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Redazione TirrenoNews

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Convocato per il 3 maggio alle ore 18.30 in prima convocazione il bilancio comunale con all’ordine del giorno “Ulteriori elementi integrativi all’ipotesi di bilancio stabilmente riequilibrato anno 2107/2021 come da nota ministeriale protocollo 19711 del 5.4.2019”.

 

 

 

Ed eventualmente per il successivo 4 maggio alle ore 20 in seconda convocazione.

Si tratta della ultima spiaggia dopo l’ennesima possibilità offerta al nostro comune dal ministero.

L’amministrazione, ci dicono, avrebbe lavorato intensamente per dare la giusta risposta ai quesiti tecnici avanzati dal ministero

E proprio per una preventiva valutazione tecnico-politica su quanto fatto, domani il sindaco e l’assessore al bilancio si porteranno in Roma

In viaggio che significa la esistenza di perduranti dubbi ma anche di perduranti speranze.

Non resta che aspettare.

Qualcuno pensa che il ministero non scioglierà comunque l’attuale consiglio comunale

E questo per varie ragioni.

La prima delle quali è che nemmeno i suoi tecnici sono ancora giunti alla verità sui dati del dissesto e sulle sue origini.

E se non ci sono riusciti i tecnici del ministero e l’attuale amministrazione come potrebbe giungerci quella futura magari piena di politici corresponsabili del dissesto medesimo?.

Il viaggio della speranza. Forse quello buono.

Mercoledì, 01 Maggio 2019 17:42 Pubblicato in Primo Piano

Domani, 2maggio, un altro viaggio a Roma.

Lo compiranno il sindaco Mario Pizzino e l’assessore al bilancio Rocco Giusta.

Sono attesi al ministero per una valutazione preventiva del bilancio che sarà sottoposto al consiglio il 3 maggio.

 

 

Il 3 maggio,infatti, scadono i trenta giorni assegnati dal ministero con la nota ministeriale protocollo 19711 del 5.4.2019

Una storia senza fine.

Un viaggio senza fine

La speranza di Pizzino e Giusta è che si giunga finalmente ad un giudizio positivo preventivo

D’altro canto non esiste soluzione alternativa.

Un giudizio negativo, infatti, significherebbe lo scioglimento del consiglio e nuove elezioni che potrebbero non essere la soluzione per la città.

Nuove elezioni infatti non sarebbero di alcuna utilità per Amantea visto che l’unica possibilità deriverebbe dalla conoscenza della verità totale

Quella verità che ancora non sanno nemmeno i tecnici inviati dallo stesso ministero

Questa consapevolezza porta così a credere che il ministero continuerà a prendere tempo ed a prolungare il viaggio fine da tempo già iniziato.

Piazze piene, urne vuote di Francesco Gagliardi

Mercoledì, 01 Maggio 2019 13:03 Pubblicato in Cronaca

Ai nostri lettori una attenta e completa analisi del voto in Sicilia a cura di Francesco Gagliardi

Un grande uomo politico ormai scomparso da diversi anni, l’On. Pietro Nenni, in occasione delle elezioni politiche nazionali del 1948, nell’imminenza del voto così commentava:- Piazze piene, urne vuote-. Ed aveva perfettamente ragione. E la storia si ripete. Domenica scorsa si è votato in Sicilia in quasi quaranta comuni per eleggere i Sindaci e i Consigli Comunali e si sono recati alle urne soltanto il 58% degli aventi diritti al voto. Percentuale un pochino bassa. Da queste elezioni comunali i partiti che governano il Bel Paese cioè Lega e Movimento 5 Stelle e il Pd, partito di opposizione, guidato ora in questa tornata elettorale dal nuovo segretario Zingaretti, si aspettavano una valanga di voti. Sono rimasti delusi. Salvini era stato accolto nell’isola siciliana come una grande rock star, le piazze dove si esibiva erano stracolme di gente entusiasta e plaudente. Non credeva ai suoi occhi e aveva invitato i suoi follewer su Facebook di postare le immagini perché, secondo lui, le televisioni e i giornalini, non le avrebbero pubblicate. Era sicurissimo che avrebbe vinto ovunque e che avrebbe sbaragliato non solo gli amici del centro destra ma anche gli attuali compagni di viaggio e di avventura cioè il M5Stelle. Si aspettava un trionfo, una apoteosi. Ma trionfo non c’è stato. Forse per questo in molti comuni aveva scelto di correre da solo, voleva evidentemente testare la propria forza in vista delle elezioni europee del 26 maggio p.v. Flop non c’è stato, ma nemmeno un trionfo. Domenica sera, ad urne chiuse, ha dovuto constatare di avere avuto più spettatori nelle piazze che voti. L’amarezza, secondo me, è stata grande, come grande fu per l’On. Pietro Nenni in quel lontano 18 aprile del 1948. E’ contento lo stesso. Il 10% sono poi tanto se si considera che partiva da zero e se si pensa che 5 o 10 anni fa Salvini in Sicilia sarebbe stato accolto non solo a pernacchie ma a sassate, a pomodori, a uova marce, a pesci in faccia.

E il Movimento 5 Stelle come è andato? Malissimo. Ne è uscito con le ossa rotte. I suoi candidati sono usciti dalle urne a mani vuote. Quel grande e rumoroso botto di alcuni anni fa che il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano aveva fatto finta di non averlo sentito Domenica scorsa non c’è stato. Avevano due Sindaci e li hanno persi. Ma Di Maio è contento lo stesso. E’ felice del risultato ottenuto dal suo Movimento. Si consola perché non solo a Caltanissetta e a Castelvetrano due pentastellati candidati sindaci sono andati al ballottaggio del 12 maggio prossimo, ma anche perché Salvini non ha sfondato. Gode del passo falso del suo antagonista.

E il Pd? Esulta. Esulta perché ha vinto? No. Esulta perché la Lega in Sicilia non è al 50%. Bella soddisfazione. Il Pd non va oltre il 17% a Castelvetrano, unica città al voto con il proprio simbolo e nella quale ha comiziato addirittura il Segretario nazionale del partito Nicola Zingaretti.

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