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Redazione TirrenoNews

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Una nuova infornata di incarichi assolutamente inutili e costosi a favore degli amici degli amici. Dice Gianluca Callipo.

Riceviamo e pubblichiamo:

“Il Direttore Generale dell’Azienda Regionale per lo Sviluppo dell’Agricoltura Calabrese (ARSAC), nei giorni scorsi ha pubblicato sul sito istituzionale dell’Azienda www.arsac.calabria.it un atto aziendale definitivo completo di dotazione organica, piano industriale, regolamento, ecc., per il quale ha avviato con le organizzazioni Sindacali la relativa concertazione in data 05/09/14. In data 18/09/14 scopriamo che prima ancora di concludere la concertazione, con delibera n. 85 del 18/09/14 adotta tali documenti e trasmette il tutto alla Giunta Regionale per la definitiva approvazione. L’atto aziendale dell’ARSAC, non essendo ordinaria amministrazione, può essere approvato dall’attuale giunta regionale?

Nella fretta di presentare questo atto aziendale alla giunta regionale, il Direttore Generale dell’ARSAC ha bypassato le più elementari regole sindacali ma, soprattutto, ha perso di vista i compiti istituzionali assegnati all’ARSAC con la legge regionale n.66/12 che sono i servizi ai quali hanno diritto ad accedervi gli imprenditori agricoli. Infatti, detto atto aziendale, come già riferito e verbalizzato dalle organizzazioni sindacali del pubblico impiego di CGIL, CISL e UIL, più che rispondere alle esigenze dei servizi in agricoltura sembra rispondere ad altre esigenze in quanto prevede 13 (tredici) nuovi dirigenti e uffici inutili, con un appesantimento burocratico anacronistico e fuori da ogni logica.

E’ possibile oggi immaginare un’azienda pubblica come l’ARSAC, che prevede 13 nuovi dirigenti? E pagati da chi?

I dipendenti del pubblico impiego dell’ARSAC che da oltre 20 anni si occupano di servizi in agricoltura, che conoscono in lungo e in largo il territorio Calabrese e le esigenze degli utenti di questi servizi in agricoltura, ritengono, al contrario di quanto previsto dal Direttore Generale dell’ARSAC nell’atto aziendale, che sia necessario prevedere una struttura molto più snella.

Pertanto, a fronte del diritto delle aziende a fruire dei servizi in agricoltura nella nostra regione, sarebbe logico predisporre un atto aziendale partendo dall’esistente, cioè dall’attuale organizzazione territoriale dei servizi che hanno dato degli ottimi risultati. Infatti, tali servizi che per legge (ex L. R. n.11/92 prima e L.R. n. 19/99 dopo) ha espletato l’ex ARSSA negli ultimi 20 anni rappresentano una delle poche cose che ha funzionato in Calabria ed i risultati relativi allo sviluppo dell’agricoltura in termini di integrazione del reddito agricolo e miglioramento della qualità dei prodotti, (promozione e affermazione di tecniche a basso impatto ambientale nei vari comparti: agrumicolo olivicolo, frutticolo, orticolo ecc., promozione e marchi di qualità per produzione tipiche, ecc.) sono sotto gli occhi di tutti.

Quindi, perché cancellare l’esistente che funziona per creare una struttura con 13 nuove postazioni dirigenziali che appesantiscono i servizi in agricoltura, cioè i compiti di istituto dell’ARSAC, aumentando a dismisura la spesa pubblica?

Questo atto aziendale, tra l’altro, prevede di chiudere 8 dei Centri di eccellenza che hanno dato i risultati citati - Centri di divulgazione Agricola (Ce.D.A.) - dislocati territorialmente, togliendo così servizi alle aziende agricole e concentrando il personale in altre postazioni inutili e meno funzionali.

