
Redazione TirrenoNews
Dal 2005 la Redazione di TirrenoNews.Info cerca di informare in modo indipendente e veloce.
Email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Rifiuti in Calabria, Oliverio ha paura del commissariamento?
Mercoledì, 01 Maggio 2019 12:41 Pubblicato in Storia locale della CalabriaL’ultima di Oliverio è quella relativa ai rifiuti per i quali dichiara una«situazione sotto controllo»
Il presidente della Regione non ha dubbi: «Abbiamo fatto investimenti e sulla raccolta differenziata siamo passati dal 12 a oltre il 40 per cento.
In tema di rifiuti in Calabria «abbiamo governato l’emergenza e stiamo governando la situazione».
Così il presidente della Regione, Mario Oliverio, parlando con i giornalisti a margine di un’iniziativa nella sede della Giunta a Catanzaro.
Rispondendo a una domanda sul possibile rischio di un nuovo blocco del ciclo dei rifiuti a livello regionale, Oliverio ha osservato: «Nel 2014 abbiamo trovato una Calabria stracolma di montagne di rifiuti, un’eredità lasciata dai commissari.
Abbiamo lavorato sodo e rimboccandoci le maniche, e oggi la Calabria è sicuramente più pulita di cinque anni fa, a riprova del fatto – ha sostenuto il governatore - che i commissari non sono la risposta ai problemi».
Oliverio ha quindi osservato: «Abbiamo governato l’emergenza e stiamo governando la situazione, una situazione complicata e al tempo stesso stiamo costruendo il sistema di raccolta e smaltimento dei rifiuti.
Abbiamo fatto investimenti, tanto è vero – ha rilevato il presidente della Regione - che sulla raccolta differenziata siamo passati dal 12 a oltre il 40%, e adesso sono in via di costruzione anche i nuovi impianti in modo che anche in Calabria i rifiuti possano diventare una risorsa.
Questo è il lavoro che abbiamo fatto, con risultati che – ha concluso Oliverio - sono evidenti».
Ed ecco che Oliverio esterna la sua paura e dichiara “I commissari non sono la risposta ai problemi”
Ma ci sono o non ci sono problemi?
E se ci sono allora la nomina di commissari forse è opportuna!
Pensiamo di si visto che tenendo conto dei dati trasmessi dai Comuni, spiega l'Arpacal, il quadro statistico che ne deriva evidenzia la provincia di Cosenza come la più virtuosa con il 47,08% (41,58% nel 2016), seguita da Catanzaro con 41,08% (38,17% nel 2016) e Vibo Valentia con 29,67% (22,62% nel 2016).
Seguono ancora la provincia di Reggio Calabria con 23,09% (21,63% nel 2016) e Crotone con il 21,36% (12,56% nel 2016) che, comunque segna la migliore crescita rispetto all'annualità precedente.
Parliamo dei dati al 2017 visto che che la trasmissione dei dati RD e RU dell’anno 2018 da parte dei comuni , è previsto avvenga entro 05.05.2019.
Regione Calabria, ennesima figuraccia: 15 anni per varare una legge e pochi secondi per abrogarla
Mercoledì, 01 Maggio 2019 12:30 Pubblicato in CalabriaSe fosse successo in un’altra regione sarebbe stato uno scandalo, ma in Calabria è una normalità.
Ovviamente questa volta gli addetti stampa di Oliverio non hanno vantato il presidente!
L’incredibile vicenda della normativa che avrebbe dovuto mettere finalmente ordine nel settore funerario, approvata appena un anno fa. Il Consiglio regionale era sicuro che la Corte costituzionale l’avrebbe bocciata e anziché modificarla in meglio ha scelto la strada più facile, cancellandola e facendo ripiombare il comparto nella deregulation più sfrenata
Sicura di rimediare una figuraccia, la Regione ha preferito abrogare in pochi secondi una propria legge, varata dopo anni di discussioni, di riunioni delle commissioni consiliari e di chiacchiere un tanto al chilo. La legge in questione è la numero 22 del 26 giugno 2018, recante “disposizioni in materia funeraria e di polizia mortuaria”, che non è proprio un argomento di grande popolarità, ma avrebbe dovuto consentire alla Calabria di colmare un vuoto legislativo unico in Italia, con riguardo anche a importanti aspetti di sanità pubblica.
