
Redazione TirrenoNews
Dal 2005 la Redazione di TirrenoNews.Info cerca di informare in modo indipendente e veloce.
Email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.
La Diocesi contesta la Procura: «Quei due preti sono vittime, non carnefici»
Sabato, 01 Giugno 2019 16:03 Pubblicato in CalabriaLa chiesa è intoccabile.
Non si presta ad essere giudicata.
Nemmeno dalla magistratura
Ed infatti l’ufficio del vescovo di Mileto, Nicotera e Tropea interviene dopo la richiesta di rinvio a giudizio dei sacerdoti accusati di tentata estorsione aggravata dalle modalità mafiose
Clamorosa presa di posizione della Diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea, che smentisce la ricostruzione degli inquirenti in merito alla presunta estorsione che vede indagati due sacerdoti, per i quali oggi è stato chiesto il rinvio a giudizio.
«Al contrario di quanto apparso sulla stampa, non è stato don Maccarone a minacciare il debitore, evocando l'intervento di chissà chi, ma è stato questo a raggirare il sacerdote e a tentare ogni ricatto registrando a sua insaputa conversazioni telefoniche, il cui contenuto è stato artatamente alterato e artificiosamente interpretato fino ad accusarlo di messaggi a sfondo sessuale con la figlia disabile e cose del genere, con minaccia per di più di rendere pubblici quei messaggi». È quanto si afferma in una nota diffusa in serata dalla Diocesi guidata dal vescovo Luigi Renzo.
«Il tutto - prosegue il comunicato - finalizzato chiaramente a trovare una scusa e non restituire il denaro. È grave ed immorale da parte di un padre giocare con la onorabilità di una figlia per soldi. Capito il soggetto e vista l'impossibilità di riavere il denaro prestato, don Maccarone e De Luca hanno inteso tagliare completamente i ponti con il debitore rinunciando a tutto il dovuto. In risposta il tale ha provveduto ad inventare un'accusa inesistente e a denunciare alla Dda la falsità dell'accaduto, per di più con l'aggravante mafiosa».
I sacerdoti coinvolti sono Graziano Maccarone, 41 anni, segretario particolare del vescovo di Mileto; e per Nicola De Luca, 40 anni, di Rombiolo, reggente della Chiesa Madonna del Rosario di Tropea. Sono entrambi indagati con l’accusa di tentata estorsione aggravata dalle modalità mafiose, per aver costretto con violenza o minaccia R.M. a restituire una somma di denaro ammontante ad 8.950 euro, ricevuta in prestito dai due prelati Nicola De Luca e Graziano Maccarone (rispettivamente 2.050,00 euro e 6.700 euro) per estinguere un debito originariamente contratto dal debitore e da una sua figlia con una terza persona.
Milano. Marco Carta arrestato per furto di magliette alla Rinascente
Sabato, 01 Giugno 2019 14:10 Pubblicato in ItaliaOggi sabato il processo per direttissima.
Il cantante sardo Marco Carta (34 anni) è stato arrestato dalla Polizia Locale ieri sera, venerdì 31 maggio 2019, insieme a una donna di 53 anni, per furto aggravato alla Rinascente di piazza del Duomo a Milano.
L’ex concorrente del talent Amici stava uscendo dal grande magazzino con 6 magliette del valore di 1.200 euro a cui aveva tolto l’antitaccheggio, ma non la placchetta flessibile che ha suonato all’uscita.
Per il vincitore di Sanremo, Amici e Tale e Quale Show, 34 anni, ieri sera sono stati disposti gli arresti domiciliari.
Marco Carta è stato arrestato dalla polizia.
Oggi, sabato 1 giugno 2019, secondo quanto riporta La Repubblica, si tiene il processo per direttissima.
In attesa della sentenza, nei confronti del cantante sono stati disposti gli arresti domiciliari.
Marco Carta ha 34 anni, è nato a Cagliari il 21 maggio 1985.
Da piccolo, ad 8 anni, perse il padre, malato di leucemia, e poi la madre, a causa di un tumore.
Insieme al fratello è stato quindi cresciuto dalla nonna materna.
Il successo è arrivato nel 2008, quando, 23enne, ha vinto il talent show condotto da Maria De Filippi, “Amici”.
L’anno dopo, Carta saliva sul palco di Sanremo, vincendo con il singolo “La forza mia”.
Stamattina è stato facile per chi accede al Parco della Grotta alzare gli occhi verso la roccia sottostante Via Indipendenza.
Uno sguardo istintivo.
Impossibile, così, non notare che sulla roccia si trova una bicicletta che qualcuno ha buttato già dalla strada soprastante e che si è fermata, nel suo volo, proprio sulla roccia, senza piombare in basso.
Una bici pendula da rimuovere appena possibile proprio per evitare che possa cadere su chi utilizza la parte bassa della villa comunale
Le Forze dell’ordine stanno approfondendo le indagini per verificare chi può essere stato l’autore di questo gesto che lascia presupporre anche un possibile furto del mezzo.
Nel frattempo si attendono i Vigili del Fuoco per la rimozione.