Considerato che sono trascorsi circa 2 anni dalla L. R. n. 66 che istituisce l’ARSAC, a questo punto ci si chiede: perché non continuare il confronto avviato con le rappresentanze dei lavoratori? Allora forse, considerata la fretta degli ultimi giorni, l’obiettivo del direttore Generale dell’ARSAC non è quello di predisporre un atto aziendale che dia alla Calabria un sistema di servizi in agricoltura snello e funzionale ma, evidentemente, di fare approvare al più presto a questa giunta anche questo atto, per l’unico scopo di affidare il prima possibile altri 13 inutili incarichi dirigenziali.                                                  

Il coordinatore protempore della RSU ARSAC Carmelo Orlando

Cogliamo la notizia che il Serratia marcescens non fa diventare rosso solo il pane.

Negli ultimi anni sono stati segnalati anche diversi i casi di colorazione rossa di ricotte.( foto dal web)

Un caso potrebbe essersi verificato anche qui ad Amantea, per quanto mantenuto riservato, per evitare complicazioni apparentemente inutili.

Artefici , comunque, di tutti i casi di colorazione sono sempre i pigmenti prodotti dalla Serratia marcescens, tra cui va richiamata la prodigiosina . Va comunque ricordato che la Serratia Marcescens produce anche altri pigmenti.

Ci sembra indispensabile, allora, per i nostri lettori che vogliono essere informati parlare della Serratia marcescens proponendo un interessante ( unico?) lavoro del il prof Carlo Cantoni; Libero docente in Ispezione degli alimenti di origine animale ed il dr Stefano Ibba Medico Veterinario-Milano ai quali porgiamo i nostri ringraziamenti.

Cosa sono le Serratiae spp.

Le Serratia spp sono germi bastoncellari, Gram negativi, riuniti nel genere Serratia, famiglia, ordine Enterobacteriales, classe Gamma Protobacteria, phylum Proteobacteria. Nel genere sono comprese 16 specie:S:entomophila, S.ficaria, S:fonticola, S.glossinae, S.liquefaciens, S.marcescens, S.marcescens subsp.marcescens, S.marcescens subsp.sakuensis, S.marinorubra, S:plymuthica, S.proteomaculans, subsp.proteomaculans, S.proteomaculans susp.quinovora, S.quinivorans, S.rubidae, S.symbiotica, S.mephitica.

I pigmenti

La maggior parte ceppi di Serratia marcescens (compreso il ceppo KRED di Serratia marcescens subsp. sakuensis) di S:plymuthica e di. S.rubidiae elaborano un pigmento insolubile in acqua,unito alla membrana cellulare denominato prodigiosina. Questo pigmento conferisce alle colonie dei ceppi produttori una colorazione rossa intenso tendente al violetto e questa colorazione è conferita agli alimenti contaminati da S. marcescens e da S.rubidae. In base a prove di crescita su terreni poveri addizionati di varie fonti di carbonio,alla prova di riduzione del tetrationato, alla produzione del pigmento prodigiosina e di pirimina ,Grimont & Grimont (2006) nei ceppi di Serratia marcescens hanno individuato sette biogruppi (A1,A2,A3,A4,A5,TCT,TC) e 19 biovar (6 biovar per il biogruppo A2 e 8 biovar per il gruppo A5). I ceppi dei biogruppi A3 e A4 sono ubiquitari e non producono prodigiosina e i ceppi dei biogruppi A5 e TCT non sono pigmentati e sono presenti soprattutto negli ambienti ospedalieri, mentre, i ceppi pigmentati dei biogruppi A1 e A2 sono presenti soprattutto nell’ambiente. La specie Serratia rubidae ha tre sottotipi (B 1,B 2,B 3).

