
Redazione TirrenoNews
Dal 2005 la Redazione di TirrenoNews.Info cerca di informare in modo indipendente e veloce.
Email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Gigi con la sua poetica riesce a rendere leggeri argomenti di grave importanza e, perfino, a colorare panorami di un grigiore mortale.
Usa la fantasia del regista per adattare ad ogni contesto l’evento storico più confacente
Ha avuto la ventura di percorrere ( forse il verbo non è adattissimo tanto più se lo leggiamo nel suo etimo per …correre ) una strada periferica di Amantea e vi ha trovato una buca ogni 2,5 metri.
E così la sua fantasia lo ha portato nel passato a quando tutte le strade erano piene di buche e la gente non aveva nemmeno le auto e tantomeno le macchine fotografiche
Anzi le strade erano poche e per arrivare alle cas si utilizzavano i tratturi e le mulattiere.
Ma oggi è diverso; oggi le strade sono tante, anche se tante, se non tutte, nelle condizioni descritte e fotografate dal buon Gigi.
Ma non solo in campagna. Anche in tante parti del centro abitato.
E pur tuttavia –su questo avrei voluto che Gigi scrivesse- invece di spendere le poche risorse che il comune ancora ha( seppur sottratte al lungomare) per manutenzionarle si inventano passerelle, ponti e nuove strade per amici, sodali e compari. Ma di questo ne riparleremo a breve. Intanto eccovi iìun nuovo , pregevole e romantico documento di El tarik:
“BUCA… BUCA… BUCA CON ACQUA!
Oltre 480 buche e crateri in meno di 1200 metri. Questa è via Marano, una strada comunale di Campora San Giovanni (Amantea). Qui il vento mormora e va/ Non è una selva oscura/ Neanche una strada incantata!/Oh, viandante stai attento alla caviglia!
Lasciata la statale SS 18 ho imboccato la provinciale che porta, dopo aver attraversato Campora San Giovanni, a Serra d’Ajello. Ho parcheggiato la macchina sulla strada maestra all’incrocio con Via Marano. Il mio itinerario del giorno era cambiato. Non più foto da scattare a Serra.
Con la macchina fotografica mi sono avviato a piedi per percorrere i 1200 metri che mi separavano dalla casa di due anziani contadini a me molto cari: la signora Ortensia e il marito Mario Guido. Fatti saltellando i primi 200 metri, decido di tornare indietro e ricominciare da capo la corsa a ostacoli. Non per una strana mania, ma per contare buche e crateri disseminati su questa strada nel Comune di Amantea. Sono bastati pochi passi, all’improvviso mi sono trovato proiettato nel passato. Al tempo della Seconda Guerra Mondiale. A contribuire a questo viaggio indietro nel tempo sono state le fosse e una canzone: “La strada nel bosco” di Cesare Bixio. La cantava Renato Salvatori nei panni di un camionista nel film “La Ciociara” di Vittorio De Sica. Dopo aver dato un passaggio a una madre (Sophia Loren) e a sua figlia, violentate poco prima da militari marocchini nel Frosinate, l’ignaro autista si rivolge alla giovane. Mentre le canta “vieni c'è una strada nel bosco, il suo nome conosco, vuoi conoscerlo tu?”, cerca di farsi strada tra le buche e i crateri prodotti da bombe e cannonate.
Le fosse di via Marano non sono state causate da una guerra, ma dalla negligenza delle Amministrazioni che si sono susseguite negli ultimi 35 anni. Dopo essere stata costruita e asfaltata, questa strada è stata abbandonata a se stessa. Era il 1980, l’anno della strage alla stazione di Bologna, dell’omicidio di Piersanti Mattarella, presidente della Regione Sicilia e fratello dell’attuale Presidente della Repubblica.
Ortensia e Mario vivevano già in via Marano, ma oggi, a differenza di allora, non possono concedersi il lusso di farsi una passeggiata. Camminando tra le buche corrono il rischio di rompersi il femore. Se dovesse succedere, di chi sarebbe la responsabilità? Dell’amministrazione comunale, stando al codice civile. Il Comune è obbligato a custodire le strade, con la conseguenza che è responsabile dei danni cagionati a persone e cose. A meno che non vi sia l’impossibilità di governo del territorio, come in caso di guerra.
Al giocatore di golf Otto Hennie sono bastati 185 colpi per “coprire” 72 buche e vincere l’Open d’Italia 2014. Al Comune di Amantea suggeriamo di indire un open di Golf su Via Marano per porre fine all’annoso problema e smuovere il turismo fermo da decenni.
Gigino A. Pellegrini & G el Tarik”
Etichettato sotto
Arpacal. In 6 a giudizio per errata stabilizzazione.
Sabato, 14 Febbraio 2015 17:41 Pubblicato in CatanzaroIl pm Paolo Petrolo ha chiesto infatti il rinvio a giudizio di tutti i 6 indagati con l’accusa di abuso d’ufficio.
Parliamo di
-Antonio Scalzo, oggi presidente del Consiglio regionale, al tempo direttore scientifico dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente
-Giuseppe Graziano oggi consigliere regionale al tempo dirigente generale del dipartimento Politiche dell’ambiente della Regione
-Vincenzo Mollace, ex direttore generale dell’Arpacal;
-Francesco Caparello, all’epoca dei fatti dirigente del settore Personale dell’Agenzia regionale;
-Luigi Luciano Rossi, ex direttore amministrativo della stessa Arpacal;
-Sabrina Santagati, ex direttore generale dell’Arpacal;
-Rosanna Squillacioti, all’epoca dei fatti dirigente di settore del dipartimento Politiche ambientali della Regione ed in seguito direttore generale dell’Azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria.
