
Redazione TirrenoNews
Dal 2005 la Redazione di TirrenoNews.Info cerca di informare in modo indipendente e veloce.
Email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Coreca e l’elogio della Bugia!
Domenica, 14 Dicembre 2014 18:47 Pubblicato in Economia - Ambiente - EventiUn tempo gli scogli di Coreca erano totalmente immersi in quel mare che giungeva fino alla costa rocciosa di Oliva. Nelle stampe e mappe più vecchie e rare si vede il mare giungere fino alla “grutta du pecuraru” ed ai salti nella roccia e nel terreno che ancora oggi esistono alle spalle della piana di Oliva.
Non è difficile immaginare cosa fosse Coreca in quel tempo; un posto splendido, forse unico, nel quale il verde della roccia si miscelava con l’azzurro del mare ed il bianco delle sua spuma.
Poi le grandi piogge e lo “sfasciume pendulo” cominciò ad inviare misto, sabbia e fango verso il mare e man mano si formarono le brevi piane della nostra costa: quella del capoluogo, quella di Oliva e quella di Campora San Domenico.
Questi terreni restarono tali per molto tempo; secoli e secoli e divennero terreni agricoli altamente produttivi grazie all’acqua del fiume Oliva
Poi a fine 19° secolo venne realizzata la Ferrovia, molto prossima al mare, forse sperando che continuasse il fenomeno di accrescimento della spiaggia. Per realizzarla vennero rubati milioni di mc di misto dai fiumi, così che questo materiale non giunse più a mare e le mareggiate cominciarono a mangiarsi le spiagge, riducendole notevolmente
Poi le piogge continuarono ed i fiumi si riempirono al punto da esondare e creare malefiche lagune dove le anofele allignavano spargendo la malaria in ogni dove. Vennero così creati i grandi muri del Catocastro, del Santa Maria, del Calcato, del Colongi che spinsero più facilmente il materiale litoide verso i maree le spiagge si ricostituirono e la ferrovia non ebbe problemi
Ma poii venne realizzata la statale 18 e contestualmente il raddoppio delle ferrovie e tutto a danno ancora una volta dei fiumi.
Troppe asportazioni e così per anni , molti anni il materiale litoide non giunse alle spiagge ed il mare fece quello che sapeva fare : continuò a mangiare le spiagge.
Proprio Coreca va ricordata come emblema delle scelte più sbagliate .
Coreca è uno di quei pochi posti della costa tirrenica dove la statale 18 viaggia ad ovest del rilevato ferroviario. L’altro è la principessa e sappiamo come sta finendo
Pochi ricordano che a fine 19° secolo ed inizi del ventesimo, prima della costruzione della statale 18, quando imperversavano le mareggiate non era possibile andare da sud a nord dello scoglio di Coreca e viceversa se non passando da Stritturi
Anche per questo venne realizzato il grande muro che fa salire la statale per passare lo scoglio di Coreca, di cui resta ben poco dopo il dissacrante uso degli anni venti-trenta per asportare lo splendido marmo verde.
Un muro che oggi è a rischio di crollo.
Poi improvvisa, irriguardosa, speculativa, irrazionale, ambientalmente e naturalmente lesiva di un contesto bellissimo irrompe la urbanizzazione. Ed ancora una volta si rubò ai fiumi. Ed il mare fece quello che aveva sempre fatto: mangiò le ultime spiagge.
Non solo prime case anche per figli , nipoti e pronipoti, approfittando della mancanza di programmazioni e di controlli urbanistici, ma anche seconde case , case per il turismo
E violenza delle violenze si costruì vicino al mare, troppo vicino al mare, quel mare che era destinati ad avanzare: case ed alberghi.
Quelle case e quegli alberghi che oggi bisogna salvaguardare impedendo al mare di farle crollare e dando loro le spiagge che non ci sono più. Non solo lì, in verità.
Case ed alberghi che hanno spezzato l’incanto e la unicità ambientale e naturalistica di un luogo quale Coreca che oggi si ha la pretesa di assumer ad emblema della bellezza, mentre, al più, dovrebbe essere l’esempio emblematico della più becera dissacrazione. Ambientale e naturalistica
Oggi la pretesa di salvare il salvabile ma con la arroganza di salvare un unicum irripetibile ed in parte anche da parte di chi ha sfruttato questi luoghi macchiandoli irreversibilmente
E sembra inoltre che qualcuno stia tentando di lavarsi la coscienza.
