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Redazione TirrenoNews

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Alcuni titolari di lidi balneari hanno avuto un incontro con l’ amministrazione comunale per una valutazione sulla possibilità automatica di attuare le solite dune artificiali a tutela delle loro opere evitando i gravissimi danni che talvolta le forti mareggiate vi apportano con il rischio della loro mancata attivazione nell’anno successivo e quindi una risposta insufficiente alle esigenze dei turisti ed un aumento delle tariffe

Amantea come tanti altri paesi turistici ha diversi lidi balneari annuali al fine di ridurre le tariffe do servizio che sono aumentate dai costi di smantellamento e riproposizione annuali.

Anche in tante altre parti d’Italia la prima e più semplice risposta è la realizzazione di dune artificiali atte a spezzare l’effetto dei marosi ribaltando l’onda e così ripetendo il positivo effetto che realizza il nostro lungomare che infatti si mantiene da tempo mentre altri( vedi Campora San Giovanni) sono stati interamente distrutti.

Per esempio la intera spiaggia di Santa Maria del cedro interessata dalle dune artificiali che tutelano sia i lidi che terreni ed opere, pubbliche e private.

Per non parlare di tante spiagge dell’Adriatico

Ora proprio a conferma della ricerca europea che afferma come la Calabria sia l’ultima regione italiana e la terzultima europea per risposta burocratica alle esigenze della comunità i titolari dei lidi hanno evidenziato la mancanza di certezza comportamentale.

In ragione di questa grave condizione di inefficienza e di incertezza è emersa la possibilità ed opportunità di integrare il piano spiaggia con un micro codicillo che permetta automaticamente la realizzazione di dune artificiali di tutela dei lidi usando la sabbia presente nella stessa area della concessione demaniale che a fine periodo invernale sarà ridistribuita sulla spiaggia.

Un codicillo da sottoporre ad apposita conferenza di servizio.

Un codicillo che permetterà allo stesso comune di realizzare sue dune a tutela del lungomare e della pista ciclabile che molto spesso vengono invasi dalle onde e riempite dalla sabbia da esse trasportata.

Basta evidenziare che si tratta di interventi storicizzati che hanno garantito una efficace risposta ai marosi e senza alcuna negativa incidenza ambientale.

Basterà quindi una semplice comunicazione all’ente comune in fase di realizzazione della duna ed una in fase di eliminazione con dichiarazione se sarà usata soltanto la sabbia presente nella concessione o se essa dovrà essere integrata da apparto esterno; in tal caso sarà necessario una preventiva valutazione della compatibilità della nuova sabbia.

La comunicazione permetterà al comune di esercitare i controlli che esso riterrà opportuni.

E’ un necessario processo di semplificazione amministrativa e che permette la riduzione di danni e di inutili costi.

Ora spetta al comune di operare per dare risposta ai titolari di lidi ed alle proprie necessità forse nemmeno interamente percepite.

Ma domani ci saranno novità……………….( vi faremo sapere)

Amici, oggi vi voglio dare una notizia sensazionale sulla quale i nostri euro parlamentari hanno lavorato per molto tempo e alla fine, dopo notti e giorni di duro ed estenuante lavoro, di dibattiti a volte molto accesi, sono però arrivati alla fine ed hanno deciso che non si deve mettere il proprio nome e cognome sui campanelli di casa.

Basta una sigla.

Qualcuno si ricorderà Tino Scotti:- Confetto Falqui, basta la parola -, per propagandare un noto farmaco.

Evidentemente oltre alle leggi di economia e di bilancio da approvare, alle lettere da inviare al Ministero dell’Economia Italiano per commentare la nota di aggiornamento al DEF, il documento che contiene le intenzioni di spesa, le previsioni di crescita e di indebitamento del Governo, gli eurocrati hanno tempo per dedicarsi a cose molto più importanti che potrebbero cambiare la vita e le abitudini degli Stati membri.

Per mesi e mesi hanno discusso come deve essere la curvatura delle banane e dei cetrioli.

Ora, mentre l’Unione Europea attraversa una grave crisi, è stato deciso, per salvaguardare la privacy delle persone,che non si deve più mettere il proprio nome e cognome sul campanello della propria abitazione.

Continuando di questo passo aboliranno anche gli elenchi telefonici.