Oltre che il processo all’Arpacal è anche il processo alle stabilizzazioni, quindi.
E’ una storia vecchia.
Il ministero dell’Ambiente assunse 8 persone con contratto a tempo determinato e le assegnò all’assessorato Politiche ambientali della Regione.
Venne sottoscritto un protocollo d’intesa tra la Regione e l’Arpacal in base al quale si è dato il via alla stabilizzazione presso l’Agenzia regionale degli 8 lavoratori.
Secondo la Procura catanzarese le assunzioni avrebbero violato le norme in materia di stabilizzazione di lavoratori precari della Pubblica amministrazione.
Non sarebbe stato rispettato il principio secondo cui la stabilizzazione «può avvenire per esigenze permanenti dell’amministrazione stabilizzante con vacanze di organico per posizioni non dirigenziali da ricoprire da parte di lavoratori già impiegati nello stesso ente per almeno tre anni e in possesso dello specifico titolo di studio per il quale vi è la vacanza».
Intanto tre degli stabilizzati non sarebbero stati in possesso della qualifica professionale necessaria.
Ma poi il personale, secondo la Procura, nonostante l’assunzione “sospetta” all’Arpacal avrebbe comunque continuato a svolgere la propria attività lavorativa alla Regione.
E quel che è peggio parte di questo personale illegittimamente ed illecitamente stabilizzato per “urgentissime ed improrogabili attività istituzionali proprie del dipartimento Ambiente” avrebbe poi prestato servizio uno di queste unità lavorative a proseguire la propria attività presso la delegazione romana della Regione Calabria, un altro dipendente sarebbe stato comandato su sua richiesta prima al dipartimento Infrastrutture e Lavori pubblici della Regione e poi rientrato al dipartimento provinciale cosentino dell’Arpacal; un terzo presso il Comune di Reggio.
Insomma chi più ne ha più ne metta.
Etichettato sotto
Meno turisti nel 2014 ma la regione ha la soluzione per aumentarli
Sabato, 14 Febbraio 2015 16:59 Pubblicato in CalabriaConoscere la verità significa sempre sapere cosa fare per cambiare, quale medicina, anche amara, assumere per guarire.
Ma in Calabria è sempre più facile dire le bugie, quelle che tranquillizzano la popolazione.
E’ il caso del turismo.
Ovviamente, i dati non vengono resi totalmente pubblici con il Rapporto sul Turismo in Calabria, un testo, un tempo, editato , completo con i dati provincia per provincia, comune per comune e disponibile anche online, no.
Al più, ed ogni tanto, qualche “mollica” di verità, seppur mischiata a qualche tozzo di bugia vengono poste su tavolo della conoscenza .
Ed ecco la BIT di Milano. Parla il neo assessore regionale ai Trasporti, Antonino De Gaetano, e l’inossidabile, irremovibile, l’eterno dirigente generale del Dipartimento Turismo, Pasquale Anastasi.
Ed Anastasi spiega che nel corso del 2014 gli arrivi registrati in Calabria «sono stati 1,4 milioni ( di cui 241 000 stranieri) , mentre 7,7 milioni le presenze».
“Si è vero -dice il dirigente la Calabria- ha perso il 3% rispetto all’anno precedente”.
“Però- aggiunge- negli ultimi quindici anni la Calabria è la regione italiana che ha visto il maggiore incremento di turismo del Paese”.
Anzi, aggiungiamo noi, negli ultimi 2000 anni il turismo calabrese è passato da una decina di turisti al seguito di San Paolo a quasi 1,4 milioni.
Non solo, ma mentre allora venivano tutti dal medio oriente, adesso vengono da tutto il mondo, anche dagli USA( che in verità in quel tempo ancora non erano stati scoperti).
Ovviamente questi flussi sono al netto delle tante dominazioni che si sono succedute( ma forse queste non vanno intese tra quelle turistiche) .
Ed ecco che ora si è scoperto che per il 2015 serve una strategia attrattiva per far ricrescere le presenze turistiche.
In particolare ora che è stato scoperto che ( lo dicono Anastasi e De Gaetano) che «l’attrattiva maggiore della Calabria rimane il mare», anche se le presenza nei lidi diminuiscono del 20%( che strano vero?).
Ecco, tra le strategie possibili quella di noleggiare, con fondi regionali aerei, che portino gratuitamente i turisti ( magari a Reggio C. in modo che poi possano facilmente andarsene a Taormina) .
Oppure con la scusa del turismo mancante dando aiuti economici ( chi se ne frega se sono vietati dall’Europa) agli aeroporti di Reggio e Crotone che diversamente chiudono.
Ed anche dando soldi a comuni ed associazioni varie con programmi di pseudo sviluppo turistico che non servono a niente ma fanno sopravvivere gli amici!
Insomma, fino a quando ci sono i soldi europei meglio avere un turismo in ribasso così sapremo come spendere i soldi.
Quello che non capirò mai è perché si continua a far costruire con i soldi pubblici altri alberghi che resteranno sempre più vuoti !Vero?
Ah! Forse perché dopo qualche anno l’albergo chiude ed ai proprietari resta sempre un bene magari da avviare sul mercato edilizio.
Ovviamente non si deve dire che il turismo calabrese è un fallimento visto che noi vantiamo cui 241. 000 stranieri contro i 53.452.000 in Italia nel solo 2013, cioè poco più dello 0.45%.
Per fortuna invece che la Calabria ha quasi il 3% delle presenze ( 7.7 milioni contro su 259.910.852 in Italia( nel 2013).
Etichettato sotto