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Era candidato con “Oliverio presidente” il politico che incontrò gli Alvaro
Martedì, 25 Settembre 2018 19:43 Pubblicato in Reggio CalabriaReggio Calabria. Vincenzo Nociti, ex assessore comunale a Reggio, è indagato per corruzione elettorale nell’inchiesta “Iris”. Secondo la Dda avrebbe chiesto sostegno elettorale al clan di Sinopoli
È Vincenzo Nociti il politico coinvolto nella recente inchiesta “Iris” condotta dalla Dda di Reggio contro gli Alvaro, storico clan di Sinopoli.
Indagato a piede libero per corruzione elettorale, Nociti, 59 anni, è stato assessore comunale a Reggio e candidato (non eletto) alle elezioni regionali del 2014 con la lista “Oliverio presidente”. Sarebbe proprio lui ad aver incontrato, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti reggini, alcuni dei maggiorenti del clan Alvaro per chiedere sostegno elettorale in cambio di «utilità» a favore della potente cosca del Reggino.
«In particolare – si legge nel capo d’imputazione – Rocco Surace e Giuseppe La Capria organizzarono una riunione riservata presso l’abitazione di Palmi del primo tra il candidato Nociti ed esponenti del clan Alvaro».
Surace si sarebbe occupato dei contatti e dell’organizzazione dell’incontro con l’allora candidato, mentre La Capria avrebbe predisposto la trasferta da Sinopoli dei referenti del clan, evitando il contatto diretto col boss Raffaele Alvaro.
Durante la campagna elettorale per le Regionali del 2014, Nociti secondo la Dda si sarebbe messo «a completa disposizione del clan Alvaro, interessandosi fattivamente delle condizioni di salute di Antonio Alvaro, classe 1961», che all’epoca era ricoverato ai Riuniti di Reggio.
Nel corso dell’incontro finito nell’inchiesta “Iris”, secondo gli inquirenti reggini «fu raggiunto un accordo tra il politico Nociti (consapevole della circostanza che i soggetti che si impegnavano a reclutare i suffragi erano intranei a consorteria di tipo mafioso) e i componenti del sodalizio mafioso che si impegnarono al sostegno elettorale e al procacciamento dei voti non solo a Sinopoli, ma anche nella zona Ionica in cambio dell’erogazione di favori da parte del politico».
Nociti, candidato nella circoscrizione “Calabria Sud”, prese 1899 voti.
Minacce al giudice Beretti: arrestati don Ercole Artoni e Aldo Ruffini
Martedì, 25 Settembre 2018 19:28 Pubblicato in ItaliaReggio Emilia, 25 settembre 2018 - Due persone sono state arrestate ieri con l’accusa di minacce aggravate in concorso tra loro a un corpo giudiziario, per le intimidazioni rivolte al presidente del tribunale di Reggio Emilia Cristina Beretti, nonché membro del collegio giudicante delprocesso Aemilia contro le infiltrazioni di ‘ndrangheta.
Le misure cautelari sono state eseguite nei confronti di Aldo Ruffini, 74 anni, già finito nei guai di recente per una maxi evasione fiscale e don Ercole Artoni, 88 anni, storico fondatore del centro sociale Papa Giovanni XXIII a Reggio Emilia.
Ruffini si trova in carcere, mentre il religioso è ora agli arresti domiciliari.
Secondo i giudici del tribunale di Ancona che hanno emesso l’ordinanza, per competenza, al magistrato reggiano arrivarono anche minacce di morte del tipo «stai lontana dalle finestre dell’ufficio»;
Beretti faceva parte anche del collegio inerente alle misure patrimoniali adottate nei confronti dell’indagato Ruffini.
Dopo le minacce e fino a oggi al giudice Beretti è stata applicata la scorta per la sua protezione.
Un commerciante finito nei guai per un’evasione fiscale e un sacerdote sono stati arrestati per minacce al giudice Cristina Beretti, presidente del tribunale di Reggio Emilia e componente del collegio del processo di ‘ndrangheta Aemilia. Le misure cautelari, chieste dalla Procura di Ancona, sono state eseguite nei confronti di Aldo Ruffini, 74 anni, e don Ercole Artoni, 88 anni. Il primo è in carcere, il secondo ai domiciliari. Rispondono di minacce a corpo politico, amministrativo o giudiziario.
Delle misure cautelari, eseguite ieri su ordine del Gip del tribunale di Ancona, competente sui procedimenti che vedono coinvolti magistrati dell’Emilia-Romagna, ha dato notizia la Gazzetta di Reggio e la circostanza è confermata in ambienti investigativi.
Beretti faceva parte del collegio che giudicò le misure patrimoniali adottate nei confronti di Ruffini e dopo le intimidazioni subite e fino a oggi al giudice è stata applicata una scorta per la sua protezione.
«Sa che a Reggio Emilia c’è un braccio speciale dove sono detenuti gli imputati di Aemilia? Uno di loro mi ha detto di venire da lei e di dirle di stare molto attenta e soprattutto di stare lontana dalle finestre dell’ufficio (…) un altro di loro ha detto di stare attenta che sanno dove studia suo figlio». Parole che avrebbe pronunciato don Ercole Artoni il 18 dicembre 2017 presentandosi nell’ufficio del giudice di Reggio Emilia Cristina Beretti. Le frasi sono citate nell’ordinanza del Gip di Ancona. «Dicono che lei – aggiunse in quella circostanza il religioso arrestato – nel collegio di Aemilia ha molta influenza sugli altri giudici e che praticamente decide lei e in più per le cose che ha fatto in passato (…)».
