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Amantea: Gravi ritardi nella distribuzione della posta
Martedì, 13 Gennaio 2015 15:21 Pubblicato in PoliticaPer fortuna la gentilezza degli addetti alla distribuzione della posta di Amantea si afferma quotidianamente e con ognuno degli utenti del servizio postale locale.
Ed è questa cortesia non solo istituzionale che permette agli amanteani di ricevere la propria posta.
La porta si apre ogni volta che si bussa e mai una sia pur minima reazione.
Anzi il personale è felice di dare soluzione ad un problema per il quale gli organi provinciali sembrano assenti e lontani, quello della corretta e continua distribuzione della posta.
Fossero anche le bollette che il comune di Amantea invia in continuazione o per quelle che Equitalia invia per il pagamento del bollettino del canine televisivo.
Un comportamento che mostra la capacità degli amanteani di aiutarsi anche quando le cose non funzionano, alla luce del vecchio motto “ Se la montagna non va a Maometto ……)
Ma resta la verità.
Ad Amantea mancano due portalettere, uno che opera nella zona sud ed in particolare a Campora SG, uno che opera nella zona nord del capoluogo.
Non pochi, in particolare se si pensa che per tutta la città ci sono solo sette operatori : praticamente manca quasi il 30 %
Uno poi manca da due mesi, l’altro addirittura da tre mesi
E si tratta di assenze per malattie.
Il problema è serio.
Peraltro la dotazione della zona del Basso Tirreno Cosentino ( Aiello calabro, Cleto, Serra d’Aiello, San Pietro in Amantea, Lago, Belmonte Calabro, Longobardi, ed ovviamente Amantea) che un tempo era di ben18 unità, venne ridotta a 16.
E successivamente la riduzione impose la perdita di alte due unità e la dotazione complessiva scese a 14 operatori.
Una riduzione che probabilmente è anche alla base delle malattie da lavoro o da stress e che in queste condizioni rende difficile la sostituzione da parte delle unità restanti.
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Arresti nella Marina Militare: «Imponevano il pizzo come i malavitosi»
Martedì, 13 Gennaio 2015 14:53 Pubblicato in ItaliaÈ in corso, nelle province di Taranto, Roma e Napoli, l'esecuzione, da parte dei Carabinieri del Comando Provinciale di Taranto, di sette ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal gip su richiesta della locale Procura della Repubblica.
Le misure restrittive e contestuali perquisizioni vedono fra i destinatari appartenenti della Marina Militare fra i quali Ufficiali, Sottufficiali e personale civile, ritenuti responsabili, in concorso tra loro, del reato di concussione nell'ambito di appalti in favore dell'ente.
Un «vero e proprio pizzo imposto in modo rigido e con brutale e talora sfacciata protervia, e che ha causato nel complesso danni notevoli sia alle singole imprese che all'intera economia locale, sostanzialmente alla stregua dell'agire della malavita organizzata». Lo scrive il gip di Taranto Pompeo Carriere nell'ordinanza di custodia cautelare, richiesta dal pm Maurizio Carbone, notificata a 7 indagati, tra militari e civili, nell'ambito di una inchiesta sugli appalti gestiti dalla Marina militare. La tangente imposta era pari al 10% dei profitti.
I carabinieri del comando provinciale di Taranto hanno arrestato il vice direttore di Maricommi, due ex vice direttori, un ex capo reparto, un sottufficiale capo deposito, un dipendente civile addetto alla contabilità del reparto e un capo ufficio del settore logistico dello Stato Maggiore della Marina Militare per concussione. In concorso tra loro - secondo l'accusa - abusando delle loro qualità e dei loro poteri, con la minaccia di ostacolare la regolare emissione dei mandati di pagamento per la esecuzione dei lavori di manutenzione e forniture di servizi e materiale loro affidati per conto della Marina militare, gli indagati hanno costretto «vari imprenditori a versare materialmente al capo del V Reparto di Maricommi, in tempi diversi, più somme di denaro non dovute per importi variabili e altre utilità, per un valore complessivamente comunque equivalente al 10% circa dei profitti derivanti dai servizi svolti».
