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Reddito Universale nel Sikkim, India: lì non c’è il PD!

Sabato, 26 Gennaio 2019 10:56 Pubblicato in Mondo

L’India (MONETA SOVRANA) può farlo, l’Italia no

In India sta partendo un esperimento di reddito universale da far impallidire il nostro misero reddito di cittadinanza: succede nello Stato himalayano del Sikkim. Si tratta della seconda più piccola entità statale della federazione indiana, al confine con la Cina. Nel Sikkim,

all’avanguardia socialmente, tutti i 610.577 abitanti riceveranno un reddito-base universale, come riportato dal “Washington Post”. «Al posto di un insieme anche piuttosto confuso di contributi sociali, tutti riceveranno una somma di denaro», scrive Guido da Landriano su “Scenari Economici”. In questo, modo nessuno dovrà più preoccuparsi dei propri bisogni di base: saranno “stipendiati” tutti, indipendentemente dal reddito. Il Sikkim è un paese avanzato, per molti aspetti: «Con un tasso di alfabetizzazione del 98%, da diversi anni ha bandito completamente le borse di plastica: di recente è diventato il primo paese “biologico” al mondo, avendo messo al bando anche pesticidi e concimi chimici». Il piccolo Sikkim, aggiunge “Scenari Economici”, ha anche un tasso di povertà piuttosto basso, «soprattutto se comparato con il resto dell’India, in quanto solo l’8% della popolazione è in uno stato di indigenza, contro il 30% dell’India e il 10% dell’Italia».

Il Sikkim ha un’economia basata sul un turismo di élite e sulla vendita dell’energia derivante dalle risorse idriche di cui dispone, alimentate dai ghiacciai dell’Himalaya. Lo Stato inolte garantisce la casa a tutti i cittadini, a cui ora darà anche un reddito. «La finalità della decisione è quella di accorciare il gap economico fra i cittadini, con la speranza che, almeno localmente, non segua il trend mondiale che vede i ricchi sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri», spiega Guido da Landriano. “Scenari Economici” fa notare che esistono altri esperimenti in corso, nel mondo, sul reddito universale o reddito di cittadinanza: a Stockton, in California, tutti cittadini senza lavoro hanno ricevuto 630 dollari per 18 mesi. «Solo che nel Sikkim a ricevere il denaro saranno tutti i cittadini, indipendentemente dal fatto che ricevano un reddito o meno». Proprio la difficoltà nel dedurre l’identità degli aventi diritto ha invece paralizzato il governo italiano, a cui l’Unione Europea ha peraltro accorciato ulteriormente la “coperta” disponibile per soccorrere le fasce sociali più deboli.

«A questo punto, viste le affermazioni dei politici italiani – chiosa “Scenari Economici” – ci sarà da attendere un boom di vendite della catena “Divani & Divani”, perché tutti i cittadini cesseranno di lavorare». Aggiunge, Guido da Landriano: «Tutti, poveri e ricchi, smetteranno di lavorare perché avranno un reddito minimo». C’è da sperare che, su quei divani, «si trasferiscano un po’ di deputati di Forza Italia e del Pd che, purtroppo, infestano il dibattito politico italiano». Se la cosiddetta opposizione spara a man salva sui provvedimenti sociali dell’esecutivo Conte, va però ricordato che gli stessi gialloverdi – dopo aver promesso un vero reddito di cittadinanza, nel “contratto di governo” – non hanno osato resistere al diktat neoliberista dell’Ue, votato al rigore più suicida: prima hanno proposto nel Def 2019 un timidissimo deficit al 2,4% (inferiore al tetto del 3% fissato arbitrariamente da Maastricht) e poi hanno rinunciato pure a quello, ripiegando sull’umiliante 2,04%. Tradotto: l’Italia non può fare come il Sikkim. Anche perché l’India è un paese sovrano, dotato di propria moneta: non deve rispondere a nessuna Ue, né tantomeno pagare per avere il denaro che le serve.

Spagna. Il povero Julen non ce l’ha fatta: è morto

Sabato, 26 Gennaio 2019 09:25 Pubblicato in Mondo

Gli enormi sforzi delle squadre di soccorso sono stati vani. Julen, il bimbo di due anni caduto in un pozzo a Totalán (Málaga) domenica 13 gennaio, è stato trovato morto.

"Disgraziatamente ...nonostante tanti sforzi da parte di tanta gente, non è stato possibile

 

...#RIPJulen", si legge in un post su Twitter della Guardia Civil, che rivolge ai familiari "le più sincere condoglianze".

Il ritrovamento è avvenuto all'1,25 di questa mattina, si legge su 'El Paìs', dopo quasi due settimane di incertezza prima e di delusione poi, non appena ci si è scontrati con le diverse avversità delle ricerche.

Dal pomeriggio di domenica 13 gennaio, le squadre di soccorso hanno lavorato giorno e notte per trovare il bambino, caduto nel pozzo costruito illegalmente di circa 110 metri di profondità e 25 centimetri di larghezza).

