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Redazione TirrenoNews

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"Morirete tutti", tunisino espulso

Venerdì, 11 Gennaio 2019 18:23 Pubblicato in Mondo

"Da ieri Mahmoud Jebali non è più in Italia: è stato espulso dal nostro Paese perché sospettato di essere un terrorista.

Scontata la pena, dal carcere di Padova è stato riaccompagnato con un volo in Tunisia.

 

 

 

 

Sono state le segnalazioni degli agenti di custodia e le indagini del Nucleo investigativo centrale (Nic) della Polizia penitenziaria a far emergere gli aspetti potenzialmente più pericolosi dei comportamenti di Jebali".

Lo rende noto il ministero della Giustizia attraverso il suo quotidiano online GNews.

“Abbiamo cominciato a tenerlo d’occhio dopo che aveva minacciato un agente urlandogli contro ‘prima o poi morirete tutti, entreremo nelle vostre case e vi uccideremo e mangeremo i vostri cadaveri… Allhu akbar’.

In un’altra occasione disse che, una volta uscito di prigione, sarebbe andato a combattere in Siria”. A parlare è uno degli uomini del Nic, del quale non viene rivelato il nome, che ha monitorato negli ultimi tempi i movimenti del 31enne tunisino.

Privo di permesso di soggiorno ed entrato in Italia in maniera irregolare dal porto di Lampedusa, dopo aver affrontato la traversata del canale di Sicilia con un barcone, Jebali ha innumerevoli precedenti penali per reati violenti, quali rapine, porto abusivo di armi nonché detenzione di sostanze stupefacenti e utilizzo fraudolento di carte di credito.

  “Non aveva mai avuto un atteggiamento tranquillo - aggiunge l'agente - era polemico, riottoso e aveva sempre un fare arrogante con gli agenti.

Poi però aveva cominciato a intensificare la pratica religiosa tanto da diventare un capo carismatico per gli altri detenuti di religione islamica. La cerimonia della preghiera del venerdì si faceva nella sua cella e lui, vestito con la tipica tunica dell’imam, celebrava.

Era diventato un po’ il leader. Ovviamente la pratica religiosa in sé è un fatto del tutto normale e ciò non implica automaticamente un legittimo sospetto.

Tanto è vero che nessuno dei suoi compagni di religione che partecipavano alle preghiere e agli altri riti è stato allontanato dopo l’espulsione del soggetto in questione dall’Italia.

Per il semplice fatto che non ce ne sono i presupposti”.

“Tra i nostri compiti c’è anche quello di raccogliere quegli eventuali segnali che siano elementi utili per farci capire se il soggetto si sia ‘radicalizzato’ e se rappresenti un pericolo per la sicurezza”. Riguardo al 31enne tunisino espulso ieri di elementi ne sono stati trovati diversi.

Il più eclatante è stato l’apprezzamento espresso sulla sua pagina Facebook di un video intitolato “macellazione lecita di un cristiano”.

Grazie Renzi, grazie PD

Amici, vi ricordate di Rigopiano oppure avete già dimenticato quella tragedia che si poteva evitare e dove persero la vita 29 persone travolte da una valanga?

Era il 18 gennaio 2017, due anni fa. In quel giorno l’Hotel Rigopiano di Farindola provincia di Pescara venne sventrato e sommerso dalla neve.

Le indagini sulle responsabilità sono ancora aperte e molti sono gli interrogativi da chiarire.

Sono passati due anni e ancora i Magistrati indagano e ancora il posto della tragedia è sottoposto a sequestro giudiziario.

Dum Romae consulitur Saguntum expugnatur.

Chiudo scusa agli amici se uso questa frase latina. Mi è venuta in mente questa frase di Tito Livio mentre scrivo queste note. Tito Livio fa riferimento alla richiesta di aiuto che Sagunto fece a Roma. A Roma discutevano se era opportuno o non intervenire e inviare rinforzi e si arrivò al punto che i Cartaginesi comandati da Annibale conquistarono la città.