Somme che il capo reparto, precisa una nota dei carabinieri, «provvedeva a distribuire successivamente in diverse parti percentuali secondo gli accordi tra loro intervenuti».
Sono cinque ufficiali in servizio a Napoli, Roma e Taranto, un sottufficiale e un impiegato, entrambi in servizio a Taranto, le sette persone portate in carcere dai carabinieri nell'ambito dell'indagine sulle tangenti imposte sugli appalti della Marina Militare.
In carcere sono finiti:
il capitano di vascello Attilio Vecchi, di 54 anni (in servizio al Comando Logistico di Napoli);
il capitano di fregata Riccardo Di Donna, di 45 anni (Stato Maggiore della Difesa-Roma);
il capitano di fregata Marco Boccadamo, di 50 anni (Stato Maggiore Difesa-Roma);
il capitano di fregata Giovanni Cusmano, di 47 anni (Maricentadd Taranto);
il capitano di fregata Giuseppe Coroneo, di 46 anni (vice direttore Maricommi Taranto);
il luogotenente Antonio Summa, di 53 anni (V reparto Maricommi Taranto);
Leandro De Benedectis, di 55 anni (dipendente civile di Maricommi Taranto).
Sono tutti indagati in concorso con il capitano di fregata Roberto La Gioia, di 46 anni, ex responsabile di Maricommi, arrestato il 12 marzo del 2104 ed attualmente e sottoposto all'obbligo di firma. L'ufficiale fu indagato per concussione nei confronti di una serie di imprenditori locali, assegnatari di servizi per conto della Pubblica Amministrazione nell'ambito degli appalti gestiti dalla direzione di Commissariato per la Marina Militare di Taranto.
Al graduato fu sequestrata una somma di denaro contante, suddivisa in singole mazzette, per un ammontare complessivo pari a 44mila euro. Il gip scrive nell'ordinanza di custodia cautelare eseguita oggi che il sistema ideato dagli indagati faceva sì che gli imprenditori concussi fossero vittime di una «vera e propria prassi illecita che si trasferisce da un comandante all'altro, in un ideale passaggio di consegne, più o meno tacito».
La Marina Militare esprime «il proprio pieno sostegno all'azione della Magistratura» in relazione all'operazione che ha portato all'arresto nelle provincie di Taranto, Roma e Napoli di sette persone appartenenti alla Marina Militare di cui cinque ufficiali, un sottufficiale e un dipendente civile.
La Marina assicura di aver «incrementato al proprio interno le attività ispettive e di controllo finalizzate a prevenire e contrastare il fenomeno della corruzione, a salvaguardia del personale che presta quotidianamente servizio con spirito di sacrificio e senso dello Stato, compiendo il proprio dovere anchea rischio della vita”.( IlMattino)
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Finanziere uccide impiegato comunale per problemi di gelosia
Martedì, 13 Gennaio 2015 14:50 Pubblicato in ItaliaSiamo a Cerda, un paesotto di più di 5000 abitanti in provincia di Palermo.
In Via Roma, davanti alla banca Unicredit si incontrano l’ appuntato della Guardia di Finanza in servizio a Termini Imerese Calogero Cicero e l’impiegato comunale Vincenzo La Tona.
Scoppia una violenta lite.
Poi la violenza.
Il militare estrae la pistola d’ordinanza ed esplode 5 colpi di pistola contro l’impiegato comunale.
La Tona è stato colpito al torace e alla testa.
La ragione sembra sia la gelosia e l’onore.
I contorni e la dinamica dell’omicidio sono stati chiariti dagli inquirenti.
Sembra che il finanziere fosse convinto che l’impiegato comunale Vincenzo La Tona fosse l’amante della moglie.
Ad allertare i soccorsi sono stati i colleghi della vittima, allarmati dagli spari provenienti dalla strada. All’arrivo dei soccorsi , però, La Tona era già deceduto.
Il sottoufficiale della Guardia di Finanza si è poi consegnato ai carabinieri ai quali avrebbe dato la pistola usata per l’omicidio.
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