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Redazione TirrenoNews

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COSENZA 7 giugno 2019 – COSENZA - I militari della Stazione Carabinieri Forestale di Rossano hanno nei giorni scorsi posto sotto sequestro un impianto di lavaggio inerti e una area di due ettari adibita a discarica non autorizzata.

Il sequestro, avvenuto in località “Trionto-Sorrenti” di Crosia è stato effettuato a seguito di un accertamento dei militari presso la foce del fiume Trionto.

 

 

 

 

 

La pattuglia operante giunta nell’alveo del fiume ha notato una corposa colorazione marrone per la totale ampiezza del letto di scorrimento naturale delle acque che proveniva da monte.

I militari percorrendo a ritroso il letto del fiume hanno accertato uno scarico di refluo che si immetteva all’interno del corso d’acqua.

Scarico che è risultato provenire da un impianto industriale in lavorazione come si è accertato subito dalla stessa pattuglia.

Si è quindi constatato come il refluo industriale proveniente dal processo di lavaggio degli inerti, veniva immesso attraverso un solco in una conduttura sino ad essere convogliato nel fiume Trionto. L’impianto era privo , per come la normativa ambientale prevede, di vasche a tenuta per il relativo processo di decantazione e sedimentazione del refluo e per il suo successivo smaltimento.

Si è quindi, come disposto dal procuratore di Castrovillari Eugenio Facciolla e dal PM Angela Continisio, che ha coordinato l’attività, posto sotto sequestro l’impianto e denunciato l’amministratore della società per gestione non autorizzata di rifiuti, deturpamento e danneggiamento di bellezze naturali, l’area è sottoposta a vincolo paesaggistico, e per aver realizzato uno scarico di acque reflue industriali nel fiume Trionto senza alcuna autorizzazione. Scarico che ha alterato il corso d’acqua mediante lo sversamento di un ingente quantitativo di reflui industriali.

Nel cantiere sono stati rinvenuti inoltre ingenti quantitativi di rifiuti stoccati a cielo aperto e sul suolo.

La trasmissione Rai Tre “Chi lo ha visto” del 29 maggio scorso ha divulgato una lettera anonima arrivata in Redazione dalla Calabria nella quale si segnalava che in una chiesa di un piccolissimo paese della Locride, Placanica, si trova il corpo di un bimbo murato nel sottotetto.

 

 

 

 

 

 

La notizia divulgata ha fatto molto scalpore e ha rotto la tranquillità di questo antico borgo, che noi conosciamo molto bene, perché qui opera un personaggio conosciutissimo ed anche molto seguito che è Fratel Cosimo, il mistico dello Scoglio.

La lettera, come abbiamo detto, non è firmata, scritta a penna con inchiostro nero con lettere tutte maiuscole, evidentemente per non farsi riconoscere, ha informato la Redazione della Trasmissione che il corpo di un bambino è stato murato in un sottotetto di una chiesa di Placanica e precisamente nella Cappella dell’Addolorata.

Ma perché l’estensore della lettera non si è firmato?

Se il caso fosse vero avremmo potuto saperne di più e le autorità religiose e i carabinieri avrebbero potuto svolgere le indagini con precisione e il piccolo paese sarebbe ritornato nella pace e nella tranquillità. Invece, così, tutti ne parlano e tutti non sanno cosa fare.

Il Vescovo di Locri, informato, ha fatto subito sapere che andrà fino in fondo per vedere se c’è davvero qualcuno sepolto all’insaputa delle autorità religiose sepolto nella chiesa di Placanica.

Una troupe della trasmissione “Chi lo ha visto” si è recata finanche a Placanica e una giornalista ha parlato con gli abitanti del paese e pure col parroco Don Bruno il quale ha affermato che effettivamente i Carabinieri stanno seguendo il caso e che circa una decina di mesi fa c’è stata una indagine, però non hanno trovato nulla.

Lui non ha saputo dire niente di più.

L’inviata giornalista con la sua troupe ha visitato la Cappella dell’Addolorata ed effettivamente ha trovato che la porta segnalata nella lettera anonima non esiste più perché è stata murata.

Ora le indagini proseguono a pieno ritmo, si dovrà abbattere la porta murata e vedere cosa si nasconde dietro quella porta.

