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Papa Francesco :- Apriamo i porti- Di Francesco Gagliardi

Giovedì, 28 Febbraio 2019 11:10 Pubblicato in Italia

La fotografia di Papa Francesco con la spilla nella mano sinistra con la scritta :- Apriamo i porti-. sta facendo il giro del Web e molti giornali hanno commentato il vero motivo di questa sua esibizione in pubblico:-Papa Francesco è sceso ufficialmente in campo a sostegno dei migranti-.

Il Santo Padre non perde occasione per rilanciare il messaggio evangelico dell’accoglienza.

I giornali cattolici hanno accolto la notizia con toni entusiastici difendendo l’operato del Pontefice da sempre in prima linea nel difendere i diritti dei migranti e nel predicare il dovere dei cristiani di accogliere tutti specialmente quelli che scappano dalle guerre.

Il Secolo d’Italia, critico verso il Papa, così ha scritto.- Un conto è tuttavia il suo richiamarsi al Vangelo a tutela degli ultimi, tutt’altro conto è invece prestarsi ad operazioni di propaganda che non si addicono al suo magistero spirituale e che possono essere lette come un’ingerenza nell’acceso dibattito politico in corso-.

Il Papa, secondo alcune fonti giornalistiche, tiene molto al gadget che Mons. Capovilla gli ha offerto, tanto è vero di aver deciso di tenerlo sempre con sé.

La dicitura.-Apriamo i porti – è stata utilizzata per primo dalla sinistra, dai preti di strada e dai cosiddetti “migrazionisti” quando si è trattato di contestare il Ministro degli Interni Sen Matteo Salvini dopo aver costui impedito alla nave Diciotti di approdare in un porto italiano per scaricare i 147 migranti salvati in mezzo al mare.

E per questo motivo ora il Ministro è indagato e forse sarà processato per sequestro di persona e abuso d’ufficio.

Il Papa vuole, pretende, esige che il Governo Italiano apra i porti a tutte le navi dei migranti.

Bene.

Ma quanti porti ha lo Stato del Vaticano?

Nessuno. Non ha porti ma ha tantissime porte.

Quante porte delle chiese, dei conventi, delle parrocchie sono chiuse?

Tantissime. Incominci allora il Santo Padre a fare aprire le porte che sono chiuse.

Si faccia un altro bel selfie con un’altra spilla con la scritta “Apriamo le porte”.

Sarà più credibile e nessuno potrà mai accusarlo di fare propaganda politica e di ingerenza nell’acceso dibattito politico.

Il procuratore della Repubblica di Catanzaro al master in Intelligence promosso all’Unical ha annunciato che aumenteranno gli interventi per liberare le amministrazioni locali calabresi dai condizionamenti criminali e auspica l’assegnazione di maggiori poteri ai commissari prefettizi

 

 

 

 

 

C’è un'organizzazione terroristica sovranazionale in contatto con le mafie; i consigli comunali sciolti per infiltrazioni saranno ancora di più; la criminalità organizzata emergente è quella albanese; le finanziarie lombarde in prima fila nel riciclaggio; le mafie potrebbero influenzare i media per screditare le istituzioni dello Stato.

E poi ancora: le banche locali sono più condizionabili e l'informatizzazione del processo tocca interessi ben individuati. In questo quadro l'intelligence è fondamentale per la sicurezza dello Stato e dei cittadini.

Questo in sintesi la lezione del procuratore della Repubblica di Catanzaro Nicola Gratteri al master in Intelligence dell’Università della Calabria.

Salutato dal rettore Gino Crisci e introdotto dal direttore del master Mario Caligiuri, ha ricordato come «il fenomeno della 'ndrangheta è stato sottovalutato.

Bisogna conoscere la storia per capire come mai da noi i ladri di polli sono diventati la mafia più ricca del mondo e altrove sono rimasti ladri di polli». per lui «i calabresi non sono omertosi, ma delusi, stanchi del potere, sfibrati da mille maneggi».

Il riciclaggio

Il procuratore ha affrontato il tema dell'area grigia dell'economia evidenziando che «il riciclaggio più che dai grandi istituti di credito viene compiuto spesso dalle banche locali i cui vertici sono più condizionabili. I capi delle mafie non sono in grado di fare operazioni raffinate di riciclaggio e quindi si servono di professionisti e di finanziarie, quasi sempre del Nord e principalmente lombarde».

Ha poi ribadito che «le mafie sono state storicamente legittimate dalle classi dirigenti, come dimostra il primo scioglimento di un consiglio comunale per mafia avvenuto a Reggio Calabria nel 1869».

La stagione dei sequestri

Secondo il procuratore, il decennio più buio della Calabria è stato quello che va dal 1975 al 1985, caratterizzato dalla stagione dei sequestri che ha consentito alla 'ndrangheta di accumulare risorse da investire nell'acquisto delle attrezzature per le opere pubbliche e per avviare il traffico della cocaina. Questa fase ha determinato il trasferimento di molte famiglie benestanti fuori dalla regione, svendendo i propri beni.

La mafia emergente è quella albanese, dura e feroce e alleata quasi dovunque con la 'ndrangheta. Ma le collaborazioni sono costanti anche con altre consorterie criminali come dimostra la gestione della cocaina di strada che, su indicazione della 'ndrangheta, è della mafia nigeriana o dalla criminalità locale.