Oggi , cioè, si parla di salvare lo scoglio di Coreca.
Da chi? Dalle mareggiate? Affatto. Le mareggiate anche le più potenti nulla possono contro gli scogli di Isca e contro gli scogli di Coreca.
Perché mentire? Perché nascondere che stiamo tentando di salvare i fabbricati che più o meno regolarmente, ma sicuramente in oltraggio alla bellezza ed unicità dei luoghi, sono stati realizzati per godere in modo privilegiato di un posto che solo a parole è di tutti.
Dove sono, infatti, i parcheggi , magari a pagamento, per godere di Coreca?
Ed allora la domanda se sia eticamente, moralmente, ambientalmente giusto far finta di tutelare gli scogli mentre in realtà si tutelano beni ed interessi privati
Se lo è non stiamo parlando di Coreca e delle sue bellezze, ma di beni ed interessi privati.
Pur rispettabili, ma soltanto privati . E lo dobbiamo fare pure con soldi pubblici?.
Fuori dai denti e zitti, in particolare quelli che nulla hanno fatto per Coreca
Il problema, quindi, non è se fare una barriera emergente od una barriera soffolta ma sapere che cosa intendiamo salvare e perché
Il problema vero è chiedersi se vale la pena intervenire su Coreca se se ne distrugge l’ immagine ambientale e naturalistica.
O se, piuttosto, è accettabile, al contrario, lasciare fare alla natura, convinti che solo essa esprime la giustezza in un mondo “sporcato” dalle scelte umane.
Dico questo perché ho sentito le cose più assurde.
Per esempio relativamente al ripascimento artificiale della spiaggia di Coreca.
Il progettista ha suggerito di prelevare il misto del fiume Oliva
Si è alzato un grido fortissimo :NO!!!! L’Oliva è inquinato!
Sempre lo stesso progettista ha ricordato che il fiume Oliva naturalmente porta a mare il misto. Non poco, almeno20 mila mc all’anno.
Ma se l’Oliva è inquinato allora tutto il misto che giunge a mare è inquinato ed inquina anche il mare. Ed allora come è possibile far mangiare i pesci di Campora GS e far fare i bagni a Campora SG?
E se è vero che l’Oliva è inquinato , allora nemmeno si può usare, come hanno suggerito gli ambientalisti, il misto che si deposita a nord del porto : quel misto viene proprio dall’Oliva!.
Secondo questa logica , altro che prelevare il misto dall’Oliva, qui occorrerebbe impedire che il misto giunga al mare!.
Secondo questa logica , bisognerà fare una grande diga che trattenga il misto. Poi ci vorranno tanti camion che prelevino il misto inquinato e lo portino in discarica, magari sui carri ferroviari che lo portino in Germania od in Olanda. Altro che a Coreca! Ed è una cosa semplicissima! Bastano 160 carri merci per trasportare 20 mila mc di misto.
Per l’acqua , se inquinata, esiste invece una soluzione semplicissima
Basterà impermeabilizzare il letto del fiume garantendo alle acque un percorso non inquinante.
Con totale e profonda onestà- che certamente darà fastidio agli ipocriti che alzeranno la voce che è l’unica cosa che resta loro - chiediamoci cosa stiamo facendo e perché; chiediamoci se non basta tutelare la statale 18 addossando al grande muro le pietre che già sono sul posto ed al più realizzando una piccola barriera soffolta antistante la zona in pericolo per spezzare la forza dei potenti marosi.
E poi fare una approfondita e continua riflessione sul futuro di TUTTA la nostra costa, sulla evoluzione della nostra costa , sugli errori fatti da ognuno di noi pretendendo di costruire quasi sul mare e poi lamentandoci se il mare fa quello che ha sempre fatto senza rispetto dei nostri beni individuali, se l’errore- come da sempre sostengo- sia stato di spogliare i fiumi, pur consapevoli ( se non ieri almeno da tempo) che se i fiumi non portano come fanno da millenni il materiale litoide a mare le spiagge finiranno ed il mare –barriere o non barriere- avanzerà irreversibilmente.