La produzione di prodigiosina

La prodigiosina è un pigmento color rosso non diffusibile in acqua, metabolita secondario dei biotipi di Serratia marcescens,di S.rubidaea, di S.plymuthica. Tutti batteri Gram negativi, Normalmente queste specie cromogene non sono patogene, mentre lo sono i biotipi non cromogeni che fungono da patogeni opportunisti. I biotipi isolati o provenienti dall’ambiente raramente lo sono. Il pigmento possiede attività antibiotica( Kalespertis coll.1975 Songia &coll. 1997). Serratia marcescens elabora anche un secondo pigmento solubile in acqua, di color rosso violetto con attività simile alla perossido dismutasi; la sua produzione è incrementata dalla aggiunta nel terreno di coltura di polimixina, gramicidina e valinomicina. Le colonie pigmentate di Serratia marcescens si vedono nettamente ad occhio nudo quando, nel terreno colturale,raggiungono un diametro di circa 1 mm (Haddix & coll.2000).

Le Serratia spp ,come le altre Enterobacteriaceae,crescono bene nei normali terreni di coltura in aerobiosi e in anaerobiosi. Si sviluppano ugualmente nei terreni sintetici in presenza di una sola fonte di carbonio.

La produzione maggiore del pigmento si verifica a 28 °C in brodo a base di semi di arachide,di sesamo e in brodo destrosio con caseina, S.marcescens è il maggior produttore di prodigiosina e la elaborazione dello stessa è in funzione della temperatura e viene inibita da temperature superiori a 37*C ( Gin &coll.2004).I terreni colturali impiegati per la biosintesi di prodigiosina contengono molteplici nutrienti; la tiamina e il ferro acido (Way & coll. 2005) stimolano la sua produzione.

Oltre a S.marcescens altri microrganismi formano prodigiosina e/o sui derivati: Pseudomonas magnesiorubra, Vibrio psychoerithrous, Vibrio gazogenes, Alteromonas rubra e, Rugamonas rubra e da Actinomycetes Gram positivi come Streptoverticillium rubrireticuli e Streptomyces longisporus ruber (Aranafari &coll, 2005)

Il tripirrolo prodigiosina prodotto da S.marcescens fu caratterizzato per primo e venne dimostrata la sua localizzazione in vescicole extracellulari unite alla parete della cellula batterica e in granuli intracellulari (Kobayashi &coll 1991) e anche aderente alla parte interna della membrana (Irashani & coll.2004) in seguito a successive analisi si è evidenziata una serie di altri pigmenti correlati con differenti alchil sostituti (Wasseman ) riconosciuti come: undecilprodigiosina, meticloprodigiosina, streptorubina (butil-meta-cicloeptiprodigiosina) e la nonilprodigiosina (Fustner 2003). Pertanto Fustner ha sostenuto limitativa la denominazione tradizionale ed ha raccomandato di usare il termine “prodigiosina” solo in senso generico.

L’Habitat

Le specie del genere Serratia sono state isolate da vegetali (legumi, frutti, funghi e muschi), dall’intestino di roditori, da insetti, dalle acque e dal suolo.

In genere S:marcescens subsp. Marcescens costituisce solo il 10 % dei ceppi isolati dall’ambiente esterno, mentre è presente con frequenza negli ambienti ospedalieri

Patogenicità

Sebbene S.marcescens per lungo tempo sia stata considerata un germe non patogeno,negli ultimi trent’anni,alcuni ceppi sono diventati patogeni opportunisti causa di infezioni ospedaliere (Hejazi & coll. (1997) I ceppi virulenti di S.marcescens si sono resi responsabili di infezioni ospedaliere provocando infezioni del tratto respiratorio, del tratto urinario, setticemie, meningiti, polmoniti, congiuntiviti, cheratocongiuniviti, cheratititi, osteomieliti ed endocarditi (Hejazi &coll 1997;Kida &coll.2007; Kah &coll 2007;Matsuo & coll.2008;Castelli & coll 2008). I rapporti dei vari casi hanno segnalato la loro comparsa solo in pazienti con deficienza immunitaria o con malattie croniche debilitanti.

