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Redazione TirrenoNews

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A meri fini informativi, trattandosi di notizia riguardante Amantea, abbiamo postato sul nostro sito l’articolo tratto integralmente da IACCHITE’ avente a titolo “Truffa ad Amantea: Bruni batte Tribunale di Cosenza 10-0! Il caso del motoscafo (dis)sequestrato”.

 

Riceviamo ora dagli avvocati Antonio Cavallo e Pietro Sommella la seguente nota di rettifica:

“I sottoscritti avvocati Antonio Cavallo e Pietro Sommella, preso atto della inesatta notizia diramata dai siti “iacchite” e “tirrenonews”, con l’articolo titolato “Truffa ad Amantea: Bruni batte Tribunale di Cosenza 10-0! Il caso del motoscafo (dis)sequestrato”, con la presente evidenziano la erroneità del contenuto dell’articolo.

Prescindendo dal suo contenuto diffamatorio, infatti, su cui gli scriventi formulano espressa riserva di tutelare in sede giudiziaria i propri diritti e quelli del proprio assistito, comunicano che l’asserito sequestro a cui l’autore dell’articolo fa riferimento, nulla ha a che vedere con la vicenda di cui al procedimento penale impropriamente richiamato ed interessante il proprio assistito, sfociato nella pronuncia di dissequestro disposta dal Tribunale del Riesame.

Lo stesso assistito, inoltre, risulta completamente estraneo alla vicenda giudiziaria oggetto della nota stampa oggi diramata dalla Procura della Repubblica, da Voi rielaborata in maniera erronea e riguardante una presunta “truffa milionaria”.

Nella suddetta nota, infatti, non vi è alcun riferimento al procedimento penale interessante il proprio assistito o, tantomeno, ad un suo coinvolgimento nella indagine oggi in esame, in ragione della sua estraneità ai fatti.

Confidando nella buona fede dell’autore, probabilmente ingannato dal valore delle due imbarcazioni e dalla collocazione geografica delle due vicende, si richiede la immediata rettifica della inesatta notizia pubblicata dalle Vs. testate.

avv. Antonio Cavallo       avv. Pietro Sommella”

Ne prendiamo atto e doverosamente ne diamo atto in attesa di ogni migliore chiarezza.

Arrivano “nuove forze” per affrontare le tante carenze dell’organico comunale ormai quasi inesistente.

Ne da notizia il sindaco Pizzino che posta le foto degli ex percettori di mobilità che prenderanno servizio seguiti da 4 tutor del comune che seguiranno il loro percorso formativo.

 

Questo il testo della nota sindacale:

“Dopo la formalizzazione del decreto di presa d’atto e approvazione degli esiti della valutazione della Commissione d’istruttoria valutativa relativa alle Manifestazioni di interesse per la presentazione di percorsi di politiche attive, nelle modalità dei tirocini, rivolte agli Enti Pubblici ed Imprese private a favore di soggetti precedentemente inseriti nel bacino dei percettori di mobilità in deroga della Regione Calabria, anche nel comune di Amantea (risultato ammesso e finanziato) inizia un nuovo percorso per n.30 tirocinanti, che avranno la possibilità di prestare servizio per le esigenze dell'Ente per 6 mesi e 20 ore settimanali ed un indennità di 500,00 euro mensili.

Una grande opportunità lavorativa ed un sollievo economico per diverse persone con famiglia a carico, rimaste senza lavoro a causa della crisi economica, ma anche un aiuto importante per l'ente locale ospitante con un organico ormai fortemente assottigliato e con forte carenza di diverse figure impiegatizie e operaie.

Oggi finalmente si è proceduto alla formalizzazione della stipula dei contratti individuali ed all'assegnazione degli stessi tirocinanti a n.4 dipendenti comunali in qualità di tutor che avranno il compito di seguirne il percorso formativo e di stimolarne l'arricchimento lavorativo”.

Era una notizia attesa sin dal 20 luglio 2018 quando la Regione Calabria aveva postato sul proprio sito il provvedimento che aveva ad oggetto l’approvazione delle linee guida operative e della modulistica rivolte agli Enti Pubblici, Imprese Privati e Soggetti Destinatari per la gestione della fase di avvio degli interventi di politica attiva, che potrà essere attuata solo a seguito della registrazione e della pubblicazione sul BURC del succitato decreto.

