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Corigliano Rossano | Rapinata una prostituta

Lunedì, 13 Maggio 2019 17:06 Pubblicato in Calabria

Una rocambolesca rapina. Finita male nel giro di 48 ore per i presunti autori, due giovani di nazionalità rumena ed un rossanese.

Teatro del fatto un’abitazione dello Scalo coriglianese di Corigliano Rossano.

 

 

 

 

È accaduto nella serata di mercoledì scorso, ma la notizia è trapelata soltanto nelle ultime ore. Quando il terzetto sarebbe piombato all’interno dell’abitazione minacciando con una pistola le due persone che vi risiedono, fratello e sorella, quest’ultima dedita all’attività di prostituzione, costringendoli a racimolare tutto il denaro contante che avevano in casa per consegnarglielo.

Minuti di panico quelli vissuti dalle vittime, che riuscivano a raccogliere circa 800 euro.

Quindi la fuga dei tre uomini a bordo d’una Ford Focus station wagon con targa straniera.

La prontezza d’una delle vittime le permetteva di fotografare diverse volte i rapinatori durante la fuga e a riprendere pure l’autovettura.

Allertati i carabinieri, è stato immediato l’intervento e le indagini dei militari della locale Stazione e della Sezione radiomobile della Compagnia coriglianese diretti dagli esperti marescialli Renato Perna e Serafino Madeo.

Cominciava così la minuziosa attività investigativa per ricostruire l’accaduto e risalire ai responsabili. Grazie a diverse immagini acquisite si riusciva ad individuare i volti dei responsabili, e ricorrendo alle banche dati in uso alle forze di polizia s’ottenevano anche le generalità dei rapinatori. S’accertava che due dei presunti responsabili erano rumeni domiciliati presso la marina di Schiavonea di Corigliano Rossano, mentre il terzo uomo era un 42enne rossanese, Antonio Sapia, residente presso le case popolari di Via Gran Sasso allo Scalo.

I “segugi” dell’Arma risalivano pure ai telefoni cellulari dei rapinatori, il cui tracciamento, richiesto d’urgenza alla Procura di Castrovillari, permetteva d’appurare, in poco tempo, come i due rumeni della banda stessero fuggendo verso Reggio Calabria. Uno dei due per lungo tempo aveva abitato in provincia d’Agrigento: per questo motivo i carabinieri ritenevano che i due fuggitivi stessero per raggiungere la Sicilia. Si cercava così d’anticiparne le mosse ed avvisati i carabinieri di Villa San Giovanni, dopo averli costantemente informati sugli spostamenti dei fuggitivi, venivano approntati appositi posti di blocco all’imbarco dei traghetti per la Sicilia al fine di fermarli. Ma questi arrivati davanti al dispositivo messo in campo tentavano un’ultima disperata fuga, dapprima cercando di speronare i carabinieri, quindi scappando a piedi per le strade limitrofe. Alla fine si sono dovuti arrendere: si tratta d’un 27enne con diversi precedenti penali e d’un 22enne. Entrambi arrestati per resistenza a pubblico ufficiale, oltre al fatto che nei confronti del 27enne pendeva pure un ordine di cattura da parte della Procura d’Agrigento. Sulla scorta dei gravi indizi di colpevolezza raccolti e dell’evidente pericolo di fuga, i carabinieri procedevano a notificare ai due, già ristretti in carcere a Reggio Calabria per gli altri reati, i provvedimenti di fermo d’indiziato per concorso in rapina a mano armata.

E per chiudere il cerchio i militi della Benemerita coriglianese guidata dal capitano Cesare Calascibetta rintracciavano il 42enne rossanese Antonio Sapia - diversi precedenti penali pure lui - il quale s’era barricato in casa presso le palazzine popolari ove risiede. Pure nei suoi confronti scattava l’esecuzione del fermo d’indiziato di delitto: ora è in carcere a Castrovillari

Secondo i carabinieri il veterinario avrebbe redatto falsi verbali in cui attestava il prelevamento di campioni ematici per tutti i capi di bestiame, quando invece il sangue proveniva da un solo animale. Sequestrati i tre allevamenti

 

 

 

I carabinieri del NAS di Cosenza, a seguito di una complessa attività investigativa, hanno deferito quattro persone alla Procura della Repubblica.

Gli indagati sono un veterinario impiegato presso l’ASP calabrese e tre persone, tutte appartenenti alla medesima famiglia e titolari di tre diverse aziende per l’allevamento di bovini.

Gli accertamenti dei carabinieri hanno acclarato che il veterinario, incaricato di effettuare i controlli presso le tre aziende, redigeva dei verbali falsi con il concorso degli allevatori, in cui attestava il prelevamento di campioni ematici per tutti i capi di bestiame

Invece il sangue proveniva da un solo animale.

I Nas, appurate le circostanze del reato mediante delle analisi di laboratorio, hanno posto sotto sequestro tutti e tre gli allevamenti, dal valore totale di 200.000 euro circa.

Anziana colpita mentre chiedeva aiuto

Sono stati fermati i 5 presunti autori della rapina culminata con la morte di Anna Tomasino. Sono rom.

A eseguire i fermi carabinieri e polizia.

 

 

 

 

 

Secondo quanto si è appreso, tre sono stati fermati nel Lazio, uno a Ventimiglia e l'ultimo a Torino. Due di loro biondini e giovani, uno più alto, sul metro e ottanta, e l'altro più piccoletto.

Capelli corti, il tipo più tarchiato con la sfumatura sui lati.

Indossavano giubbotti chiari, sul beige, di un colore simile al palazzo di mattoni su cui si sono arrampicati per entrare nell'appartamento al secondo piano.

Una tonalità probabilmente scelta per mimetizzarsi e non essere notati dai vicini.

Queste le tracce che hanno seguito gli investigatori.

Ad eseguire i fermi i carabinieri della Compagnia Roma Casilina insieme a personale della Squadra Mobile della Questura di Roma e delle Compagnie Carabinieri di Moncalieri (To) e Ventimiglia (Im).

Si tratta di cinque rom - quattro di origine serba ed uno di origine bosniaca - di età compresa tra i 20 e 42 anni, ritenuti responsabili di rapina pluriaggravata in concorso e dell'omicidio di Anna Tomasino Anna.

La svolta alle indagini è arrivata quando uno dei componenti del gruppo si è costituito alla stazione carabinieri di Cinecittà.

Uno di loro al campo nomadi di via Salviati, un altro nei pressi della stazione ferroviaria di Pomezia - Santa Palomba ed un terzo in provincia di Torino, grazie alla collaborazione fornita dai Carabinieri della Compagnia di Moncalieri.

Le indagini svolte su un quinto componente della banda, di nazionalità serba, hanno consentito di verificare che domenica mattina era stato arrestato dalla polizia di frontiera di Ventimiglia perché a un controllo era risultato irregolare nel territorio nazionale, nel quale aveva fatto rientro dopo essere stato espulso.

Sarebbe stata colpita alle spalle da uno dei rapinatori mentre dava l'allarme telefonando a una vicina Anna Tomasino, l'anziana morta dopo una rapina nella sua abitazione a Roma.

Ndr. Tutti si chiedono se erano tra i rom ricevuti dal papa.

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