Serratia marcescens spp sono in grado di provocare malattie in animali, insetti, coralli e piante. La maggior parte dei ceppi isolati dai casi clinici non sono pigmentati.

Le resistenze agli antibiotici

Negli ospedali si creano problemi per la resistenza dei ceppi isolati a diversi antibiotici come le cefalosporine,l’aztreonam, l’impenen, la cefaloxima e la ceftazidima (Kumer& coll.2002;Mammari % coll. 2004).

Adesione alle superfici

I ceppi di S:marcescens patogeni posseggono la capacità di aderire alle superfici del paziente ospite. I ceppi aderiscono sia a superfici biotiche che a quelle abiotiche come polistirene, legno, ferro, acciaio per la presenza di pili o fimbrie superficiali.

Ceppi di S,marcescens con fimbrie tipo 1 formano biofilms aggregandosi. La formazione di biofilm garantisce la protezione dei microrganismi aggregatisi in comunità dagli stress esterni. Inoltre, quando le cellule microbiche raggiungono elevate quantità entro il biofilm, questi diventa fonte di propagazione dei germi presenti causando problemi in campo clinico e negli ambienti di preparazione di alimenti.

Serratia spp e alimenti

S.marcescens si è sviluppata in vari alimenti come polenta, pasta, pane, ostie, mantenuti in ambienti umidi ed in frutti tropicali come il cocco ( Bollett & coll. 1986;Abd- Alla coll .2011). Riguardo i prodotti lattiero caseari la pigmentazione rosso sangue è dovuta alla proliferazione di ceppi di Serratia marcescens in grado di crescere a 5 °C psicotrofi o coldtolerans (tolleranti le temperature fredde).

Nella letteratura specifica, i primi ceppi psicrotrofi di S.marcescens sono stati descritti da Thomas &coll .1958) e da Witter & coll. (1961). In tempi più recenti altri ricercatori hanno isolato ceppi psicotrofi da latte crudo refrigerato dei quali il 3-6 % erano S.marcescens (Milliere & coll.1985; Ah-med & coll. 1989;abdu & coll.1997:Tariq & coll.2010)

Ray nel 1996 ha descritto ceppi di S.marcescens capaci di svilupparsi in alimenti refrigerati e di produrre lipasi e proteasi extracellulari termostabili( Abdou & coll.2003).

Questi ceppi definiti psicrotrofi dovrebbero essere studiati con grande attenzione dai ricercatori considerati i danni economici provocati: in particolare è necessario stabilire con precisioni gli intervalli di crescita esatti,dato trascurato incredibilmente da coloro che hanno affrontato lo studio dei ceppi alteranti.

Serratia marcescens:il Bacillo del miracolo

La storia dell’arrossante superficiale color sangue degli alimenti origina nel VI secolo,.quando Pitagora rilevò la presenza di una sostanza color sangue sul pane. Poi, nel 332 A:C, i soldati dell’armata macedone di Alessandro Magno videro anch’esse la formazione di macchie sanguigne sul loro pane e i soldati macedoni interpretarono la comparsa di macchie sanguigne come segno premonitore del sangue che si sarebbe sparso prima e dopo la conquista di Tiro da parte di Alessandro.

Nel 1800 un microscopista prus siano (C:G: Ehrenberg -1775-1876)   riportò l’esistenza di circa 100 rapporti storici che descrivevano la comparsa miracolosa del sangue su alimenti. Lo storico e microbiologo E.R. Gaugan (1969) scoprì l’esistenza di 35 rapporti di san Guegran “fuoriuscente” dal pane eucaristico. Il primo caso registrato risale al 1169 in Danimarca.

Lo stesso fenomeno fu osservato in ostie dal Medio Evo al Rinascimento. Tutto ciò in quei tempi era considerato un miracolo.