Resta aperta l'inchiesta della Guardia Civil per appurare come il bambino di due anni sia potuto cadere nel pozzo.

I genitori del piccolo, José Roselló e Victoria García, sono conosciuti dai vicini nel quartiere di El Palo, a Malaga, ai piedi delle montagne dove si trova Totalán.

Nel 2017 hanno perso un altro figlio, Óliver, morto improvvisamente a 3 anni mentre camminava lungo la spiaggia con i suoi genitori.

Può scattare l’effetto dignità e questo è un pericolo.

Provate a leggere cosa scrive Iacchitè, stampatelo e conservatelo:

“Cosenza: l’elenco dei politici del Pd (locale) che non vogliono il reddito di cittadinanza

 

 

Abbiamo cercato di capire chi sta raccogliendo le firme a Cosenza per abolire il reddito di cittadinanza e perché.

A promuovere questa iniziativa principalmente il Pd, seguito da Forza Italia e da qualche altro politico parassita.

Partiamo dal perché: è noto a tutti, specie ai calabresi, che il Pd, FI e simili hanno sempre costruito il loro consenso sul perverso meccanismo del voto di scambio politico/clientelare e politico/mafioso. Da noi non si è mai votato per adesione ad un progetto politico, o per la condivisione ideologica di principi e valori di questo o quel partito, da noi, e non solo, l’elettore morto di fame ha sempre votato il politico disposto a pagare e a dare in cambio di qualcosa: denaro, promesse di sistemazione, contributi fittizi, false pensioni, disbrigo di pratiche e ‘mmasciate varie. Una situazione che ha creato, nel corso del tempo, i cosiddetti pacchetti di voti detenuti da politici imbroglioni e mafiosi di ogni ordine e grado. Infatti il problema principale del politico ladro, in tempo di elezioni, è quello di rastrellare, attraverso la truffa e il peculato, più denaro possibile dalle casse pubbliche da “distribuire”, in campagna elettorale, ai tanti morti di fame disposti a vendere il proprio voto per 50/100 euro, per assicurarsi l’elezione. Un classico che più classico non si può. Del resto si sa che le campagne elettorali costano: per l’elezione a consigliere regionale o deputato, servono almeno 300.000 euro in contanti, buoni agganci masso/mafiosi e tante false promesse. Ecco perché sono preoccupati del reddito di cittadinanza: senza più poveri e morti di fame, comprare voti a 50/100 euro diventa una impresa molto difficile. E senza voti, non c’è elezione. E se non sei eletto la vigna è finita!

Ma chi sono i personaggi politici cosentini che osteggiano questa misura, pensata per aiutare veramente chi vive da sempre in estrema difficoltà economica?

Cominciamo da quelli del Pd che sono i promotori di questa vergogna:

Ernesto Magorno, già segretario del PD è noto come don Magorno per via della sua vicinanza al boss Muto, così come lui stesso dice in una intercettazione dei Ros. Un mafioso prestato alla politica. Nonché un codardo della peggiore specie.

Enza Brunio Bossio alias Madame Fifì. Esponente di spicco del Pd calabrese da sempre impegnata a truffare il cittadino e lo stato. Famosa è la truffa di miliardi di vecchie lire messa a segno in Calabria dalla Madama sul “piano telematico” mai partito. Le sue principali linee di azioni politica sono il ricatto e l’imponimento mafioso. A dire questo di lei, definendola una vera e propria delinquente, il dirigente pubblico intercettato dalla Dda di Catanzaro all’interno dell’operazione “Lande desolate”. Non c’è intrallazzo a danno dello stato e del cittadino, a queste latitudini, a cui lei non abbia partecipato.

Nicola Adamo, alias Capu i Liuni, storico esponente del Pd cittadino e marito di Madame Fifì, nonché il più delinquente, insieme al sindaco di Cosenza Occhiuto, tra i politici cosentini. A dire questo di lui sempre il dirigente pubblico intercettato dalla Dda di Catanzaro nell’inchiesta “Lande desolate”. La sua specialità, così come dicono inchieste e processi prescritti a suo carico, è la mazzetta. Ne ha prese a dire basta. Tant’è che la sua ricchezza, ben nascosta, è nota a tutti. Il vero e proprio deus ex machina di tutto il malaffare che circola dalle nostre parti e non solo. Un soggetto pericoloso, da cui è meglio stare alla larga.

Palla Palla, ovvero l’attuale presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio, in esilio, per ordine della procura di Catanzaro, in quel di San Giovanni in Fiore. Oliverio è tra i principali fautori del clientelismo politico/elettorale in terra calabra. La sua principale attività politica è quella di sistemare parenti e amici degli amici. Famosa è anche la sua generosità nel concedere finanziamenti e progetti a finti imprenditori il cui unico scopo e quello di arraffare il malloppo e sparire, strafregandosene di “finire l’opera”. Un despota che utilizza “la cosa pubblica” per meri fini privati, e solo per favorire se stesso, i propri familiari, e gli amici degli amici. Famose sono anche le sue tante retribuzioni. Non si sa quanto guadagna al mese. E nonostante ciò non paga neanche il meccanico, o il gommista, preferisce fare il cambio gomme a spese dei cittadini.