Scompariranno i nomi, i cognomi, la via e il numero civico per tutelare la privacy degli utenti.

Quasi tutti ignoravano questa nuova regola europea, fino a quando un viennese che desiderava restare anonimo non ha voluto scrivere il proprio cognome sul suo citofono di casa.

E’ stata contattata Bruxelles e così si è scoperto che è vietato sin da ora mettere il proprio nome e cognome sui citofoni di casa.

Io ci tengo che il mio nome e cognome compaiano sugli elenchi telefonici e sul campanello di casa, perché non ho nulla da nascondere.

Se non ci fossero come farebbero coloro i quali vorrebbero telefonarmi o farmi visita? Come farebbero i postini a mettere la corrispondenza nella cassetta per le lettere?

E quanti disagi provocherei agli amici i quali arrivando sotto casa non troverebbero il mio nome sul citofono?

Ma ora bisogna rispettare la privacy di ciascuno ed allora addio nome e cognome dai citofoni.

E gli amici?

E i postini?

E i corrieri?

E gli Ufficiali giudiziari?

E i messi comunali?

Si arrangino!

Gli eurocrati hanno già deciso.

A Bruxelles, amici, si discute su queste scemenze e su queste scemenze hanno perso un sacco di tempo.

E poi dite che l’Unione Europea non serve a nulla e che i burocrati non hanno niente di utile da fare.

Se non ci fosse stato il Parlamento Europeo non sapremmo mai come avrebbe dovuto essere la curvatura della banana, la lunghezza del gambo dei carciofi, la dimensione minima delle telline.

Ah, se pensassero a cose più serie!

Qualcuno ha già detto, poco elegante se volete, ma molto efficace:- A me, me pare proprio na strunzata!-

Però ora che hanno abolito il nome e il cognome dai campanelli di casa per rispettare la privacy delle persone, ci attendiamo la eliminazione dei nomi e dei cognomi dalle tombe dei cimiteri, i nomi delle vie, i nomi delle contrade, dei paesi, delle città.

Poi, giusto per garantire la privacy, toccherà a noi, toccherà abolire i nostri nomi ed i nostri cognomi dai registri di nascita, di battesimo, di cresima di matrimonio e di morte.

Sette persone rubano circa 30 mila euro di telefonini

Giovedì, 15 Novembre 2018 19:28 Pubblicato in

Arrivano con un furgone , sfondano i vetri, rubano circa 30 mila euro di telefonini e scappano via.

Solo telefonini.

Un furto programmato.

A subirlo la ditta Turco di Campora San Giovanni.

Sulla Statale 18.

 

 

Il furgone era stato rubato due giorni prima poco a sud di Campora San Giovanni

Il furto di cellulari è un reato sempre più diffuso.

In Italia si rubano o si smarriscono circa centomila cellulari ogni anno.

A chi sono destinati questi cellulari ?

Certamente non a persone per bene.

Forse andranno all’estero per tentare di evitare che vengano rintracciati

Non tutti sanno che ogni telefonino ha un codice detto IMEI (International Mobile Equipment Identity), che identifica il cellulare stesso

E’ un codice univoco che il costruttore attribuisce a tutti i suoi prodotti.

Questo codice è riportato su tutte le confezioni dei telefoni che acquistiamo, o reperibile premendo *#06# sul tastierino numerico di qualsiasi cellulare.

Nel momento in cui viene fatta denuncia di furto, le forze dell'ordine diramano l'IMEI dell'apparecchio sottratto illegalmente agli operatori.

Bene, la forza di questo sistema sta nel fatto che questo IMEI non cambia, anche se al nostro cellulare rubato viene sostituita la SIM Card. Quando il malfattore si collega alla rete, invia la richiesta di accesso riportante sia il codice SIM che quello IMEI

L'operatore cui il delinquente si collega è in grado di inviare quel messaggio di cui parlavamo prima, ed il telefono diventa inutilizzabile fino a revoca del divieto di utilizzo da parte del gestore della rete, fino a quando, cioè, il telefono non viene restituito.

Si potrà anche rintracciare il terminale tramite triangolazione di ponti radio, come se si utilizzasse un sistema GPS, al fine di indicare alle forze dell'ordine la posizione del telefonino rubato e conseguentemente quella del ladro.

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