La colorazione delle ostie ispirò Raffaello a dipingere il “Miracolo di Bolsena” su una parete nel Vaticano. Per onorare il miracolo di Bolsena,il papa Urbano II istituì la festa del Corpus Domini nel 1264. Nel dipinto il curato Peter di Praga è raffigurato mentre somministra la Comunione nella Chiesa di Santa Cristina.Quando il curato si accinse a somministrare le ostie si accorse ch’erano rosse e credette che fosse il sangue di Gesù transustato in esse.

Il primo ad osservare la presenza di batteri nella massa rossastra fu Antoine Van Leewenoek (1632-1723), ma la scoperta del microrganismo responsabile fu un farmacista di Legnaro (Padova) Bartolomeo Bizio che denominò il microrganismo Serratia marcescens dopo averlo osservato al microscopio esaminando lo striscio su vetrino di una macchia prelevata da una polenta arrossata. Al momento lo credette un fungo microscopico. Nei1817 Bizio, inumidì del pane e della polenta lasciandoli in un ambiente umido e caldo. Dopo 24 ore riscontrò l’arrossamento di pane e di polenta. Nel 1819 denominò Serratia il microrganismo per onorare il fisico italiano Serrati, inventore del piroscafo a vapore. Il nome specifico “marcescens” fu stabilito perché il germe causava un processo alterativo maleodorante della polenta e dei pani. Anche Ehrenberg si interessò delle macchie rosse del pane e nel 1848 inoculò parti delle macchie rosse sanguigne in patate, pane e formaggio svizzero riproducendo la colorazione della matrice originaria. Ehrenberg osservò i microrganismi presenti denominandoli batteri.

Fino alla fine del 1800 Serratia era denominata Bacillus prodigiosus, cambiato nel 1920 con la denominazione data da Bizio (Gillen & coll.2011).

Identificazione di S.marcescens

Il risultato della colorazione di Gram (bastoncino negativo) e le sue relazioni con l’ossigeno (aerobio e anaerobio facoltativo), la prova dell’ossidasi (negativa) pongono il ceppo isolato tra le Enterobacteriaceae. La mobilità è il colore delle colonie confermano l’appartenenza del ceppo alle Enterobacteriaceae. Serratia marcescens riesce negativa al rosso metile. La specie idrolizza la caseina e degrada il triptofano e il citrato. S.marcescens produce acido lattico per via ossidativi e fermentativa.

La Serratia marcescens isolata da ambienti naturali è prontamente identificata per il colore rosso sangue delle colonie. Per la identificazione di S:plymuthica , di S:rubidaeae e di S.sakuensis è necessario ricorrere all’impiego delle gallerie Biomeieux

Sanificazione.

Le Serratia marcescens sono suscettibili all’azione di vari disinfettanti come il cloro (1% di sodio ipoclorito) l’etanolo al 70%,alla glutataraldeide e ai composti a base di iodio. Particolarmente efficace   riesce l’AHP ( perossido d’idrogeno accelerato –potenziato) in concentrazione dello 0,5 % che necessita di un contatto compreso tra 1 e 5 minuti primi.

Per sanificare degli ambienti di lavoro , prima di applicare il disinfettante scelto e necessario trattare le superfici con detergente alcalino e poi applicare il disinfettante.

Poiché il germe proviene dall’ambiente esterno si deve impedire la sua introduzione nell’ambiente di lavorazione da parte delle calzature del personale e da altri oggetti verosimilmente contaminati.

Serratia marcescens può resistere ai composti ammonio quaternari e alla cloexidina. Può contaminare anche i saponi.

Riassunto

S.marcescens in anni recenti ha provocato spesso alterazione di prodotti lattiero caseari umidi. Si è ritenuto utile redigere una rassegna su questo microrganismo e sulle sua sistematica e capacità alterante e patogena.

Summary

Serratia marcescens as alterative and opportunistic pathogen bacterium.

In these ultimate years (and actually) S.marcescens has been responsible of numerous chromatic (alterations (rednessses) of milk products (ricotta). A review on this alterative and opportunistic deseagreable bacterium has fournished here.