E proprio quello che si è verificato il 18 gennaio 2017 all’Hotel Rigopiano.

I responsabili della Protezione Civile, della Prefettura di Pescara, il Sindaco della cittadina, allertati del pericolo imminente di valanghe dopo le scosse di terremoto dovevano intervenire immediatamente e con decisione, invece non sono intervenuti.

Hanno perso troppo tempo a discutere tra di loro senza agire e così dopo poche ore la valanga ha sventrato l’Hotel uccidendo 29 persone che soggiornavano nell’albergo e con le valigie pronte nella Hall sin dalla mattinata pronte a partire.

Tra le vittime c’era anche un ragazzo Alessio Faniello.

Il padre del ragazzo morto il 21 maggio scorso ha voluto ricordare suo figlio e ha portato dei fiori sul posto della tragedia.

Si è introdotto sul luogo ancora sottoposto a sequestro giudiziario.

Il Tribunale di Pescara lo ha condannato a pagare una multa di 4.550 euro per aver violato i sigilli giudiziari.

Il padre del ragazzo dopo aver ricevuto la notifica ha fatto sapere che non pagherà e se sarà necessario si farà tre mesi di carcere.

Amici, ma questa è una storia ai limiti dell’assurdo.

Ma questo è un vero e proprio affronto a un padre che non trova ancora pace per la morte di un figlio. Si è introdotto, è vero, abusivamente in un luogo dove i Magistrati hanno apposto i sigilli, ma per fare cosa?

Per rubare? Per distruggere le prove? No, per depositare un fascio di fiori dove era morto suo figlio. Ma la tragedia non si è verificata due anni fa?

E ancora i Giudici indagano e non hanno completato i rilievi del caso?

La zona è ancora sigillata.

Quando finiranno le presunte indagini?

Fra 20 anni, quando i veri responsabili della tragedia saranno tutti morti e i reati regolarmente estinti.

Ma, nel frattempo, finalmente abbiamo avuto una sentenza, non dei responsabili naturalmente della tragedia, ma di chi ha voluto ricordare una persona cara vittima innocente dei ritardi nei soccorsi, del menefreghismo, di chi ha concesso la licenza a costruire in un luogo pericoloso, dei Presidenti della Provincia, dei Presidenti di Regione, del Prefetto, del gestore dell’Hotel.

Amantea. Ogni tanto una notizia più che buona!

Venerdì, 11 Gennaio 2019 15:41 Pubblicato in Primo Piano

Le Ferrovie dello Stato hanno evaso positivamente la richiesta del comune di Amantea di utilizzare una parte dello stabile a suo tempo destinato a Stazione ferroviaria per destinarlo a sede del comando di Polizia Municipale.

La prima buona notizia è quella che in questo modo il comando di Polizia municipale si avvicinerà sensibilmente al centro abitato.

La seconda è che lo spazio per uffici disposizione dei Vigili è ben maggiore del precedente e quindi ben più idoneo di quello attuale.

La terza è che i vecchi uffici restano a disposizione per una delle altre e diverse esigenze pubbliche

La quarta è che il comune non pagherà alcun fitto.

Restano, infatti, a carico del comune le spese di pulizia, igiene e decoro dei locali e relative pertinenze.

Restano, anche, a carico del comune le spese di manutenzione ordinaria degli immobili, i costi relativi a lavori di innovazione ed adeguamento di impianti imposti per legge e delle opere e di manutenzione straordinaria a questi connessi.

Il sindaco ha dichiarato “ Ci vuole tempo perché le iniziative poste in essere dalla nostra amministrazione giungano a conclusione .

Questa è una delle tante che abbiamo posto in essere.

Certo, come per tutte le cose, ci vuole il tempo necessario.

Anche noi vorremmo soddisfare subito tutti i sogni degli amanteani ma non disperiamo di fare tanto altro.

La differenza tra noi e molti altri è che noi che noi vediamo e sappiamo apprezzare il bicchiere mezzo pieno.

Anche perché ogni giorno vi aggiungiamo acqua”.

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