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Redazione TirrenoNews

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Ali Kilic PashaTra i tanti nomi avuti da questo calabrese rubato dai Turchi preferiamo questo citato (con la grafia Uchalì) nel Don Chisciotte di Miguel de Cervantes, nel racconto che fa nel primo volume l'ex schiavo dei turchi.

Cervantes ricorda in questo brano sia Uluch Alì, sia il di lui figlio ed erede.

Presumibilmente aveva appreso le notizie su di loro durante la sua prigionia nei bagni penali di Algeri.

Ora un ultimo libro del docente e scrittore Enzo Ciconte che sarà presentato al Sistema bibliotecario vibonese domani, 17 aprile

La storia di Occhialì (così lo chiama l’autore) è intrigante ed affascinante, ed è quella di un povero giovinetto calabrese sconosciuto e destinato a una vita difficile nel suo paese, che riesce a raggiungere gloria e potere in un paese straniero dove ha avuto la stima di quattro imperatori, a conferma delle sue capacità non solo militari, universalmente riconosciute in campo amico e in campo nemico, ma anche dalla sua abilità di tessere relazioni personali, di costruire rapporti, amicizie, interessi.

Il suo personaggio richiamò l'attenzione dei contemporanei e, inevitabilmente, il suo fascino è arrivato fino a noi.

La sua vita si svolse tutta sulle sponde e nelle acque del mar Mediterraneo e ci racconta fatti accertati storicamente, ma è una vita che affascina perché ha molti tratti di fiaba e di favola che incantano e attraggono.

La Calabria ha dimenticato questo suo figlio e la sua storia ha avuto un andamento carsico: s'inabissa per molto tempo per poi riemergere all'improvviso quando uno meno se lo aspetta.

La Turchia ha di lui un ricordo più solido e duraturo perché quello che ha fatto non è stato dimenticato e la sua tomba continua ad essere visitata, meta di pellegrinaggi e di curiosi.

L’evento, promosso dal Sbv in collaborazione con la delegazione Fai di Vibo Valentia e Rubbettino Editore, vedrà la partecipazione di Teresa Saeli, presidente delegazione Fai Vibo Valentia, Domenico Romano Carratelli, presidente Accademia bibliofili e Stefano Mandarano , direttore de Il Vibonese.

Il Sistema bibliotecario vibonese ospiterà domani, 17 aprile, dalle ore 18, la presentazione de  “Il grande ammiraglio. Storia e leggende del calabrese Occhialì, cristiano e rinnegato che divenne re”(Rubbettino, 2018), il nuovo lavoro che lo scrittore Enzo Ciconte (docente di Storia della criminalità organizzata all’Università di Roma Tre e di Storia delle mafie italiane all’Università di Pavia) ha dedicato alla figura di Occhialì, giovane calabrese sconosciuto e destinato a una vita difficile nel suo paese, ma che riesce a conquistare gloria e potere nella lontana Turchia.

Le cose incredibili di Amantea

Martedì, 16 Aprile 2019 12:28 Pubblicato in Cronaca

aspetta e speraAmantea è, per molti versi, una città incredibile.

Probabilmente non ha eguali e forse è addirittura unica.

Che sia per tale sua unicità che Amantea è stata commissariata?

Ricordiamo che il sottosegretario all’interno Carlo Sibilia ha detto “In queste ore sto firmando l’ interrogazione parlamentare della deputata Nesci sulle vicende opache del Comune di Amantea”

Ed ha poi aggiunto :” Grazie al lavoro del prefetto di Cosenza Paola Galeone e delle forze dell’ordine si è deciso di inviare la commissione ministeriale d’accesso”.

Quindi sono state le forze dell’ordine a collaborare indicando gli elementi a supporto delle ragioni della nomina della commissione di accesso?

In verità non discutiamo della qualità delle indicazioni perché non temiamo le decisioni della commissione, ma ci chiediamo, con viva sorpresa, se sia logico il fatto che ad Amantea arrivi la commissione antimafia mentre la città è senza carabinieri.

E’ noto a tutti che l’organico della locale caserma è così ridotto che non si riesce ad assicurare la presenza continua dei militi dell’arma

E la domanda allora si pone .

Come è possibile che in un paese che si suppone mafioso manchi un ponderoso organico della locale caserma dei carabinieri?

Ci siamo preoccupati, e giustamente, della ipotesi di chiusura della Brigata della Guardia di Finanza di Amantea, fino alla sua conservazione e nessuno si preoccupa della dotazione della locale caserma dei Carabinieri?

Aspettiamo tutti che si dia da fare il prefetto?

Aspettiamo che si dia da fare il comune?

Aspettiamo che si dia da fare la politica?

Diceva la canzone Si la vita è tutt'un quiz di Renzo Arbore.”Aspetta e spera, che poi s'avvera, teniamo alta,la nostra bandiera”

Ma ci viene in mente un altro detto “Chi campa di speranza disperato muore”.

Rom o romeni mandateli in Romania.

I poliziotti della squadra volante della Questua di Cosenza hanno tratto in arresto in flagranza di reato di tentato furto aggravato continuato in abitazione, resistenza, violenza e lesioni a P.U., T.L., cittadino romeno di anni 49.

 

In particolare perveniva all’utenza 113 una chiamata da parte di un cittadino che riferiva di una persona intenta a forzare la porta di ingresso della sua abitazione sita in questo Centro.

Giunti immediatamente sul posto gli agenti constatavano che l’arrestato aveva già tentato di entrare in un’altra abitazione sita lì vicino ma senza risultati.

Dalle testimonianze rese dalle vittime dei tentati furti si aveva modo di avere una descrizione dettagliata dell’autore del reato il quale, nonostante cercasse di dileguarsi dandosi a precipitosa fuga, veniva subito rintracciato e bloccato con non poche difficoltà.

Lo stesso, infatti, reagiva con violenza all’arresto con calci, sputi e  minacce nei confronti degli operatori; atteggiamento che manteneva anche dopo essere stato condotto in Questura.

Avvisato dell’accaduto il P.M. d turno disponeva che il predetto T.L. venisse trattenuto in attesa del processo per direttissima.

Ma se abbiamo già i nostri ladri davvero abbiamo bisogno anche di quelli che vengono da fuori Italia?

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