Ha quindi spiegato l'esistenza di una organizzazione terroristica sovranazionale che interagisce direttamente con le mafie, citando l'esempio di un trafficante di San Calogero, in provincia di Vibo Valentia, che non aveva pagato una partita di droga ai cartelli colombiani e che è stato intercettato dai terroristi spagnoli dell'Eta.

Tali interazioni possono trovare un'ipotesi di convergenza soprattutto nell'ambito dei porti che è difficile controllare anche per le loro estensioni. Per questo l'attività di intelligence diventa decisiva.

«Scioglieremo più comuni»

A destare sorpresa, le dichiarazioni a fine intervento: «Un fenomeno a cui prestare particolare attenzione - ha precisato il procuratore - è un possibile condizionamento direttamente o indirettamente da parte delle mafie di alcuni media di élite che sistematicamente cercano di delegittimare le attività dei servitori dello Stato».

Gratteri ha infine rilevato che «abbiamo sciolto tanti comuni per mafia e ne scioglieremo ancora di più.

Il voto inquinato non si risolve con la decadenza dei consigli comunali ma assegnando più poteri ai commissari». 

Longobardi. Manco arrivano i soldi e subito li spendiamo

Sabato, 16 Febbraio 2019 13:39 Pubblicato in Longobardi

“Col solito attivismo, l'amministrazione comunale di Longobardi non perde tempo : il così detto "decreto Salvini" trova subito applicazione.

I 50 mila euro appena arrivati, saranno subito utilizzati per il Cimitero comunale, un luogo a cui questa amministrazione ha sempre tenuto in modo particolare, come testimoniano le ingenti risorse investite in questi anni.

 

 

 

L'Ufficio tecnico comunale, come da atto di indirizzo di cui alla delibera di Giunta n 24/2019, sta procedendo ad affidare il relativo incarico per la redazione del necessario progetto.

Insomma, i soldi mandati da Salvini, a Longobardi saranno spesi a tempo di record”

Il Sindaco Giacinto Mannarino

La giunta di Longobardi con delibera n 24 del 7 febbraio ha deciso di utilizzare con immediatezza i fondi assegnati ai comuni aventi popolazione fino a 20.000 abitanti per la realizzazione di investimenti per la messa in sicurezza del cimitero dando specifico atto di indirizzo al Responsabile UTC.

La giunta di Longobardi ricorda “che il comma 107 dell’art. 1 della legge 30 dicembre 2018, n. 145 – legge di bilancio 2019 dispone: ”per l’anno 2019, sono assegnati ai comuni contributi per investimenti per la messa in sicurezza di scuole, strade, edifici pubblici e patrimonio comunale, nel limite complessivo di 400 milioni di euro. I contributi di cui al periodo precedente sono assegnati, entro il 10 gennaio 2019, con decreto del Ministero dell’interno, ai comuni con popolazione inferiore ai 2.000 abitanti nella misura di 40.000 euro ciascuno, ai comuni con popolazione tra 2.000 e 5.000 abitanti nella misura di 50.000 euro ciascuno, ai comuni con popolazione tra 5.001 e 10.000 abitanti nella misura di 70.000 euro ciascuno e ai comuni con popolazione tra 10.001 e 20.000 abitanti nella misura di 100.000 euro ciascuno. Entro il 15 gennaio 2019, il Ministro dell’interno dà comunicazione a ciascun comune dell’importo del contributo ad esso spettante”;

E poi che il successivo comma 108 dello stesso articolo 1 della legge 145 del 2018 stabilisce che: "il comune beneficiario del contributo può finanziare uno o più lavori pubblici, a condizione che gli stessi non siano già integralmente finanziati da altri soggetti e che siano aggiuntivi rispetto a quelli da avviare nella prima annualità dei programmi triennali di cui all’art. 21 del codice dei contratti pubblici, di cui al decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50. I lavori e gli interventi di manutenzione straordinaria sono affidati ai sensi degli articoli 36, comma 2, lettera b), comma 1, del decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50”;

Ed ancora che il comma 109, inoltre, dello stesso articolo 1 della legge n. 145 del 2018 dispone che il comune beneficiario del contributo è tenuto ad iniziare l’esecuzione dei lavori entro il 15 maggio 2019;

A Longobardi è pervenuta in data 14.01.2019, prot. comunale n. 186, la nota del Ministero dell’Interno del 13.01.2019, con la quale è stato comunicato che con decreto del Capo del Dipartimento per gli affari interni e territoriali del 10.01.2019 è stato assegnato, un contributo di euro 50.000,00 per le finalità di cui al comma 107, art. 1 della legge 30.12.2018, n. 145 – legge di bilancio 2019;

Dopo solo 10 giorni è stata adottata la deliberazione n. 14 in data 24/01/2019 avente ad oggetto variazione d’urgenza al bilancio di previsione 2019/2021 (art. 175 comma 4 del DLGS 267/2000) con la quale è stata apportata, tra l’altro, la variazione di competenza e di cassa al bilancio 2019/2021 degli stanziamenti di cui al comma 107 dell’art. 1 della legge 30 dicembre 2018, n. 145;

E subito l’amministrazione comunale ha destinato il contributo Ministeriale suesposto per la messa in sicurezza degli edifici pubblici cimiteriali e del patrimonio comunale.

Bene.

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