Il Vescovo, Mons. Francesco Olivo, Vescovo della Diocesi Locri- Gerace, invita tutti ad evitare facili allarmismi su un evento che si è svolto presumibilmente più di trenta anni fa e di cui ora si viene a conoscenza in modo anonimo e frammentario.

Oggetto: Interrogazione a risposta scritta al presidente della Giunta regionale della Calabria, Gerardo Mario Oliverio

 

 

 

 

Premesso che:

-in data 06-06-2019 ho effettuato una visita ispettiva al Poliambulatorio di Amantea dell’Asp di Cosenza;

-nell’atto aziendale dell’Asp di Cosenza, ai sensi del Dca 76/0215, è prevista la trasformazione da Poliambulatorio in Casa della salute  numerose sono le criticità presenti al Poliambulatorio di Amantea: carenza di personale medico e paramedico; la specialistica di Pneumologia viene effettuata solo un giorno a settimana: il mercoledì; Ortopedia, invece, solo 4 ore settimanali; i tempi di attesa per la Cardiologia sono lunghi; per quanto riguarda il servizio di radiologia bisogna attendere da 10 a 15 giorni per la consegna del referto; sospese da diversi mesi gli esami Moc e Mammografia: per effettuare le prestazioni venivano addirittura da fuori provincia e oggi non possono essere erogati perché i macchinari sono rotti o mancanti e non sono stati sostituiti dall’Asp di Cosenza (le procedure di gara non sono state avviate con delibera 18 del 02-02-2016 e con delibera 818 del 15/05/2018 avente come titolo Apparecchiatura per Moc e mammografi digitali per il Poliambulatorio di Amantea);-

nonostante siano previsti due milioni e mezzo per il completamento strutturale del Poliambulatorio ad oggi, dopo anni di annunci, nulla è stato fatto. Inoltre, il 20 per cento di questa cifra è destinato all’acquisto di nuove attrezzature tecnologiche sanitarie;agli annunci di realizzazione della Casa della salute non sono seguiti i fatti.

-Anzi nello stesso Poliambulatorio sono state ridotte le prestazioni specialistiche;al centro di Emodialisi non sono stati ancora individuati i turni estivi. Il personale in servizio non ha ancora avuto disposizioni dall’Asp di Cosenza e pare che quest’anno le prestazioni non potranno essere effettuate e bisognerà spostarsi presso il centro di Paola per mancanza di medici e infermieri.

-I turisti che negli anni passati hanno usufruito di tale servizio al Centro di eccellenza di Amantea, quest’anno molto probabilmente saranno costretti a non poter venire in Amantea a trascorrere le vacanze visto che non avranno la possibilità di fare la dialisi. L’estate scorsa oltre duecento persone hanno usufruito del servizio. Mentre dal primo gennaio ad oggi sono state effettuate 290 visite ambulatoriali ed è stata praticamente azzerata la lista dei trapianti;non si può disperdere un patrimonio di competenze, professionalità ed efficienza delle prestazioni. Competenze oggi presenti nel Centro di Amantea;

-la Casa della salute di Amantea potrebbe rappresentare un importante presidio sanitario nell’area del basso tirreno cosentino, perché prevede l’Unità complessa di cure primarie con prestazioni h24 e la presenza di medici di Medicina generale e specialistica, che sarebbero in grado di gestire e monitorare le patologie croniche e i codici bianchi.

-Le risorse ci sono: basterebbe spostare quelle che erano previste per la Casa della salute di Praia a Mare (oggi ospedale di frontiera) pari a nove milioni e 600mila euro.

Si interroga la S.V. per sapere:

-quali iniziative urgenti intende adottare per passare dalle promesse ai fatti, visto che sono trascorsi diversi anni e nulla è stato realizzato per rafforzare gli attuali servizi specialistici del Poliambulatorio di Amantea. Tra l’altro nessun intervento ancora è stato predisposto per essere convertito in Casa della salute. Siamo al mese di giugno e al momento i turisti che vogliono raggiungere Amantea e che hanno bisogno di effettuare la dialisi, non sanno se potranno usufruire o meno della prestazione. In caso di risposta negativa saranno costretti a rinunciare alle vacanze nel centro del Tirreno Cosentino.

Cosenza, 7 giugno 2019                                                        Carlo Guccione

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