Damiano Covelli, consigliere comunale del Pd a Cosenza e noto parassita sociale. Covelli detiene, al momento, il record di incassatore di stipendi senza aver mai fatto un solo giorno di lavoro nella sua vita: è impiegato all’Università, dove non ha mai messo piede, è consigliere comunale e tra gli inventori del trucchetto dei gettoni di presenza nelle commissioni (convocare commissioni fittizie a dire basta per incassare i gettoni di presenza), e risulta anche portaborse dell’onorevole Madame Fifì. Tre stipendi per passeggiare dalla mattina alla sera su Corso Mazzini. Nonché famoso ‘mmasciataro al Comune al servizio degli amici degli amici.

Giuseppe Giudiceandrea, già comunista col culo degli altri, passato al Pd ed eletto consigliere regionale con il voto clientelare di Ferdinando Aiello. Nella sua vita non ha mai fatto nulla di comunista anche se lui si definisce tale. L’ unica preoccupazione è la sua sistemazione economica, per il resto solo chiacchiere e distintivo. Non ha promosso niente che non andasse a favore dei ricchi e potenti amici di Palla Palla. Un servo sciocco che firma carte a comando.

Marco Ambrogio, consigliere comunale di minoranza del Pd ma da sempre vicino alla maggioranza del sindaco Occhiuto. Ambrogio è la classica figura squallida del piccolo politico locale che si sente statista, ma che nella realtà non è neanche capace di fare una O con il bicchiere. Ha costruito, insieme alla moglie, Rosaria Succurro, assessore della giunta Occhiuto, una vera e propria “azienda privata” all’interno delle attività pubbliche del Comune: un bel giro di affidamenti diretti e non solo, ai loro amici e parenti. Maggioranza e opposizione insieme per lucrare, utilizzando impropriamente le loro prerogative pubbliche, a danno del cittadino. Il peggio del peggio.

Bianca Rende, consigliere comunale Pd. Figlia d’arte e di famiglia che ha sempre vissuto di denaro pubblico. Una famiglia di impastettati che ha l’obbligo di servire il padrone che li ha sistemati, prima ancora che i cittadini. Bianca è la tipica figura radical chic che pubblicamente si dice dispiaciuta per i morti nel Mediterraneo, e per la fame nel mondo, salvo poi, quando c’è da mettere in scena qualcosa di pratico, sparire per viaggi esotici e festini vari.

Luigi Guglielmelli, attuale segretario provinciale del Pd. Un personaggio buono per ogni stagione, e per ogni corrente. Basta che gli dai uno stipendio, senza lavorare, e lui diventa fedele più di Fido. Il tipico cagnolino che scodinzola attorno ai potenti per qualche osso. Privo di dignità e spina dorsale è il prototipo del servilismo che regna all’interno del Pd e della subalternità ai vecchi marpioni di cui sopra. L’ipocrisia è la sua specialità, predica bene e razzola male.

Stefania Covello, già deputato Pd e trombata alle ultime elezioni. Figlia del più noto Franco, democristiano della peggiore specie, e tra i maggiori responsabili dell’arretratezza sociale ed economica della regione Calabria. L’unica cosa che sono riusciti a fare è stata quella di dilapidare milioni di euro per promuovere i propri interessi e quelli dei loro amici e parenti. Gente senza scrupoli che non ha mai pensato alle ripercussioni sociali delle loro azioni clientelari. Hanno prodotto miseria e povertà in ogni dove, mentre la loro famiglia si è arricchita a più non posso. Una gatta morta senza un briciolo di coscienza civica e sociale.

Questi sono solo alcuni tra i personaggi del Pd, i più noti, che osteggiano il reddito di cittadinanza. Tutta gente che si è arricchita a far schifo con il denaro pubblico. Gente che ha casa al mare, in montagna, in America, a Londra, a Roma. Gente che manda i figli nelle migliori università e che ogni anno gli paga la vacanza all’estero, senza contare i pampini i 100 euro che se ne vanno nel fine settimana sti barri barri. Gente abituata a mangiare nei ristoranti e a vestire di marca, e che sotto sotto, perché non possono dirlo pubblicamente, odia i poveri.

E la dimostrazione del loro odio verso i poveri, è proprio la raccolta firma contro il RdC: solo loro e i lori figli possono permettersi i lussi, i poveri e i loro figli devono restare poveri e succubi al loro volere. I poveri sono funzionali al loro benessere, senza poveri che vendono i voti come fanno ad essere eletti? Ecco perchè si battono affinchè la povertà da noi regni sempre sovrana.

Continua – domani presenteremo quelli di Forza Italia

Da Iacchite - 25 Gennaio 2019

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