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Redazione TirrenoNews

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Si svolgerà dal 2 al 4 agosto a Taurianova (RC), la quarta edizione del “Concorso Internazionale dei Madonnari – Città di Taurianova”, l’iniziativa ideata dall’Associazione Amici del Palco con la direzione artistica del maestro madonnaro Gennaro Troia

 

(fondatore della Scuola Napoletana dei Madonnari), tesa a valorizzare l’arte antica dei madonnari, la tradizione, la storia e il territorio che si trasforma in uno scenario esclusivo per l’arte di strada, un vero e proprio museo a cielo aperto.

Nel cuore della città 50 artisti internazionali con i loro gessetti saranno infatti il centro di una manifestazione estiva unica nel suo genere in tutto il territorio regionale che -giunta alla quarta edizione –si inserisce tra le maggiori manifestazioni culturali e artistiche della Calabria.

Nel corso delle varie edizioni il “Concorso Internazionale dei Madonnari – Città di Taurianova”ha presentato al pubblico la possibilità di gustare la bellezza della generazione e realizzazione nel tempo delle opere sempre più variegate e professionali grazie alla presenza di artisti di alto livello provenienti da ogni angolo del pianeta e anche quest’anno nell’arco dei tre giorni si avrà l’opportunità non solo di ammirare l’arte, ma di confrontarsi con gli artisti che coloreranno le strade di Taurianova sul tema dell’anno “L’espressione dell’amore nell’arte sacra”.

«Siamo felici di annunciare la quarta edizione di una manifestazione d’arte che affascina da sempre tutti e che grazie anche alla peculiarità artistica-culturale, alla continuità e al rilievo regionale si colloca ormai tra le più significative manifestazioni estive della Calabria– dichiara Giacomo Carioti,presidente dell’Associazione Amici del Palco e aggiunge – quest’anno il tema del Concorso aiuterà a far conoscere e diffondere il patrimonio artistico culturale dell’arte sacra nell’espressione dell’amore, che coinvolge in particolar modo l’arte preziosa dei madonnari, ricca di storia e di sacrificio degli artisti che mossi da questo amore si chinano per ore sull’asfalto e spesso utilizzano i polpastrelli come pennelli regalandoci non solo delle magnifiche opere d’arte ma delle performance ricche di significato».

Novità di quest’anno la collaborazione con diverse scuole del territorio e il 4 agosto, nella giornata finale della manifestazione, sarà dedicato soprattutto ai giovani studenti il “Madonnari Experimentations”: un concorso riservato ai giovanissimi e un workshop gratuito di avvicinamento all’arte del gessetto.

Riceviamo e pubblichiamo:

“Nei giorni scorsi, la vicenda della povera signora Santina Adamo di Rota Greca, spirata all'alba del 17 luglio scorso presso l‘ospedale civile di Cetraro poche ore dopo aver partorito il figlio, ha riportato tragicamente alla ribalta il “caso” sanità in Calabria.

 

Lo ricordiamo, la povera donna andò in ospedale a Cetraro perché villeggiava a Fuscaldo con la famiglia. All’inizio tutto era andato bene, ma a un certo punto, la donna avrebbe avuto una forte emorragia che le ha causato la morte.

Uno shock emorragico post parto; un’emorragia massiva sopraggiunta alcune ore dopo il parto ne ha causato la morte di Santina.

Santina aveva disperato bisogno di sangue per tamponare la gravissima emorragia in atto, ma l’ospedale di Cetraro non ha sacche di sangue.

A quel punto è stato allertato il centro trasfusionale di Paola, distante 25 Km da Cetraro.

Il centro trasfusionale disponeva di poche sacche, mi è stato riferito che a regime hanno una scorta di due sacche per tutto il territorio che ricade nella competenza del distretto sanitario.

Data la disponibilità all’ospedale di Cetraro, dallo stesso ospedale parte una vettura con destinazione Paola, per prelevare la sacca di sangue.

In tutto ciò, troppo si è impiegato per far arrivare in tempo il sangue per salvare la vita alla povera Santina.

Da questa triste vicenda emergono nuovamente fortissime carenze organizzative nella sanità Calabrese.

È inconcepibile che un ospedale civile non disponga di una sacca di sangue; è inammissibile che per l’intera fascia costiera ci sia un unico centro trasfusionale di riferimento che per l’intero territorio, disponga di quantità limitatissime di sangue, si parla all’incirca due sacche.

Ma la cosa che fa più rabbia è la scarsissima prontezza nella gestione delle emergenze e nei tempi d’intervento; per prelevare una sacca di sangue a Paola è stata inviata una macchina da Cetraro, che ha certamente speso più tempo di quanto ne avrebbe impiegato se la sacca fosse stata portata direttamente da Paola a Cetraro, senza fare questo andirivieni, che poi è rilevato fatale.

