondo assolutamente più complesso di qualche decennio fa.

Eppure ci sono molti giovani interessanti, molti dei quali sono anche impegnati in manifestazioni e progetti che invece di essere incentivate vengono trascurate.

Servono dei piccoli segnali- che ci sono- ed è necessario che la gente sia spinta ad apprezzarli, o almeno a prenderli in esame e certamente anche disapprovare.

Quello studente comune rimane deluso ma speranzoso.

D’ignoranza si può morire di Francesco Gagliardi

Martedì, 08 Gennaio 2019 19:37 Pubblicato in Mondo

E’ possibile, amici, che anche nell’anno del Signore 2019 si può ancora morire per ignoranza.

Oggi vi voglio dare una notizia che ha creato brividi di vergogna ed imbarazzo alle nostre istituzioni calabresi e a quei personaggi che ogni giorno si riempiono la bocca di carità, di amore. di fratellanza, di accoglienza, di integrazione.

La notizia è vera, non me la sono inventata o come si dice oggi è una fake news.

Tanto scalpore ha destato nell’opinione pubblica.

Rasenta, è vero, l’assurdo e subito i giornali, quelli politicamente scorretti, l’hanno messa in prima pagina perché la notizia giunge dalla Calabria, da una regione del Sud, dove ancora si può morire per una banale infezione, per una semplice estrazione di un dente cariato.

L’assurdo è che il dente non è stato estratto dalla bocca di una persona da un dentista.

La persona se l’è estratto da solo, perché non poteva permettersi di pagare un dentista.

E’ morto.

La persona morta aveva un nome ed un cognome, viveva ai margini della società.

E’ una storia triste e drammatica quella di Eugen Munteau, romeno di 55 anni, abitante ad Acri, cittadina alle porte di Cosenza.

Eugen è morto presso l’ospedale “Beato Angelo” di Acri per una grave malattia infettiva, setticemia, la più grave che esista, dovuta alla penetrazione e alla riproduzione di germi patogeni nel sangue.

E’ una terribile malattia che colpisce più di 30 milioni di persone all’anno e se non viene diagnosticata in tempo e curata uccide più dell’infarto.

L’uomo che è morto non viveva da solo ed era conosciutissimo nella cittadina cosentina.

Viveva con la compagna e con il fratello di lei.

Si trovavano in gravissime difficoltà dopo aver perso il posto di lavoro.

Senza un lavoro e senza una casa dove vivere finirono ben presto ad alloggiare per strada, sotto i ponti o in una baracca a pochi chilometri di distanza dal centro abitato di Acri. Eugen, la compagna e il fratello di lei, è bene ribadirlo, non erano stati completamente abbandonati.

Le Forze dell’Ordine, i servizi sociali, i parrocchiani, lo stesso parroco Don Giampiero Fiore si sono spesso interessati alle loro condizioni.

Hanno cercato in qualche modo a rendere la vita di questi tre migranti, perché di migranti si tratta, un po’ sopportabile.

Gli sono stati vicino.

Specialmente il parroco Don Giampiero, che noi conosciamo benissimo perché è stato con noi nella parrocchia di San Bartolomeo Apostolo e nella chiesa della Madonna delle Grazie di San Pietro in Amantea.

C’è stato pochissimo. Solo un anno. Ma noi lo ricordiamo con affetto e gratitudine per il bene che ha fatto in parrocchia e nel paese. Recava loro spesso cibo ed indumenti.

E poi per diverso tempo hanno frequentato la Mensa del Girasole dove riuscivano a mangiare un piatto caldo.

Eugen ora è morto.

Forse aveva dei denti gravemente malati e lui li ha voluti rimuovere da solo, senza andare dal dentista.

Non aveva i soldi.

L’estrazione non è stata evidentemente facile in assenza di anestesia e forse con l’impiego di una pinza non sterile.

Ha sofferto molto.

Quando è giunto all’ospedale di Acri non c’è stato nulla da fare.

Senza vaccini e senza antibiotici che avrebbero potuto contrastare la grave infezione è morto.

Morto per ignoranza, morto perché non poteva permettersi di pagare un dentista, morto soprattutto perché Eugen viveva ai margini della società.

E’ stato accolto, ma poi è stato abbandonato.

Ed ora chi doveva intervenire e non è intervenuto piange lacrime di coccodrillo.

Nota della redazione: E pensare che veniva dalla Romania, la patria del turismo dentale, la nazione dove anche gli italiani vanno a conseguire la laurea che permette di fare il dentista ed oltre!

“Finalmente” ci è stato detto da chi ci ha segnalato la preziosa ordinanza sindacale n 134 del 30.11.2018 a firma Mario Pizzino e che ha dato il via alla rimozione di uno dei più grandi tetti di amianto della città.

 

 

 

 

Una ordinanza che ci era sfuggita e per questo molto bene ha fatto il nostro anonimo collaboratore a segnalarcela

Parliamo dell’immobile sito in Via della Libertà n 23.

Non l’unico certamente, ma comunque uno dei principali punti di pericolo della comunità locale.

Non solo per la sua entità, ma, anche, per la sua ubicazione in una delle aree urbane più frequentate, prossima al mercato ortofrutticolo

Ora esiste la speranza che anche altri edifici in similari( se non in peggiori) condizioni diventino oggetto della attenzione dell’ Ufficio di Igiene Pubblica del distretto Tirreno dell’Asp di Cosenza e dei sindaci. come è stato per Amantea .

Intanto i nostri complimenti all’ Ufficio di Igiene Pubblica, all’Ufficio tecnico Lavori pubblici ed al sindaco di Amantea per l’avvio del procedimento di attenzione ai veri pericoli della città con l’augurio che non ci si fermi.

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