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Redazione TirrenoNews

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Venezuela.Ormai solo la chiesa non riconosce Guaidò

Venerdì, 01 Febbraio 2019 11:06 Pubblicato in Mondo

Guaidò chiede all'Italia: "Fate la cosa giusta"

Un invito all'Italia "a fare la cosa giusta", perché "usare la scusa che ci potrebbe essere qualcosa di peggio di questo non è vero", è arrivato dall' autoproclamato presidente ad interim Juan Guaidò in un'intervista esclusiva al TG2.

All'indomani del voto al Parlamento europeo che lo ha riconosciuto, con una risoluzione non legislativa, come legittimo presidente ad interim del Venezuela, il leader dell'Assemblea nazionale ha commentato l'astensione degli eurodeputati italiani dei partiti di maggioranza come "una probabile mancanza di informazioni".

Meno male che c’è Di Maio!

"Noi non vogliamo arrivare al punto di riconoscere un soggetto che non è stato votato dal popolo come presidente", ha replicato Di Maio.

"In questi anni - sottolinea il capo politico dei Cinque Stelle - siamo stati già scottati da ingerenze di stati occidentali in altri Stati.

"In Venezuela - aggiunge - il cambiamento lo decidono i cittadini, noi siamo dalla parte della pace, della democrazia, dobbiamo creare i presupposti per favorire nuove elezioni".

  Dopo aver ricordato che "il 90% della popolazione vuole il cambiamento, il 90% scommette sulla democrazia", ha detto ancora Guaidò affermando che "c'è un piccolo gruppo che sta assassinando" e ha parlato di "70 giovani assassinati in una settimana dal Faes (le forze speciali di polizia) e 700 persone in carcere, 80 minorenni addirittura bambini".

"Maduro ha perso il controllo del Paese e la popolazione sta soffrendo".

Rispondendo a una domanda riguardo alle dichiarazioni del sottosegretario Manlio Di Stefano, che ha avvisato sul rischio di fare in Venezuela lo stesso errore fatto in Libia, taglia corto: "In Venezuela non è possibile una nuova Libia".

Questo, spiega, "denota scarsa conoscenza" di quanto sta avvenendo in Venezuela, ha aggiunto Guaidò invitando "il sottosegretario a informarsi su quello che sta succedendo adesso" nel Paese.

Adnkronos

(Foto Afp)

Corruzione e abuso d'ufficio, arrestato vicesindaco Erice

Venerdì, 01 Febbraio 2019 10:49 Pubblicato in Italia

Con l'accusa di corruzione e abuso d'ufficio, i carabinieri del Nucleo investigativo del Comando provinciale di Trapani, hanno arrestato all'alba di oggi il vicesindaco di Erice Salvatore Angelo Catalano, che è ai domiciliari. L'arresto è avvenuto nell'ambito di una inchiesta condotta dai carabinieri sulle vicende amministrative del piccolo Comune di Erice. Nei giorni scorsi sono stati anche sequestrati atti e documenti.

 

Le indagini "hanno permesso di accertare", come afferma il Gip nel provvedimento, “una pluralità d'illeciti attuati da Catalano, con spregiudicatezza e disprezzo verso l'amministrazione d'appartenenza, derivante dal fatto che, essendo ormai abituato al potere ed a servirsi del proprio ruolo, ha realizzato interessi personali e privati, ritenendosi al di sopra della legge, tanto da non temere verifiche e controlli”. In queste condotte illecite, "ricorrendo all'inganno e mettendo in secondo piano il pubblico interesse, in concorso con taluni appartenenti all'amministrazione comunale ericina, nonché alcuni consiglieri comunali, Catalano manipolava imprenditori che, pur di accaparrarsi appalti per conto dell'amministrazione, distoglievano risorse pubbliche per gli interessi personali di Catalano o per quelli di taluni consiglieri comunali vicini allo stesso".

Alcuni imprenditori, "a discapito di altri", erano soliti "aggiudicarsi direttamente lavori pubblici con assegnazione diretta, giustificata da una situazione di disagio e d'urgenza, artatamente predisposta per l'occasione". "In particolare, Catalano, abusando della sua funzione, esercitava pressioni sul dirigente del settore lavori pubblici al fine di far aggiudicare i lavori di manutenzione della rete di illuminazione pubblica ad un'impresa, dallo stesso sponsorizzata, in spregio ai doveri di imparzialità e buona amministrazione e al principio di rotazione degli inviti e degli affidamenti", scrive il gip.

In un'altra occasione, Catalano "su istigazione di un consigliere comunale, violando i suoi doveri d'imparzialità e buona amministrazione ed invadendo la competenza dei dirigenti amministrativi, esercitava poteri che non gli competevano, dando disposizioni ad un imprenditore titolare di un'impresa, che stava eseguendo lavori per l'amministrazione ericina in tutt'altra zona del territorio comunale, di interrompere quei lavori e realizzare opere di abbattimento di una barriera architettonica presente nello spazio di marciapiede antistante il bar di proprietà di un congiunto del consigliere comunale, facendo sostenere l'intero importo al Comune", come scrive ancora il gip del Tribunale.

"La contropartita al solerte operato di Catalano era stata poi determinata dal consigliere comunale che, pur avendo un impedimento fisico, era stato immancabilmente chiamato a votare a favore del “piano rifiuti” predisposto in quel periodo dall'amministrazione comunale". "Atto questo di particolare valenza politica per la maggioranza di governo dell'Ente", dice il giudice. Catalano, espletate le formalità di rito, è stato sottoposto agli arresti domiciliari, con l'utilizzo del braccialetto elettronico, presso la propria abitazione a disposizione dell'Autorità Giudiziaria.

Adnkronos

Foto tp24

Un raptus improvviso o una triste abitudine che andava avanti da tempo?

È quello che vuole scoprire ora la polizia, che ha arrestato una donna per maltrattamenti sulle tre figlie.

Il caso è emerso da quando la primogenita della donna, di 16 anni, ha registrato con lo smartphone la madre che stava picchiando brutalmente la sorella più piccola, di sette anni, che come unica colpa aveva quella di averle chiesto una tazza di tè.

«Fattelo da sola il c...o di tè», grida la donna, che picchia la figlia più piccola con schiaffi e pugni e la ricopre di insulti.

L'episodio è avvenuto nella periferia di Cordoba, in Argentina: a parlarne sono media locali, come La Naciòn, e internazionali, come il Daily Mail.

Il filmato è stato registrato dalla figlia più grande, mentre l'altra figlia, di 11 anni, rimane a guardare sconcertata.

L'adolescente implora alla mamma di smetterla, ma la donna, che si accorge di essere ripresa, la minaccia così, prima di rifilarle un calcione: «Molla quel telefono o ti spacco la faccia».

Il filmato, pubblicato sul web, non è sfuggito alla polizia, che ha proceduto all'arresto della donna: si chiama Laura Galarza e si è vista subito revocare la custodia legale delle figlie.

Le tre ragazzine sono state affidate alla nonna paterna.

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