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Appalti e favori, indagati Adamo, Oliverio e Occhiuto
Martedì, 07 Maggio 2019 20:34 Pubblicato in CatanzaroCatanzaro. Nuovo avviso di garanzia per l’ex consigliere regionale Nicola Adamo e per il governatore Mario Oliverio, ma stavolta per loro l’accusa è di associazione a delinquere.
La Procura di Catanzaro, infatti, li ritiene a capo di una presunta cupola formata da politici, tecnici e imprenditori che determina tutto ciò che c’è da determinare nel settore degli appalti pubblici, con Adamo che è sospettato anche di aver piazzato uomini a lui fedeli nei settori chiave dell’amministrazione.
Nel mirino degli inquirenti, nell'ambito dell'operazione Passepartout, ci sono due grandi opere pubbliche in via di definizione: la metroleggera di Cosenza-Rende e il nuovo ospedale da costruire sempre nella città dei bruzi.
In entrambi i casi, il sospetto è che la gestione di questi due affari abbia dato luogo a una serie di turbative d’asta, frodi nelle pubbliche forniture ed episodi di corruzione.
Proprio quest’ultima è l’accusa mossa al sindaco cosentino Mario Occhiuto, oggi candidato in pectore alla Regione.
Inizialmente contrario al progetto Metro, Occhiuto avrebbe barattato il proprio assenso con la promessa di finanziamenti per il Museo di Alarico già oggetto, rilevano gli investigatori, “di una gara d’appalto illegittima”.
Nell'avviso di conclusione delle indagini è scritto che il governatore Mario Oliverio e Nicola Adamo sono promotori di un’associazione per delinquere finalizzata a «commettere una serie di delitti contro la Pa».
Oliverio è ritenuto «il referente politico istituzionale degli associati, nonché degli amministratori pubblici e degli imprenditori in ordine agli sviluppi delle procedure di gara pubbliche bandite dalla Regione e di interesse dell’associazione, nonché alle vicende politiche ed istituzionali correlate alle stesse».
Nell’inchiesta, il primo cittadino di Cosenza è anche parte offesa. Un capitolo, infatti, è riservato agli eventi del 6 febbraio 2016, quando il suo primo mandato da sindaco si concluse in anticipo per via delle dimissioni anticipate di numerosi consiglieri comunali.
Tra questi anche Luca Morrone, figlio del consigliere regionale Ennio Morrone, al quale in cambio la coppia Adamo-Oliverio avrebbe promesso un posto da vicesindaco nella giunta post Occhiuto o, in alternativa, un incarico in Regione.
Luca Morrone è indagato per traffico di influenze illecite al pari di Luigi Incarnato, anche lui consigliere regionale, che avrebbe esercitato la propria influenza su altri consiglieri “congiurati”. Gli avvisi di garanzia notificati ieri sono in tutto venti.
I destinatari dell'avviso di garanzia sono:
- Mario Oliverio, 66 anni, presidente della Regione Calabria;
- Nicola Adamo, 62 anni, ex consigliere regionale;
- Luigi Incarnato, 64 anni, commissario della Sorical, la società di gestione delle risorse idriche regionali;
- Mario Occhiuto, 55 anni, sindaco di Cosenza;
- Luca Morrone, 41 anni;
- Luigi Giuseppe Zinno, 65 anni;
- Giuseppe Lo Feudo, 64 anni;
- Pietro Ventura, 53 anni,
- Rocco Borgia, di 75 anni;
- Antonio Capristo di 60 anni;
- Giuseppe Trifirò, 58 anni;
- Tito Nulli Berti di 63 anni;
- Santo Marazzita di 56;
- Pasquale Gidaro di 52;
- Arturo Veltri, di 37 anni;
- Giulio Marchi di 69 anni;
- Armando Latini 65 anni;
- Giovanni Forciniti di 55;
- Fortunato Varone di 42;
- Eugenia Montilla, di 56 anni
MARCO CRIBARI
Ecco gli abusi “romani” nella assegnazione degli alloggi popolari
Martedì, 07 Maggio 2019 08:20 Pubblicato in ItaliaA Casal Bruciato, zona est di Roma, si rischia una nuova Torre Maura con i residenti in strada e i rom scortati dalle forze dell'ordine.
Da ieri mattina poliziotti, carabinieri e agenti della Polizia Locale sono in strada, in via Satta, ove al civico 20 è stato assegnato un alloggio popolare a una famiglia rom costituita da un padre bosniaco di 40 anni , la moglie e 12 figli.
