
Redazione TirrenoNews
Dal 2005 la Redazione di TirrenoNews.Info cerca di informare in modo indipendente e veloce.
Email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Lamezia, aereo perde carburante durante fase di rifornimento: disagi per i passeggeri
Sabato, 25 Maggio 2019 19:04 Pubblicato in Campora San GiovanniLamezia Terme - Emergenza nell’aeroporto di Lamezia Terme.
Questa mattina, c’è stata una copiosa perdita di carburante durante la fase di rifornimento di un aeromobile diretto a Torino.
Sul posto, intorno alle 9:25 circa sono intervenuti anche i vigili del fuoco.
Al momento accertamenti sono in corso per ricostruire la dinamica dell'incidente.
Fortunatamente il carburante sversato non ha trovato alcun innesco che avrebbe dato luogo ad un incendio con conseguenze molto più gravi.
Sul posto le squadre dei Vigili del Fuoco del distaccamento aeroportuale hanno provveduto alla messa in sicurezza della zona ed al ripristino delle normali condizioni di sicurezza.
Il velivolo, inoltre, è stato trainato in un'altra piazzola permettendo il proseguo delle operazioni di soccorso.
Disagi si sono registrati per i passeggeri del volo.
Servono a ben poco gli arresti dei presunti scafisti e le loro tardive condanne.
Se i migranti non vengono immediatamente avviati a rimpatrio l’Italia sarà invasa .
Ma come, se i porti sono chiusi?
Ma quali porti chiusi se le coste sono aperte?
Ieri a Crotone nelle acque antistanti Capo Rizzuto da un’imbarcazione a vela sono sbarcati 52 migranti provenienti dal Pakistan.
Un velivolo della Guardia di Finanza del Coan, in missione di controllo avanzato sul mare Jonio, aveva allertato il dispositivo di sorveglianza, segnalando una imbarcazione a vela in navigazione verso le coste italiane.
Tre unità navali della Guardia di Finanza, due del Roan di Vibo Valentia e una del Gruppo Aeronavale di Taranto, hanno preso il mare nella serata del 24 e dopo aver individuato il natante, un monoalbero di 13 metri, lo hanno intercettato alle 4 di questa mattina a 10 miglia da Capo Rizzuto.
La barca a vela, una volta entrata nelle acque territoriali italiane, tentava di raggiungere inosservata la costa, con l’intenzione di incagliarsi nei bassi fondali, e consentire lo sbarco indisturbato di migranti e la fuga degli scafisti.
I finanzieri hanno trovato a bordo, stipati sottocoperta, 52 migranti, tutti adulti maschi di origine pakistana e al timone due cittadini russi, sospetti scafisti.
I militari hanno preso in custodia i russi e condotto sotto scorta la barca a vela al porto di Crotone, per le operazioni di identificazione dei migranti e il loro trasferimento al Centro di accoglienza di Isola Capo Rizzuto.
Dalle prime informazioni, l'imbarcazione, ora sotto sequestro, sarebbe partita il 17 maggio da Bodrum in Turchia e tutta la navigazione è stata condotta in modo da raggiungere l’Italia nell’arco notturno del fine settimana per trovare meno controlli e portare a termine senza problemi il traffico.
E l’Europa sta a guardare!
Ricordatevene domani quando andrete a votare!
L’Italia è sola e nessuno la tutela.
«Ti faccio il muso a sangue», schiaffi e insulti agli alunni: arrestata maestra nel Lametino
Sabato, 25 Maggio 2019 17:51 Pubblicato in Storia locale della CalabriaÈ successo a Falerna. Le indagini portate avanti dai carabinieri hanno permesso di evidenziare un clima di violenza e minacce all’interno delle classi composte da bimbi dai 5 ai 7 anni. Disposti i domiciliari
Atteggiamenti “scomposti”.
Sono stati definiti inizialmente così, da alcuni genitori, i comportamenti di un insegnante nei confronti dei piccoli alunni, tutti di età compresa fra i 5 e i 7 anni, che frequentano una scuola primaria del comprensorio lametino, nello specifico a Falerna.
Forse racconti, fantasie di bambini che, però, hanno destato più di qualche preoccupazione in quella mamme e quei papà che, trovando nei racconti dei propri figli un filo comune, si sono rivolti al dirigente scolastico il quale, a sua volta, non ha esitato a contattare i Carabinieri per le verifiche del caso.
Le violenze documentate
È iniziata così, sotto la direzione della Procura di Lamezia Terme, l’attività di videosorveglianza delle aule in cui insegnava la citata maestra, una 56enne, e che ha permesso di documentare gravi indizi di colpevolezza nei confronti della stessa ritenuta responsabile di maltrattamenti in danno di minori.
Dalla visione e dall’ascolto dei filmati captati, infatti, è emerso l’abituale atteggiamento della docente che era solita utilizzare un sistema di correzione delle condotte dei piccoli alunni caratterizzato da espressioni di violenza verbale, spesso accompagnate da gesti di violenza fisica. Prima uno schiaffo, poi un secondo … «smettila di urlare che ti faccio il muso a sangue».
Parole, azioni che seppur non così gravi da cagionare lesioni travalicavano sicuramente quell’idea di animus corrigendi.
Ciò sia per il primato che il nostro ordinamento attribuisce alla dignità della persona, sia perché non può perseguirsi, quale meta educativa, un risultato di armonico sviluppo di personalità, sensibile ai valori di pace, di tolleranza, di convivenza, utilizzando un mezzo violento che tali fini contraddice.
Ogni processo educativo, infatti, non può che fondarsi sulla condivisione degli atteggiamenti e dell’esperienza dell’educazione.
Disposti i domiciliari
I militari hanno registrato numerosi episodi in cui l’insegnante, oltre ad adottare reiteratamente mezzi di correzione fisica, quotidianamente si lasciava andare ad espressioni gratuitamente denigratorie nei confronti dei piccoli a lei affidati.
«Porco … maiale … sono stanca, dovete stare divisi, ognuno nel suo recinto …»
Parole buttate lì senza pensare che quelle ingiurie, quelle frasi tese esclusivamente a umiliare e svalutare il discente a nulla sarebbero servite nel percorso educativo e di crescita al quale era chiamata a contribuire.
Il quadro definitivo che si è delineato, quindi, ritrae un metodo di insegnamento nell’ambito del quale trovano sistematicamente posto minacce, ingiurie e violenze, talune assolutamente al di fuori di qualsivoglia sistema di correzione, educazione o disciplina tenuto altresì conto della tenera età dei fanciulli.
Un quadro che ha portato la locale Procura della Repubblica a richiedere l’applicazione di idonea misura cautelare, emessa dal Tribunale di Lamezia Terme ed in ottemperanza della quale la donna è stata tratta in arresto e posta ai domiciliari nella mattinata odierna.