Da queste parti, infatti, il comparto si “autogestisce”, senza regole certe e univoche su tutto il territorio regionale. Avviene solo in Calabria, dove chiunque, dalla sera alla mattina, può decidere di operare in questo settore commerciale che purtroppo non è mai in crisi. Ogni provincia ha le sue procedure, ogni Asp ha i suoi protocolli, ogni ufficio ha i suoi documenti. La legge 22 poneva fine al far west, ma siccome gli interessi in campo(santo) sono tanti, il Legislatore regionale a furia di dare un colpo al cerchio e uno alla botte per accontentare tutti, ha partorito una sorta di mostro giuridico che in molti punti invadeva le competenze dello Stato.
Appena varata, dunque, la legge era già claudicante ed è stata subito impugnata dal Governo dinnanzi alla Corte costituzionale, che il 7 maggio prossimo avrebbe dovuto discutere il caso, con una bocciatura che appariva scontata allo stesso Consiglio regionale. Così, ieri, durante l’insipida seduta pre-elettorale, c’è stato il colpo di spugna, con l’approvazione da parte dell’Assemblea di una nuova legge, la 426, con un unico articolo che prevede la cancellazione della normativa precedente.
Le immagini del presidente del Consiglio regionale, Nicola Irto, che mette ai voti la proposta di abrogazione e in meno di 10 secondi incassa il voto favorevole dell’Aula, sono imbarazzanti per un Paese civile. Soprattutto se paragonati al dispendio di parole impiegate negli ultimi 15 anni per poi varare nel 2018 la normativa tanto attesa.
È da tre Legislature, infatti, che il Consiglio regionale della Calabria cerca invano di giungere a una regolamentazione del settore, un’impresa tanto ardua che scalare l’Everest senza ossigeno e con le infradito sarebbe stato più facile. Una vera conquista, come dimostravano i ringraziamenti del consigliere regionale democrat Giuseppe Giudiceandrea (gruppo Dp, che altro non è che Pd scritto al contrario), tra i principali promotori della nuova normativa, che nel giorno dell’approvazione snocciolò entusiasta una lunga sfilza di “grazie” rivolti al presidente della Commissione sanità, Michele Mirabello («per il lavoro svolto»), ai colleghi della minoranza, alle sigle di settore (Federcofit), agli imprenditori, alle aziende. Ci mancava solo che ringraziasse anche i defunti per l’insostituibile contributo che danno al comparto.
«Da moltissimo tempo - disse in quella circostanza Giudiceandrea - si cercava di mettere ordine in un settore in preda all’assoluta anarchia, e gli imprenditori tutti, dal più grande al più piccolo, chiedevano a gran voce che si potesse regolamentare questa jungla». Jungla che ora potrà continuare a crescere rigogliosa, con buona pace “degli imprenditori tutti”, grazie alla deregulation imposta dall’incapacità di un Consiglio regionale reduce da un mese di vacanze pasquali, che ha prima varato una legge palesemente incostituzionale e poi, anziché fare quello per cui è pagato, cioè modificarla e rimediare agli errori per evitare che venisse bocciata dalla Consulta, ha scelto la strada più facile e meno faticosa: cancellarla alla velocità della luce. E amen
di Enrico De Girolamo
Scuola devastata: muri imbrattati, arredi e materiale danneggiati
Martedì, 30 Aprile 2019 17:13 Pubblicato in Reggio CalabriaE’ stato il sindaco Vincenzo Maesano a rendere noto l’atto di vandalismo compiuto da ignoti a danno della scuola Bosco Sant’Ippolito-Bovalino.
REGGIO CALABRIA – Lo ha definito un atto ignobile Antonio Marziale, Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Regione Calabria che dopo aver ricevuto le foto dal sindaco ha dichiarato: “non posso non esprimere tutto il mio sdegno per la furia devastatrice che ha violato il santuario per eccellenza dell’educazione dei fanciulli.
Un atto ignobile di gente ancor più ignobile”.
“Muri imbrattati, arredi divelti, materiale didattico reso inservibile, telefoni e modem distrutti: è questo il quadro che si è presentato davanti agli operatori – continua il Garante – che hanno goduto dell’immediata solidarietà genitoriale, della chiesa locale e dell’amministrazione comunale.
Dal canto mio – dice Marziale – assicuro un contributo economico, sia pur modesto e rapportato alle mie esigue risorse di bilancio, ma che vuole essere un segno di vicinanza alla comunità bovalinese, soprattutto ai bambini, che devono vedere sempre nella scuola l’approdo sicuro per la loro formazione e per la tutela dei loro diritti”.
“Chi oltraggia così sprezzantemente una scuola si assume la responsabilità di violentare il futuro della comunità, pertanto deve essere individuato come incivile e indegno, non ci sono mezzi termini.
Chiunque abbia commesso questo vile oltraggio – conclude Marziale – è destinatario dello stigma più sentito e dell’invito a ravvedersi, per mostrare a sé stesso di valere qualcosa”.