
Redazione TirrenoNews
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Sgomberato il centro d'accoglienza di Falerna, trasferiti 14 migranti tra cui 5 bambini
Venerdì, 21 Giugno 2019 10:19 Pubblicato in Basso TirrenoFalerna - Svuotato, in seguito al decreto Salvini, il Cas di Falerna.
Stamattina, valigie davanti all’ingresso e ospiti trasferiti in un’altra struttura.
Si tratta di 14 persone, tra cui anche 5 bambini finora ospitati nel centro costiero.
Non sono mancati, ovviamente, i commenti a caldo, considerando che oggi è anche la Giornata mondiale del rifugiato.
Don Giacomo Panizza (Progetto Sud) scrive in un post su Facebook: “Di fronte all'ingiustizia, la Speranza ci dice che Dio sa trarre il bene anche dal male”.
“Noi, ovviamente, non ci stiamo” aggiunge don Giacomo.
“Delle 14 persone, tra cui mamme con 5 bambini, molte saranno trasferite in un altro Cas.
Alcuni avevano già iniziato dei percorsi di formazione professionale.
Altri stavano già lavorando, facendo piccole attività.
E due persone che li accompagnavano hanno perso il posto di lavoro.
Anche per questo Don Panizza si arrabbia.
Non è un problema di costi in meno, ma di dignità che viene a mancare.
Spostare persone da una parte a un’altra, come se fossero dei pacchi postali, è per noi inaccettabile” dice Marina Galati, sempre della Progetto Sud.
Che poi su Facebook ringrazia “Lorena, Simona e Luisa da parte di tutti noi per come hanno accompagnato le donne ospiti del centro straordinario di accoglienza di Falerna, con la loro professionalità e umanità”.
Giovedì, 20 Giugno 2019 16:50
Ndr. Si tratta di persone che vengono spostate da un Cas ad un altro.
Ovviamente queste persone saranno assistite da altre addette, magari di una cooperativa non facente capo a don Giacomo Panizza, così che per ogni perdente posto a Falerna dovranno esserci altre addette nell’altro Cas.
Porti pazienza don Giacomo, non sciolga la Progetto Sud, arriveranno tanti altri migranti e la chiesa che è ben ricca, potrà ospitarli eventualmente anche a Falerna.
La Banca d’Italia fa esplodere le balle “epocali” del signor Palla-Palla
Venerdì, 21 Giugno 2019 09:58 Pubblicato in CosenzaDa quando il governatore della Calabria ha posto la sua ricandidatura a presidente per le imminenti elezioni regionali si è levato il coro dei laudatores che ogni giorno si ostinano a propinare ai calabresi i mirabolanti progressi dell’economia regionale.
Ma questa narrazione è puntualmente smentita dai dati statistici ufficiali (Istat, Eustat, e così via).
Tra i risultati straordinari e impensabili, addirittura epocali, si staglia su tutti il tirrenico “onorevole” corifeo del coro dei laudatores, che da più tempo segnala la performance della Regione Calabria sul versante della spesa del POR. Addirittura si rappresenta la Calabria come la regione leader del Mezzogiorno e dell’intero Paese in materia di impegno e di spesa certificata sui fondi POR.
Ora però interviene il report della Banca d’Italia sull’economia regionale calabrese per l’anno 2018.
Leggendo, a pagina 50 del report, il capitolo dedicato al programma operativo regionale (2014-2020), testualmente rileviamo: “… nonostante l’incremento registrato nel 2018, il grado di attuazione finanziaria risulta inferiore alla media delle regioni “meno sviluppate” (Sicilia, Campania, Puglia, Basilicata e Calabria appunto, ndr) e a quella nazionale…”.
A pagina 99, poi, da una tavola riepilogativa sull’avanzamento finanziario del POR (2014-2020), si evince che la Calabria sulla dotazione complessiva del POR che è pari a 2 miliardi e 379 milioni di €, ha impegnato il 22,1 % della dotazione ed ha effettuato pagamenti pari al 9,1%.
Le regioni meno sviluppate (Sicilia, Basilicata, Campania, Puglia e così via) hanno una dotazione complessiva di 20 miliardi e 384 milioni di €. Su questa dotazione hanno impegnato il 29,2 % e hanno effettuato pagamenti pari al 16,2%.
In Italia complessivamente gli impegni sono pari al 36% e i pagamenti sono pari al 19,2%.
La Banca d’Italia indica ovviamente la fonte ufficiale da dove si ricavano questi dati. La fonte è l’autorevole Ragioneria Generale dello Stato, monitoraggio delle politiche di coesione. E sui dati della Ragioneria Generale dello Stato è possibile, altresì, ricavare il quadro di sintesi che efficacemente e plasticamente descrive la situazione delle singole regioni.
La Basilicata ha impegnato il 36,7% della dotazione ed ha effettuato pagamenti pari al 21,5%; la Puglia ha operato impegni pari al 35,9 % e pagamenti pari al 19,1 %; la Sicilia ha assunto impegni pari al 25,7 % ed ha realizzato pagamenti in ragione del 16,7%; la Campania ha effettuato impegni pari al 25,5 % e pagamenti pari al 13,9 %; infine la Calabria, come al solito, nonostante le sciamaniche cure epocali praticate dal governatore, occupa l’ultimo posto: gli impegni sono pari al 22,1 % e i pagamenti sono pari il 9,1 %.
Sulla scorta di questi dati, di cui riportiamo le fonti ufficiali, la narrazione dei servizievoli zelanti laudatores, alcuni dei quali lautamente ricompensati, subisce un colpo mortale: la Banca d’Italia straccia e sgretola dalle fondamenta le balle del signor Palla Palla !!! E i laudatores continueranno a far finta di nulla narrando le 77 inaugurazioni di lungomari del governatore? Ai posteri l’ardua sentenza…
Da Iacchite - 19 Giugno 2019 di Luigi Adduci
Decreto sicurezza, Corte costituzionale boccia ricorso delle regioni di sinistra
Venerdì, 21 Giugno 2019 07:42 Pubblicato in CalabriaLa Corte Costituzionale (nella foto) ha dichiarato inammissibili i ricorsi contro il decreto sicurezza presentati dalle Regioni Calabria, Emilia Romagna, Marche, Toscana e Umbria, che ne hanno impugnato numerose disposizioni lamentando la violazione diretta o indiretta delle loro competenze.
La Corte ha ritenuto che le nuove regole su permessi di soggiorno, iscrizione all’anagrafe dei richiedenti asilo e Sprar sono state adottate nell’ambito delle competenze riservate in via esclusiva allo Stato.
«La Corte ha ritenuto che le nuove regole su permessi di soggiorno, iscrizione all’anagrafe dei richiedenti asilo e Sprar sono state adottate nell’ambito delle competenze riservate in via esclusiva allo Stato in materia di asilo, immigrazione, condizione giuridica dello straniero e anagrafi (articolo 117, secondo comma, lettere a, b, i, della Costituzione), senza che vi sia stata incidenza diretta o indiretta sulle competenze regionali».
«Resta impregiudicata ogni valutazione sulla legittimità costituzionale dei contenuti delle norme impugnate», sottolinea la Corte.