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Parliamo di Coreca, ovviamente . Anzi della scogliera che “qualcuno” – non si sa bene chi- voleva realizzare per tutelare lo scoglio di Coreca e far rinascere la spiaggia limitrofa.

Un progetto che non piaceva e non piace a nessuno .

Un progetto che nessuno difende perché, forse, era ed è indifendibile.

Uno dei tanti progetti figli di una disponibilità finanziaria e di una scelta progettuale valutata acriticamente, all’insegna gattopardesca che “In Calabria non è mai importante fare bene o male !”

Tanto ( azzardiamo) i fondi della scogliera saranno dirottati a tutelare la SS18 subito dopo il porto atteso che la attuale disponibilità sembra insufficiente, in tal modo tutelando ( sul serio) la naturalezza dello scoglio e del contesto ambientale (ex ss18 a parte!).

Ma ecco il comunicato inviatoci:

“Oggi ( 18 settembre), al Consiglio Comunale di Amantea, maggioranza ed opposizioni, hanno votato insieme all’unanimità la sospensione del progetto regionale “Lavori di difesa del litorale in località Coreca”. Con un accordo bipartisan l’Amministrazione guidata dal Sindaco Monica Sabatino insieme ai rappresentanti delle liste capeggiate da Sante Mazzei, Francesca Menichino e Sergio Ruggiero ci fanno confidare che un cambiamento vero è possibile. Da sempre auspichiamo un nuovo prototipo di politica che non guardi all’interesse dei singoli, ma al bene della collettività nella sua interezza. Una politica trasparente che restituisca fiducia, speranza e spazi di partecipazione attiva e responsabile alla società civile.

Riappropriarsi del senso di responsabilità individuale e collettiva, in un processo che coinvolga tutta la comunità, costituisce premessa indispensabile per un cambiamento democratico, inteso come nuovo modo di pensare al bene comune, nei termini dell’entusiasmo, dell’impegno civile e dell’imprescindibile competenza e volontà del prendersi cura della città.

Recuperare e partecipare emozioni di affettuosità verso il territorio e verso le bellezze del paesaggio, prendere le difese dello Scoglio di Coreca, che ci appare minacciato da una progettazione che privilegia esclusivamente l’aspetto tecnico, farlo con il cuore e con l’affetto che questa “bella cartolina” merita, produce in noi la sensazione che stiamo tutelando un gioiello di famiglia – qualcosa che sentiamo nostro da sempre – che ci appartiene.

Nel primo incontro il Sindaco Sabatino ha parlato della volontà di attuare una democrazia partecipata, ebbene, è quello che ogni cittadino ragionevole vuole, tutti devono poter esternare il proprio senso di appartenenza, appartenenza che negli ultimi decenni, ad Amantea, si era affievolita e che – secondo noi – è l’elemento cardine di una politica credibile. Dal documento concordato in Consiglio Comunale emerge che Coreca va tutelata con rispetto, che il finanziamento stanziato va sicuramente speso, ma deve essere un intervento risolutivo, nessuno accetterebbe un intervento precario, incerto negli effetti e invasivo, ancor meno se frutto di un lavoro privo delle necessarie prove di simulazione in vasca. L’Associazione FareAmbiente lunedì scorso ha inviato una missiva agli ordini professionali (Architetti, Ingegneri, Geologi, CNR-IRPI) per acquisire ulteriori pareri tecnici da professionisti ed esperti.

Fin dalle prime riunioni il sindaco, dott.ssa Monica Sabatino, e tutti gli Assessori e Consiglieri che la supportano, hanno mostrato con fermezza la volontà di approfondire le eventuali soluzioni tecniche alternative al progetto della Regione Calabria, sostenendo il necessario coinvolgimento degli Enti di ricerca come sollecitato dal cartello di Associazioni costituitosi.
Dai banchi delle rappresentanze di opposizione il Consigliere Menichino ha chiesto di far emergere nel documento che l’ISPRA -su incarico del Ministero dell’Ambiente - ha redatto sia la caratterizzazione che la valutazione dei costi previsti per la bonifica del fiume Oliva, dove è ormai accertato un inquinamento considerevole che ne rende inutilizzabili gli inerti finalizzati a ripascimento se non prima bonificati(ndr ?).