In questa terribile storia, quanto si è verificato ha certificato nuovamente il cronico fallimento del modo in cui la politica regionale ha gestito e amministrato la sanità calabrese.

Realtà come Cetraro, così concepite non hanno più motivo di esistere, non è accettabile che nel 2019 si possa morire in un ospedale civile per la mancanza di una sacca di sangue.

Con tali carenze organizzative e con una popolazione sulla costa così vasta, soprattutto d'estate, non è più garantito un servizio sanitario efficiente.

Perché manteniamo ancora in vita questa sanità zeppa di illegalità??

Perché non si pensa ad un unico centro ospedaliero serio e attrezzato sulla costa tirrenica cosentina, perché si deve continuare a morire nella sanità calabrese??

Vincenzo Lazzaroli

«Intervengo anche a nome del senatore calabrese Mangialavori, per sensibilizzare questo Parlamento su un fatto gravissimo accaduto ad una giovane madre.

La morte per emorragia di Santina Adamo deceduta dopo aver partorito il proprio figlio all’ospedale di Cetraro riapre prepotentemente il dibattito sull’emergenza sanitaria in Calabria.

Sulla vicenda sta indagando la Procura della Repubblica per accertare l’esatta dinamica dei fatti e le eventuali responsabilità.

A lei, incolpevole vittima, va il nostro pensiero commosso e straziato ed alla famiglia le più sentite condoglianze.

Dopo che ho chiesto, giorno 18 luglio, l’invio degli ispettori, il ministro ha accolto la richiesta avviando l’ispezione giorno 20, ma adesso si presenti in aula e ci riferisca l’esito dato che dalle notizie stampa sembrerebbero emergere circostanze inquietanti: pare che nella sala operatoria, mentre la giovane spirava, non c’era la possibilità di essere assistita da un chirurgo che probabilmente avrebbe potuto tamponare l’emorragia in corso; da qualche settimana all’ospedale di Cetraro non si può operare più in regime di emergenza e urgenza, nonostante si tratti di  un presidio ospedaliero che ospita un punto nascita con circa 600 parti all’anno; l’ospedale di Cetraro non può contare nemmeno su un centro trasfusionale, che si trova invece all’ospedale di Paola, dove si è deciso di incentrare il polo chirurgico e dal quale non sarebbero giunte in tempo le sacche trasfusionali che forse avrebbero potuto salvare la vita a Santina».

Il senatore azzurro Marco Siclari in aula ha riportato con amarezza e commozione una realtà ai limiti del paradossale per un paese che si definisce civile rimarcando come sia «assolutamente inaccettabile che in Italia si muoia ancora di parto.

La responsabilità, sono certo, è da attribuire sopratutto alla politica perché negli ospedali calabresi mancavano i medici in passato e continueranno a mancare ancora di più con il Decreto Calabria approvato da questo Governo il 3 maggio e che non prevede lo sblocco del turn over il vero problema della nostra sanità.

In Calabria mancano 1410 medici, 2800 infermieri, 1.000 operatori e tecnici sanitari e soprattutto nel periodo feriale estivo ovviamente la situazione peggiora a scapito dell’assistenza sanitaria e della salute dei cittadini.

Chiedo pertanto, tramite la Presidenza dell’Assemblea, che il Ministro venga al più presto a riferire in quest’aula sull’esito dell’ispezione nel nosocomio calabrese: tutti i cittadini italiani ed in special modo quelli che risiedono in Calabria hanno diritto di sapere.

Presidente – continua il Senatore Siclari – quando abbiamo bisogno di cure importanti, andiamo tutti in ospedale, ma da noi, in Calabria, gli ospedali sono senza medici per il blocco del turn over esistente da 10 anni e dovuto ad commissariamento della regione e purtroppo ciò che è più grave è rappresentato, ribadisco, dal Decreto Calabria approvato a Maggio da questo Governo che non potrà dare segni di cambiamento perché non prevede lo Sblocco del turn over.

I medici non possono lavorare in condizioni strazianti e senza strumenti e i calabresi non possono morire perché manca negli ospedali calabresi l’assistenza adeguata. Sarò ripetitivo, stancherò le vostre orecchie, ma tutte le volte che accadrà qualcosa di così grave in Calabria, mi ritroverete in questa aula per sensibilizzare il parlamento ad intervenire.

La Calabria non rimarrà più in silenzio come in passato: la rassegnazione è finita per quanto mi riguarda”, ha concluso il senatore azzurro

16:13 - 24 luglio 2019 CALABRIA, Cosenza

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