Gli elenchi rendono noti i 408 Enti Pubblici ammessi e finanziati ,per complessivi n. 7.660 tirocini, e delle n. 253 imprese private ammesse e finanziate ,per complessivi n. 381 tirocini.

Disturbi? Faccia al muro dì Francesco Gagliardi

Sabato, 29 Settembre 2018 10:12 Pubblicato in Calabria

Sono un maestro elementare in pensione da diversi anni, ma mai e sottolineo mai, quando ero in servizio, ho messo un mio alunno faccia al muro perché non faceva il bravo in classe.

 

Però, quando io ero un alunno e frequentavo le scuole elementari e medie, ho assistito ad alcune scene che oggi fanno rabbrividire.

Maestri, ma più maestre, che mettevano faccia al muro dietro la lavagna scolari vivaci e che secondo loro disturbavano l’andamento della classe.

Alcune maestre, davvero sadiche, mettevano alcuni scolari in ginocchio sopra i chicchi di grano, di granturco o ceci secchi e dovevano mantenere questa posizione a lungo.

Altre avevano una lunga bacchetta sempre a portata di mano poggiata sulla cattedra e giù bacchettate se qualcuno non rispondeva esattamente alle domande della maestra.

Il numero dei colpi variava a seconda della gravità della colpa commessa.

Quando un alunno di quinta elementare alla domanda del maestro:-Dimmi, cosa è un poliedro?- rispose:- Il poliedro è un asinello - il maestro si alzò furioso e incominciò ad inveire contro il malcapitato coprendolo di calci e pugni:- Con un calcio ti faccio uscire fuori dalla finestra anche se ci sono le cancelle -.

Altri tempi, altre scuole.

Non erano, però, episodi unici a quei tempi.

E i maestri (ora praticamente scomparsi nelle scuole elementari) e le maestre, credo, erano mossi da intenTi educativi.

Negli anni trenta e quaranta, in pieno regime fascista, mettere uno scolaro faccia al muro, tirargli i capelli, dargli degli scappellotti o dei pizzicotti, picchiarlo con la bacchetta di legno sulle mani, potevano considerarsi ordinari strumenti di correzione.

Ma oggi no. Questi metodi educativi non sono più accettabili.

Gli scolari, tutti gli scolari, anche gli handicappati, hanno bisogno di amore, di cure e di attenzioni. Sono delle persone e come tali hanno dei diritti e pertanto ogni condotta mortificante deve essere condannata perché lede la sua personalità e la sua dignità.

Le punizioni corporali a scuola ora però, grazie a Dio, non esistono più e meno male. Gli scolari quando tornavano a casa non raccontavano nulla ai propri genitori di quello che succedeva in classe e delle punizioni subite.

Avevano paura, perché se avessero detto che la maestra li aveva messi faccia al muro perché disturbavano, avrebbero ricevuto altre botte e altre punizioni. Il maestro aveva sempre ragione. Aveva agito per il bene del figlio.

L’operato del maestro o della maestra non veniva mai messo in discussione.

Ma perché oggi ho scritto queste cose?

Perché l’altro giorno una maestra ha messo faccia al muro uno scolaro disabile dando le spalle alla maestra e ai compagni di classe e tutto ciò mi ha rattristato.

La triste vicenda ha scosso la comunità crotonese.

Quindi, faccia al muro ci sono ancora oggi, purtroppo.

E quante punizioni corporali sono permesse ancora oggi nelle scuole di almeno 70 paesi.

Gli scolari possono essere sculacciati, presi a ceffoni, picchiati con canne o cinture per cattivo comportamento, scarsi risultati scolastici e a volte senza alcun motivo preciso.

Queste punizioni creano a volte problemi fisici e possono arrivare a provocare danni permanenti senza calcolare gli effetti psicologici riducendo l’entusiasmo dei ragazzi e aumentando la tendenza alla depressione.

Tutto questo succede nei paesi arretrati o sottosviluppati e dove gli insegnanti non hanno ricevuto una preparazione adeguata.

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