Giuseppe Marchese
Etichettato sotto
Preoccupazione per il muro del Centro Storico che rischia di crollare
Domenica, 14 Dicembre 2014 15:44 Pubblicato in CronacaSiamo nell’antico quartiere di Catocastro; il più antico quartiere di Amantea.
Esiste una unica strada carrabile che è la vecchia SS18 e tutto il resto sono erti vicoletti da pochi centimetri a pochissimi metri di larghezza.
Sono in corso due interventi di consolidamento; uno relativo alla chiesa trecentesca di San Francesco d’Assisi, l’altro relativo al complesso settecentesco dei Gesuiti
Tutto il quartiere però versa in condizioni precarie di stabilità e talune parti sono in condizioni di vero pericolo.
È il caso di un muro che aggetta sulla Via Indipendenza che è il nome dato alla Statale 18 realizzata negli anni venti dello scorso secolo nel tratto che attraversa il centro storico.
Per superare il dislivello di circa 50 metri tra la località Acquicella a nord e l’attuale Municipio si dovettero realizzare vari muri, tra cui quello nella foto.
Ora il muro, quasi cento anni dopo la sua costruzione, mostra tutti segni di un prossimo cedimento.
Nella foto piccola si nota la perdita di perpendicolarità del muro stesso la cui testa è spostata verso avanti di diversi centimetri.
Nella secondo foto, ortogonale alla prima, si nota la parte di muro fratturata e prossima al collasso strutturale
Il muro, infatti, non è solo spostato verso avanti, ma si sta anche aprendo e presenta diverse lesioni malamente nascoste da leccature di cemento di cui una lunga un paio di metri circa.
Il rischio che, magari con una delle prossime piogge od una microscossa tellurica, possa crollare sulla sottostante strada è pertanto reale , non utopico.
La strada serve non soltanto gli abitanti del quartiere ma è la uscita principale di tutto il centro storico ed in particolare degli accedenti agli uffici municipali.
Ora, se il temuto crollo avvenisse di notte quasi sicuramente non vi sarebbero danni agli utenti, ma il crollo potrebbe anche avvenire durante il transito di qualche automezzo. Ed allora potrebbero anche aversi danni alle persone
A parte il reale isolamento nel quale resterebbe il quartiere fino alle opere di riparazione a quel punto indispensabili , ma perché attenderne il crollo?
Perché non intervenire prima , cioè , per tempo?
Etichettato sotto
Comune: Concetta Veltri interroga il Sindaco sull’uso dei voucher
Domenica, 14 Dicembre 2014 15:26 Pubblicato in PoliticaLa consigliera di Minoranza Concetta Veltri del gruppo Insieme per la Città ha protocollato la seguente interrogazione scritta diretta al sindaco della città Monica Sabatino:
La interrogazione verte sull’utilizzo dei voucher in corso in questi giorni nella cittadina.
La consigliera ha chiesto una risposta scritta.
Questo il testo della interrogazione:
“La sottoscritta Veltri Concetta consigliere comunale della lista “Insieme per la città”, in merito all'utilizzo dei Voucher lavorativi acquistati ed utilizzati dal Comune di Amantea Chiede risposta scritta su quanto segue:
1. Quanti Voucher sono stati acquistati ed utilizzati.
2. In quali periodi sono stati utilizzati, per quali progetti e per quante persone.
3. Chi sono i coordinatori dei progetti che hanno usufruito dell'utilizzo dei Voucher.
4. Quali sono state le modalità di reclutamento del personale.
5. Quali sono state le modalità e gli orari di impegno dei lavoratori.”
Non si è limitata a quanto precede la consigliera di minoranza ma ha anche chiesto di sapere se ai voucheristi siano state consegnate casacche o altro che ne permettesse il riconoscimento quali lavoratori "dipendenti" del Comune di Amantea.
La consigliera ha anche chiesto si sapere chi siano stati i coordinatori dei voucheristi e se gli stessi abbiano effettivamente controllato i lavoratori durante la realizzazione del progetto.
In sostanza si tratta di un dovuto esercizio di controllo del funzionamento della macchina burocratica del’ente e sul rapporto costi del servizio/ efficacia del servizio.
Conclude la consigliera Veltri invitando il sindaco al rispetto dei termini di legge: “ Resto in attesa di riceve tutte le informazioni di cui sopra augurandomi che vengano rispettati i termini di legge per le risposte alle interrogazioni”.
Etichettato sotto