
Redazione TirrenoNews
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Inquinamento: Il mistero dei tonnetti con spina bifida
Giovedì, 08 Gennaio 2015 14:46 Pubblicato in CronacaLa vicenda dei tonnetti con la spina bifida ha avuto l’onore di diverse pagine di giornali e di siti web.
Non solo, ma ha visto anche interventi di qualificati interpreti della cultura ambientale, tra cui l’ex assessore regionale all’ambiente della Giunta Loiero dr Silvio Greco, biologo marino, esperto di cucina del pesce (Vedi Firenze, Festa della donna.
8 marzo 2012, dove insieme alle birre artigianali è stato possibile gustare -tra gli altri-“ squisiti assaggi dalla cucina firmati …Silvestro Greco (biologo marino, Slow Food)” Silvio (o Silvestro) Greco su Il Corriere della Calabria in edicola dal 5 all’11 dicembre, dopo che il giornalista De Santo ha chiarito che nell’occasione della pesca di 4 tonnetti malformati nelle acque di Fiumefreddo Bruzio proprio il biologo marino Silvio Greco, fece svolgere da un laboratorio privato approfondite analisi sui campioni di lisca di due dei quattro pesci catturati con questa anomalia (nel corso della battuta erano stati presi dieci esemplari) ed emerse un aspetto decisamente inquietante: i resti degli animali esaminati erano contaminati da metalli pesanti e da Idrocarburi policiclici aromatici (Ipa), ha dichiarato «È evidente che a questo punto c'è qualcosa di sospetto e che, per questo, meriti tutti gli approfondimenti del caso».
Poi ha continuato dicendo che . «La letteratura scientifica è concorde nell'affermare che questo genere di mutazione è dovuta alla contaminazione da metalli pesanti e da idrocarburi. Resta da comprendere dove sia collocata la fonte d'inquinamento e a cosa sia dovuta».
Ed ecco la proposta del noto biologo marino che invoca «la costituzione di un gruppo di esperti per capire con esattezza l'ampiezza e l'origine del fenomeno».
Per fare questo senza dubbio dovranno per primi intervenire i tecnici dell'Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente calabrese.
Ed infine Greco ha concluso dicendo che «Un primo step per avviare un monitoraggio più ampio e più complesso con il coinvolgimento auspicabile di altri specialisti del settore».
I primi pesci sono stati pescati al largo di Fiumefreddo Bruzio da Valerio Beatino, un 23enne di Amantea, studente di ingegneria ambientale, attivista del Comitato “Natale De Grazia” di Amantea.
Nessuna informazione, invece, su chi avrebbe preso i tonnetti che si assume siano stati pescati nientemeno che davanti al porticciolo di Campora san Giovanni.
Da qualche tempo invece il silenzio
Il silenzio ed il mistero.
Nessuno più pesca tonnetti?.
E d è, quindi, alla mancata pesca che deve essere ascritto il fatto che nessuno denuncia la avvenuta pesca di tonnetti dalla spina bifida?.
O piuttosto sono misteriosamente scomparsi ?
O sono diventati grossi tonni che hanno reso a navigare verso altri lidi per essere catturati e trasformati in Tonno in scatola?
Non vorremmo però che siano andati verso altri lidi per evitare le indagini!
A meno che non siano andati altrove, invece, i pescatori che pescano ( e solo loro) i tonnetti con la spina bifida?
Certo il fatto è fortemente curioso. In verità era già curioso in passato.
Per esempio, viene da chiedersi, perchè nessuno dei pescatori di tonnetti dalla spina bifida ha denunciato la avvenuta pesca?.
Nessuna denuncia, infatti, sembra sia pervenuta alla locale Guardia Costiera, né tantomeno alla competente capitaneria di Porto , ed ancora meno al competente servizio veterinario dell’ASP di Cosenza, né agli uffici di igiene del distretto tirrenico, competente per territorio, ed ancora meno al sindaco nella sua qualità di autorità sanitaria locale
Niente di niente.
Ad essere informati invece solo un patio di giornali , un sito web ed un biologo marino per quanto ex assessore regionale.
Perchè solo loro? Sono esclusivamente loro attendibili e nessun altro, nemmeno le istituzioni?
E perché , infatti, le lische sono state affidate al biologo Silvio Greco ?
E perché il dr Greco si è servito per le sue indagini di un laboratorio privato?
Perché un laboratorio privato e non uno dei tanti qualificati laboratori pubblici?.
E quando parlo di qualificati laboratori pubblici non parlo certamente dell’Arpacal, no!