Il consigliere di minoranza Ruggiero, pur riconoscendo l’importanza del problema erosione che rende necessario un intervento almeno di consolidamento della vecchia SS.18 in località Coreca, si è detto sicuro che una alternativa ci può essere, e bisogna cercarla e valutarla con obiettività.

L’ex assessore Mazzei, attualmente capogruppo di minoranza, in carica nelle precedenti amministrazioni, pone in risalto la tipologia del finanziamento e l’iter di acquisizione sollecitando le iniziative idonee alla realizzazione dei lavori di protezione e alla ineludibile salvaguardia paesaggistica. Ha inoltre sottolineato le disposizioni delle norme in materia di ripascimento circa gli obblighi di verifica della compatibilità degli inerti.  Insomma abbiamo partecipato ad un Consiglio Comunale svoltosi all’insegna della serenità, con una presa di coscienza generale concretizzata con la richiesta della sospensiva che è la scelta giusta nell’interesse di un territorio che in passato ha pagato scelte fatte con superficialità da politici solo vogliosi di realizzare opere spesso poco utili e dannose, a volte deleterie.

A Consiglio chiuso, Falsetti (WWF) a nome di tutte le associazioni ha ringraziato per la disponibilità all’ascolto da parte dei politici e, nell’esortare al dialogo, ha sottolineato

“QUESTA E’ L’AMANTEA CHE CI PIACE………… QUESTA E’ LA POLITICA CHE VOGLIAMO!”

FIRMATO:

AMMINISTRAZIONE COMUNALE AMANTEA (Sindaco Monica Sabatino), Presidente del Consiglio Ermelinda Morelli, l’Assessore all’Ambiente Antonio Rubino, l’Assessore al Bilancio Sergio Tempo, l’Assessore all’Urbanistica Gianluca Cannata, l’assessore a Scuola/Sanità Emma Pati, ed i Consiglieri Giusy Osso, Caterina Ciccia, Elena Arone, Alessandro Salvatore, Franco Chilelli;
Gruppo consiliare Insieme per la Città   (Sante Mazzei, Miriam Bruno), -                                                   Gruppo consiliare M5S (Francesca Menichino);                                                                                              Gruppo consiliare Nuova Primavera – Spirito Libero (Sergio Ruggiero);                                                    WWF (Francesco Saverio Falsetti e Michele Parise), C.G.I.L. (Massimiliano Ianni), BORGO CHIANURA (Antonio Cima), L’AQUILONE (Alessandro Garritano e Bonavita Felice), CONSIGLIO DI FRAZIONE Campora S.G. (Enzo Garritano), ALTERNATIVA (Ottaviano Di Puglia), LEGA NAVALE (Arch. Saverio Magnone), VIVO ALTERNATIVO (Francesco  Reale e Vincenzo Bruno), CITTADINANZA PRO-ATTIVA (Guglielmo Garritano), PRO-LOCO Campora (Vittorio Mendicino), A.I.C.S. Gianluca Vltri, L’AQUILONE Luciano Guido, ASSOCIAZIONE ARTIGIANI (Fioravante Spina), SCUBA ADVENTURE CLUB (Francesco Gaudio), THE CONVENT CENTRE (Diana Bruni), FARE AMBIENTE (Aurelio Longo), SPI/CGIL (Salvatore Amendola), CONDOMINIO LE MANDRELLE (Stefano di Benedetti), ISCA HOTEL (Salvatore Malito), HOTEL LA SCOGLIERA (Pasquale Suriano). 
Amantea 19-09-2014

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