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Redazione TirrenoNews

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Leggiamo su www.crotonenews. com il seguente articolo di Bruno Palermo. Un articolo scritto con enfasi e passione.

“Gli effetti del decreto sicurezza appena approvato dal governo sta per avere i suoi devastanti effetti.

 

 

La rete di solidarietà delle associazioni di Crotone si è attivata immediatamente dopo che si è sparsa la notizia che 24 migranti sarebbero stati fatti uscire dal Cara di Isola Capo Rizzuto.

Tra di loro una famiglia di quattro persone con una bambina di sei mesi e la mamma incinta, alcune persone ammalate con patologie gravi.

Per effetto del nuovo decreto sicurezza, infatti, queste persone, che hanno esaurito l’iter burocratico per lo status di rifugiati non hanno più diritto nè di stare in una Cara, nè di entrare in uno Sprar (centro di seconda accoglienza).

Prima del dl sicurezza, invece, esaurito l’iter burocratico si poteva accedere ad uno Sprar tramite richiesta e in attesa della disponibilità era possibile restare nel Cara.

Intorno alle 16:30 le associazioni si ritroveranno davanti al Tribunale dove è previsto l’arrivo del bus dal Cara di Isola Capo Rizzuto, ma secondo alcune fonti qualcuno, visto la eco mediatica che ciò potrebbe avere, ha momentaneamente bloccato l’uscita dei migranti.

Intanto la famiglia con la donna incinta sarà ospitata con la sua famiglia in alcuni locali della Croce Rossa, mentre per gli altri al momento non c’è soluzione se non l’addiaccio.

Il problema è di proporzioni enormi (decine di migliaia) e tra poco interesserà tutto il territorio nazionale”.

Francesco Guzzo, volontario sempre e dovunque

Sabato, 01 Dicembre 2018 16:17 Pubblicato in

Ha sempre voglia di esserci, di partecipare.

E’ sempre presente là dove necessita la sua opera.

E’ sempre disponibile verso chiunque.

Francesco Guzzo, il volontario.

 

 

 

Tra i tanti ad essere aiutati, Rosy , la titolare di una pizzeria ristorante di Nocera Terinese

Lei ci ha chiamati proprio per segnalare la disponibilità di Francesco Guzzo

Una disponibilità istintiva, libera, gratuita, volontaria.

A Marzo, durante la violenta mareggiata che ha colpito la marina di Nocera Terinese, ed anche nei giorni scorsi, durante l’ultima violenta mareggiata

Francesco riempiva i sacchetti con la sabbia e li poneva a mò di duna per difendere i locali dell’esercizio pubblico dal possibile e tenuto ingresso dell’acqua del mare.

Un esempio se non raro , almeno poco presente.

Certo Francesco Guzzo ha voglia di mostrare la sua innata disponibilità alla collaborazione, all’aiuto, una collaborazione cercata quotidianamente , intensamente.

Eccolo sulla spiaggia di Nocera Terinese nei giorni successivi al suo intervento di volontario.

Strage di balene in Australia: circa 140 animali spiaggiati.

Venerdì, 30 Novembre 2018 18:48 Pubblicato in

La notizia è di due giorni fa, nella serata del 27 novembre del 2018, è stato comunicato che in Australia sono state trovate circa 140 balene morte.

Una vera è propria strage, inspiegabile.

Adesso si teme un’allerta squali.

 

 

A fare la scoperta sconvolgente, è stato un pilota di un aereo privato che, sorvolando il Croajingolong National Park nello stato di Victoria, ha avvistato le balene spiaggiate.

Una strage, dal sapore sicuramente macabro oltre che estremamente triste. Il pilota ha immediatamente allertato i soccorsi, ma purtroppo non è stato possibile fare molto.

I soccorritori, giunti sul posto indicato dal pilota, hanno trovato 8 dei cetacei, ancora vivi, ma agonizzanti.

Insieme alle balene, si trovava inoltre anche una megattera, che sembrava però essere deceduta precedentemente rispetto alle balene.

Purtroppo è stato impossibile salvare gli animali, anche quelli vivi, riversavano in condizioni troppo critiche per poter fare qualcosa che le aiutasse.

A questo punto, i biologi, hanno raccolto campioni dagli animali per cercare di capire i motivi per cui le balene si sono spiaggiate.

Lo spiaggiamento non è raro, ma si teme un attacco massiccio degli squali

Secondo quanto riferiscono, gli esperti, lo spiaggiamento delle balene, purtroppo non è raro. I cetacei infatti, viaggiano in branco.

Se il capobranco è malato o ferito, il resto degli animali non lo abbandona e lo segue, a volte, come in questo caso, anche fino alla morte.

Tra le cause però ci potrebbe essere anche l’attacco di predatori, come gli squali che spingono i cetacei, sulla spiaggia.

A fronte di questo pericolo, le autorità australiane, hanno emesso un allerta alla popolazione locale per l’aumento dell’attività degli squali nella zona.

Un ritrovamento davvero incredibile e spaventoso, si è registrato in una delle spiagge più grandi del mondo.

Una cosa che ha lasciato tutti gli esperti senza parole: oltre 140 cetacei spiaggiati e morti.

I mammiferi, sono stati avvistati in una zona della Nuova Zelanda.

A condannarli è stato il loro spirito di branco.

Il forte legame sociale che questa specie di delfino di grandi dimensioni, crea, questa volta è risultato fatale a ben oltre 140 esemplari.

Per i Globicefali, questo il loro nome, succede che quando il capobranco finisce a terra perché stordito o malato, tutti gli altri lo seguono.

Un salvataggio purtroppo impossibile

L’allarme, lanciato nella notte ha allertato gli operatori del Dipartimento della Conservazione, che sono giunti sul posto per verificare l’accaduto. Lo spettacolo che gli esperti hanno trovato è stato terribilmente indescrivibile. 140 tra questi grandi delfini, lunghi tra i 5 e i 6 metri, morti sulla riva del mare. La maggior parte dei grossi cetacei spiaggiati purtroppo non è riuscita a sopravvivere. I pesci infatti, soprattutto se di peso superiore alla tonnellata, come i Globicefali, non possono vivere sulla terraferma. L’organismo di queste creature, necessita di essere sostenuto dall’acqua che impedisce loro di soffocare a causa del loro stesso peso.

La decisione straziante

I soccorritori del Dipartimento di Conservazione, giunti sul posto dell’accaduto, erano troppo pochi rispetto al numero spropositato di cetacei spiaggiati. Inoltre l’arrivo dei volontari è stato impedito dal fatto che la zona era troppo remota e difficile da raggiungere. Tra il dispiacere generale, il capo del Dipartimento, Ren Leppens, ha confessato: “Il trattamento più umano è stata l’eutanasia. Ma è sempre una decisione straziante“.

28/11/2018, di Francesca Perrone da velvetpets.it

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