Ed ancora gli altri tonnetti pescati, si legge davanti a Campora SG, da chi sono stati pescati?
Ed a chi ( se, anche) sono stati dati gli ultimi tonnetti per proseguire le indagini?
Sempre al dr Greco?
Ed a chi sono stati chieste le nuove indagini?
Sempre ad un laboratorio privato? Lo stesso delle precedenti lische?
Il fatto è di estrema importanza soprattutto alla luce del fatto che si tratta di piccoli tonnetti ( dicono che siano non più grandi di 30 cm) e che quindi sarebbero nati nella zona ( grosso modo da Campora a Fiumefreddo Bruzio)
Se fosse così o i tratta di tonnetti ammalati e nati da grandi tonni ammalati o esiste nella zona di nascita o di prima vita e cioè proprio in territorio calabro un focolaio di contaminazione, cioè “un fiume, un vulcano, un supermercato” che inquinano le acque di nascita e vita di tali pesci.
Almeno un certezza però la deriviamo dalle informazioni lette.
Non c’entra per nulla il fiume Oliva.
Ne siamo certi. Lo dimostra il fatto che i tonnetti sono stai pescati a nord e come ben si sa le acque marine muovono da nord verso sud e similmente si spostano gli inquinanti
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Lamezia: 34enne arrestato per violenza sessuale, maltrattamenti e sequestro di persona
Mercoledì, 07 Gennaio 2015 18:31 Pubblicato in Lamezia TermeUna provvidenziale telefonata avverte la Centrale operativa della Compagnia dei carabinieri di Lamezia Terme di una lite in corso e di forti urla provenienti da una abitazione.
Siamo nel quartiere Bella di Lamezia est.
I Carabinieri intervengono ed ppena giunti sul posto, i militari, sentono le urla di una donna di origine marocchina che chiedeva aiuto e che alla vista dei carabinieri occorsi sotto la propria abitazione, approfittando del sonno del marito, trovava la forza di uscire con in braccio il figlio di 2 anni lasciandosi soccorrere.
La donna era in evidente stato di shock , presentava evidenti lesioni, ecchimosi sulla faccia e sulle braccia, segni delle violente azioni e dei maltrattamenti subiti.
Infatti nel corso del controllo nell’abitazione, dove veniva immediatamente bloccato il marito della donna, R.C., classe 81, venivano rinvenute delle forbici, con cui con forza aveva tagliato i capelli alla donna, nonché un bastone tipo macete che lo stesso aveva utilizzato per sferrare più volte colpi alla stessa alla presenza del loro bambino di 2 anni.
Nell’occasione nel corso delle successive attività d‘indagine, i Carabinieri aiutati dal coraggio e dalla forza della donna, riuscivano a far luce sui quasi sette anni di violenze, anche sessuali, subite dalla donna e che si verificarono anche quando era incinta.
Nel corso dell’ultimo litigio, il marito dopo averla malmenata le aveva impedito qualsiasi tipo di comunicazione con l’esterno togliendole cellulare e chiavi di casa.
Alla donna, immediatamente rassicurata dalla presenza dei militari, venivano assicurate le prime cure del caso facendo giungere sul posto personale del 118.
Il marito veniva dichiarato in stato di arresto e tradotto presso la casa circondariale di Catanzaro, così come disposto dall’Autorità giudiziaria competente.
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Stipendi dei Politici: la verità sulle indennità percepite dagli amministratori di Amantea
Mercoledì, 07 Gennaio 2015 13:34 Pubblicato in CronacaLa vicenda che ha scatenato i mass media amanteani in questi primi giorni del 2015 nasce dallo scioglimento del consiglio comunale di Amantea e dal successivo annullamento del decreto di scioglimento.
Dopo il reintegro alcuni amministratori hanno fatto ricorso al TAR di Catanzaro chiedendo il risarcimento dei danni subiti.
Ed il Tar Calabria Sezione II, con sentenza n. 343 del 27 marzo 2012 ha accolto la domanda risarcitoria, statuendo la sussistenza del requisito di colpevolezza dell’Amministrazione ai fini dell’affermazione della sua responsabilità, nonché l’ingiustizia del danno subito dagli interessati.