Secondo l’accusa il sacerdote, 88 anni, fondatore a Reggio Emilia del Centro sociale Papa Giovanni XXIII, in concorso col commerciante Aldo Ruffini a cui erano stati sequestrati i beni per una vicenda di evasione fiscale, fece giungere minacce anche di morte al magistrato “al fine di impedire e turbare in tutto o in parte la regolarità dell’attività processuale e ottenere il dissequestro o l’assoluzione».
Il prete, dunque, su mandato di Ruffini, andò nell’ufficio del giudice dicendole che alcuni detenuti nel processo di ‘ndrangheta “Aemilia” parlavano male di lei e che doveva stare attenta, aggiungendo che doveva restituire le cose sequestrate a un coimputato di Ruffini.
Le frasi citate negli atti furono dunque pronunciate il 18 dicembre, quando Artoni, che era già andato da Beretti a maggio-giugno 2017, tornò a dicembre, con il pretesto di fare gli auguri di Natale e facendo intendere di essere a conoscenza delle minacce, in quanto volontario spirituale all’interno del carcere. Ruffini, invece, attorno al 27 gennaio 2018, è accusato tra l’altro di essere andato in un bar vicino alla casa del giudice, locale frequentato da lei quotidianamente, e di aver chiesto al gestore notizie sul magistrato.
Ai due indagati è contestata anche l’aggravante di aver fatto le minacce valendosi della forza intimidatrice derivante dalla segreta associazione esistente o comunque supposta in quanto facevano riferimento agli associati della ‘ndrangheta cui fanno a capo i Grande Aracri, processati in Aemilia, processo presieduto anche da Beretti.
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XVI° Festival Scacchistico Internazionale“Città di Amantea”
Martedì, 25 Settembre 2018 18:52 Pubblicato in Primo PianoDomenica 16 settembre si è conclusa la 16ma edizione del Festival di Amantea. Anche quest’anno sono state superate le 100 unità tra gli iscritti con rappresentanti di Italia, Belgio, Brasile, Cina, Francia, Germania, India, Israele, Inghilterra, Lettonia, Polonia, Russia, Serbia, Svezia, Ucraina e Ungheria.
16 nazioni che hanno scelto Amantea per giocare a scacchi, rilassandosi al mattino in un mare calmo e pulito e concentrandosi al pomeriggio per affrontare lunghe e appassionanti battaglie virtuali, dove si è tremendamente cattivi ma alla fine non si fa male nessuno.
Quest’anno i tre tornei, Magistrale, Open B e Open C, sono stati sede di partite belle ed equilibrate ma, nelle classifiche finali, hanno visto vincitori tre giocatori che hanno meritato senza ricorrere a spareggi tecnici.
Nel torneo Magistrale ha vinto Pier Luigi Basso, neo GM (Grande Maestro Internazionale), con 7 punti su 9, frutto di 5 vittorie e 4 pareggi.
Il ventunenne di Montebelluna, numero 3 del tabellone iniziale, ha gestito le partite come un veterano, riservandosi di battere il primo del tabellone (il GM Evgeny Vorobiov) nell’ultimo turno e con relativa facilità.
Basso è il secondo italiano ad imporsi nella kermesse calabrese, prima di lui c’era riuscito solo Alberto David.
Al secondo posto si è classificato il GM ucraino Eldar Gasanov, già vincitore della scorsa edizione, seguito dal GM russo Vladimir Burmakin. Buone le performance degli italiani Duilio Collutiis (sesto) e Lorenzo Pescatore (ottavo). Norme di Maestro per i fratelli calabresi Edoardo e Stefano Carbone.
Nel torneo B grande prova del catanzarese Renato Rubino (ottavo del tabellone iniziale) che vince con 7,5 punti su 9, davanti al belga Robin Wuytens e al talento locale Angelo Cicero, tutti e tre in lotta per la vittoria finale fino all’ultimo turno.
Il Torneo C ha visto trionfare un altro alfiere della locale Associazione “Giancarlo Crupi” (organizzatrice della manifestazione) Stanislao Vommaro (9 anni) che con 8 vittorie su 8 partite non solo ha vinto il torneo ma ha conquistato anche il titolo di giocatore di 3^ categoria nazionale. Sul podio, al secondo posto, Maria Celeste Codispoti e Andrea Rametta.
Alla cerimonia di premiazione sono intervenuti il Sindaco di Amantea, dott. Mario Pizzino, il Presidente del Comitato Scacchistico Calabrese, dott. Rodolfo Attinà, la vedova Vera Crupi (moglie del compianto Giancarlo) e il Presidente dell’ASD Giancarlo Crupi, Maria Giuseppina Lo Presti.
Molti gli attestati di stima verso gli organizzatori, ne scegliamo uno, di Vitalij Samolins, che dimostra come il Festival possa diventare un modo per trasformare una semplice conoscenza in amicizia.
Dear Marcello,
I just wanted to let you know that I safely arrived in Latvia.
Thank you for letting me stay in the hotel for another day after the tournament has ended as well as sending me to Lamezia central station. I really appreciate that.
Also, I would like to thank you for the great organization of Amantea Chess Festival. If only all chess tournaments could be organized as well as yours this world would be a better place!
Hope to see visit Amantea another time.
Best wishes,
Vitaly
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