Quattordici persone provenienti dal campo La Barbuta andranno ad abitare in un appartamento di nemmeno 100 metri quadri.
"I residenti del quartiere stamattina mi hanno chiamato per chiedermi supporto sull'onda di una anomala situazione in via Facchinetti - spiega all'Adnkronos Stefano Borrelli, esponente del coordinamento d'azione del IV municipio - dove si è riusciti a scongiurare una assegnazione, sempre a una famiglia rom.
Sempre oggi, tra l'altro, la stessa cosa sta avvenendo a Casal de'pazzi, ormai una consuetudine". "I quattordici rom che si sono visti assegnare la casa sono scortati da quaranta tra poliziotti, carabinieri e vigili urbani - aggiunge Borrelli –
Alla fine sono diventati come i parlamentari, anzi, hanno più scorta loro".
E' in corso un presidio di alcuni residenti di Casal Bruciato per protestare contro l'assegnazione.
"Da quanto ci risulta in zona Casal Bruciato, via Satta n.20, l'amministrazione 5 Stelle avrebbe assegnato un nuovo alloggio popolare a una famiglia rom" dice Fabrizio Ghera, capogruppo alla Regione Lazio e candidato alle elezioni europee nel collegio Italia-Centro.
"Si tratterebbe di 14 persone, provenienti dal campo La Barbuta, che andrebbero ad abitare tutti insieme nello stesso appartamento. Sempre in queste ore analoga situazione è accaduta in via Schopenhauer n.66 dove un'altra famiglia rom ha ottenuto una casa popolare, e stranamente con una domanda fatta nel 2018: se ciò risultasse vero significa che avrebbe saltato le graduatorie".
"Dopo via Facchinetti, nel IV Municipio spuntano assegnazioni ai nomadi di dubbia legittimità. Ma la sindaca non aveva promesso che avrebbe chiuso tutti gli insediamenti? - conclude - da Casal Bruciato a Casal De Pazzi la Raggi continua a dare case ai rom. Una vergogna, uno schiaffo a tutte quelle famiglie italiane senza un tetto".
l problema è che il ministero dell’Interno (vedi la circolare 7170 del 18 novembre 2009), ha invitato i Comuni a prendere come riferimento per la assegnazione degli alloggi popolari il “Decreto 5 luglio del 1975 del Ministero della sanità che stabilisce i requisiti igienico-sanitari principali dei locali di abitazione e che precisa anche i requisiti minimi di superficie degli alloggi, in relazione al numero previsto degli occupanti”.
Per questo NON può essere assegnata una casa di nemmeno 100 mq a 14 persone perché non sussistono i minimi requisiti sanitari.
Scalea. Violento litigio tra italiani e senegalesi
Lunedì, 06 Maggio 2019 20:01 Pubblicato in Alto TirrenoAllertati da una telefonata di un poliziotto libero dal servizio i carabinieri di Scalea ieri notte sono intervenuti per sedare una rissa.
I militari con tempestività hanno raggiunto via Fiume Lao, a Scalea, dove l’agente aveva segnalato il violento litigio in corso tra una decina di persone fra dei giovani del posto e dei senegalesi.
L’arrivo delle pattuglie dei carabinieri ha posto fine al selvaggio diverbio scaturito, si è poi scoperto, per futili motivi.
Durante la fuga di massa dei partecipanti alla rissa che cercavano di far perdere le proprie tracce dileguandosi per le strade limitrofe per guadagnarsi l’impunità è stato fermato il 25enne S.M. originario di Scalea.
Bloccato dall’agente di Polizia che aveva telefonato al 112 ha dato vita ad una colluttazione terminata solo grazie all’aiuto dei carabinieri.
Nel frattempo, altri militari hanno bloccato T. N. senegalese di 28 anni domiciliato a Scalea, che non aveva avuto il tempo di allontanarsi.
Riverso in una pozza di sangue sull’asfalto è stato intercettato a pochi metri S.M. senegalese di 27 anni, anche lui domiciliato a Scalea, ormai privo di sensi.
Immediata la richiesta d’intervento dei sanitari del 118 che hanno trasportato il ragazzo al Pronto Soccorso di Cetraro per le cure del caso.
Ricostruito il quadro indiziario, i Carabinieri hanno condotto presso la caserma i tre dichiarandoli in stato di arresto a disposizione della Procura della Repubblica di Paola in attesa del Giudizio con rito direttissimo.