Sempre il TAR Calabria ha accolto la richiesta di un risarcimento per il pregiudizio di carattere patrimoniale connesso alla mancata percezione delle indennità, degli stipendi e dei c.d. gettoni di presenza tra la data del 4 agosto 2008, di scioglimento degli organi comunali, e quella del 14 aprile 2010, di reinsediamento degli stessi organi, con la conseguente «condanna dell’Amministrazione dell’Interno a corrispondere a ciascuno dei ricorrenti, a titolo risarcitorio, gli emolumenti di carattere fisso e continuativo connessi alla carica rispettivamente rivestita, non corrisposti nel periodo di scioglimento degli organi ordinari del Comune, dal 4 agosto 2008 al 14 aprile 2010», con la precisazione che «gli importi spettanti a ciascuno dei ricorrenti dovranno essere maggiorati della rivalutazione della somma dovuta a titolo risarcitorio, … nonché, con la stessa decorrenza, … degli interessi legali dovuti sulle somme progressivamente rivalutate…» (punto 5.1).
In Tar comunque “ha respinto la richiesta di risarcimento per i danni patrimoniali all’immagine e per i danni subiti sul piano curriculare e per la perdita di chance «non avendo i ricorrenti adempiuto all’onere probatorio gravante sugli stessi».
Purtuttavia sempre il TAR “ha accolto la richiesta di risarcimento per il danno di natura non patrimoniale all’immagine, «correlato ad interessi quali quello alla reputazione, all’esercizio delle cariche elettive, in connessione al godimento dei diritti politici, all’onore ed al lavoro», e ne ha disposto la liquidazione «sulla base di un criterio equitativo», ai sensi di quanto previsto dagli artt. 1226 e 2056 c.c., ritenendo «equa la determinazione del risarcimento, per ciascuno dei ricorrenti, in una somma pari a cinque volte l’ammontare degli emolumenti non percepiti, come determinati nel precedente punto 5.1», con rivalutazione monetaria e interessi legali”.
Stranamente , invero, molto stranamente , il Ministero dell’interno non ha appellato la sentenza al Consiglio di Stato e quindi la statuizione del TAR è passata in giudicato.
A tal punto non avendo l’Amministrazione provveduto all’esecuzione nel termine di 120 giorni indicato nella stessa sentenza, i signori Francesco Tonnara, Luciano Cappelli, Monica Sabatino, Antonio Carratelli, Sante Mazzei, Pasquale Ruggiero, Sergio Tempo, Michele Vadacchino e Gianfranco Suriano si sono rivolti nuovamente al T.A.R. di Catanzaro per chiederne l’esecuzione e per ottenere il risarcimento degli ulteriori danni derivanti dalla omessa esecuzione.
Ed il TAR si è pronunciato con la sentenza n. 149 del 2013.
Dal successivo ricorso il pronunciamento del Consiglio di Stato con la sentenza N. 03742/2013 e la nomina del Prefetto di Cosenza quale commissario ad acta.
Ora il pagamento.
Di che cosa?
- degli emolumenti di carattere fisso e continuativo connessi alla carica rispettivamente rivestita( sindaco, assessore, presidente del consiglio comunale) , non corrisposti nel periodo di scioglimento degli organi ordinari del Comune, dal 4 agosto 2008 al 14 aprile 2010», maggiorati della rivalutazione della somma dovuta a titolo risarcitorio, e degli interessi legali dovuti sulle somme progressivamente rivalutate;
- del danno di natura non patrimoniale all’immagine, «correlato ad interessi quali quello alla reputazione, all’esercizio delle cariche elettive, in connessione al godimento dei diritti politici, all’onore ed al lavoro», per un importo pari « per ciascuno dei ricorrenti, ad una somma pari a cinque volte l’ammontare degli emolumenti non percepiti, come determinati nella precedente lettera a)», con rivalutazione monetaria e interessi legali.
A chi? A tutti i ricorrenti .
Invero le somme sono estremamente differenti.
Per esempio il consigliere Gianfranco Suriano non percependo la indennità di assessore è rimasto a bocca asciutta , anche se dice l’ex vicesindano Cappelli che non ha avuto nemmeno spese.
Tra i restanti amministratori Francesco Tonnara, Luciano Cappelli, Antonio Carratelli, Sante Mazzei, Pasquale Ruggiero, Sergio Tempo, Michele Vadacchino e Monica Sabatino è stata proprio l’attuale sindaco, al tempo presidente del Consiglio comunale , Monica Sabatino quella che h avuto meno di tutti, anche se ricorda sempre l’ex vicesindano Cappelli “padre e figlia” hanno insistito per una indennità maggiore!
Altre diversità sono state poi indotte dal fatto che gli amministratori svolgessero o meno lavoro dipendente od autonomo
Insomma in attesa che il ministero dell’Interno comunichi, come per legge, i pagamenti eseguiti per avere contezza di quanto incassato si deve attendere eventuale autodichiarazione delle parti.
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