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L'Inps gela gli immigrati: "Niente reddito di cittadinanza"
Martedì, 09 Luglio 2019 09:15 Pubblicato in MondoL'Inps ha emanato una circolare che sospende le domande di sussidio per il reddito di cittadinanza, presentate da cittadini extracomunitari. Secondo una prima stima sarebbero almeno 130 mila i cittadini fuori dai parametri
Ci sono importanti novità per l'erogazione del Reddito di cittadinanza. L'Inps ha emanato una circolare che sospende le domande di sussidio presentate da cittadini extracomunitari che non rispettino i criteri stabiliti proprio dall'Istituto.
Secondo una prima stima sarebbero almeno 130 mila i cittadini fuori dai parametri. Nella circolare dello scorso 5 luglio, la numero 100 dell'Inps, si fa un riferimento ben preciso all'articolo 4 punto C.
Tra le modifiche più rilevanti introdotte dalla legge di conversione, si segnala il nuovo regime ad hoc previsto dall’articolo 2 con particolare riferimento ai requisiti reddituali e patrimoniali da parte dei cittadini di Stati non appartenenti all’Unione europea.
La norma pone l’obbligo in capo ai cittadini di Stati non appartenenti all’Unione europea di produrre in fase di istruttoria, ai fini dell’accoglimento delle domande, una certificazione dell’autorità estera competente, tradotta in lingua italiana e legalizzata dall’autorità consolare italiana, conformemente a quanto disposto dall’articolo 3 del testo unico.
"Particolare attenzione, ai fini dell'accoglimento della richiesta del beneficio Rdc/Pdc - si legge nella circolare -, va posta in ordine alle previsioni di cui all’articolo 2, commi 1-bis e 1-ter, secondo cui i cittadini di Stati non appartenenti all'Unione europea devono produrre una certificazione rilasciata dalla competente autorità dello Stato estero, sui requisiti di reddito e patrimoniali, nonché sulla composizione del nucleo familiare.
La norma prevede che la certificazione debba essere presentata in una versione tradotta in lingua italiana e legalizzata dall'autorità consolare italiana (che ne attesta la conformità all'originale)".
Al fine di dare tempestiva attuazione a tale specifica disciplina, si è provveduto ad aggiornare la modulistica per la presentazione della domanda, inserendo un’apposita dichiarazione di consapevolezza sulla necessità di produrre l’apposita certificazione da parte dei soggetti interessati.
Ma le novità non finiscono qui perché la Lega ha introdotto alcuni paletti: 10 anni di residenza sul territorio italiano, di cui gli ultimi 2 continuativi (contro i 2 anni di residenza previsti dal Rei targato Pd).
Secondo quanto si legge nella relazione programmatica 2020-2022 del consiglio di indirizzo e vigilanza dell'Inps: le domande presentate per il Reddito di Cittadinanza e per la Pensione di Cittadinanza al 20 giugno sono pari a 1.344.923 di cui 839.794 accolte. Di questi appena 129mila sono a carico di immigrati che non rientrerebbero con i parametri richiesti nella circolare.
L'Inps segnala anche altri paletti il divieto di richiedere il reddito da parte di "persone sottoposte a misura cautelare personale o condannate per alcuni delitti".
E ancora, "il requisito del patrimonio immobiliare va verificato su quello esistente non solo in Italia, ma anche all’estero" e "la Pensione di cittadinanza può essere erogata anche mediante gli strumenti ordinariamente in uso per il pagamento delle pensioni.
L’attuazione di tale disposizione, tuttavia, non è immediata, essendo rimessa all’adozione di un apposito decreto del Ministro del Lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro dell'Economia e delle finanze, da emanarsi entro sei mesi dall’entrata in vigore della legge di conversione".
Ultima postilla chiarisce il ruolo dell'istituto "compete inoltre all’INPS il monitoraggio delle erogazioni del Rdc e degli incentivi".
Da qui si spiega la caccia ai furbetti che ha permesso di svelare in queste settimane chi aveva già ottenuto l'erogazione ma nello stesso tempo lavorava in nero.
Roberto Chifari IlGiornale
Condannata per abuso d’ufficio e falso l’ex assessore Marcianò
Martedì, 09 Luglio 2019 08:57 Pubblicato in Reggio CalabriaReggio Calabria. L’ex assessore ai Lavori pubblici del Comune, Angela Marcianò, é stata condannata ad un anno di reclusione (pena sospesa) con l’accusa di abuso d’ufficio e falso ideologico
La sentenza é stata emessa dal Gup di Reggio Calabria, Giovanna Sergi, a conclusione del processo col rito abbreviato.
La vicenda giudiziaria in cui é stata coinvolta l’ex assessore Marcianò riguarda l’affidamento in gestione dell’ex albergo Miramare, immobile storico di proprietà del Comune di Reggio Calabria, ad un imprenditore privato.
La pubblica accusa, rappresentata in aula dal pm Walter Ignazitto, aveva richiesto per la Marcianò la condanna a dieci mesi di reclusione.
Nella stessa vicenda sono coinvolti il sindaco, Giuseppe Falcomatà; il vice sindaco Armando Neri; gli assessori Armando Muraca, Giuseppe Marino, Nino Zimbalatti e Saverio Anghelone; il segretario generale del Comune Giovanna Acquaviva; l’ex assessore all’Urbanistica Agata Quattrone e le dirigenti comunali Patrizia Nardi e Luisa Spanò.
Per loro, che hanno scelto il rito ordinario ed ai quali vengono contestati gli stessi reati per i quali era imputata Angela Marcianò, il processo é stato fissato per il prossimo mese di settembre.
L’inchiesta era partita dall’affidamento da parte dell’Amministrazione comunale dell’immobile che ospitava un tempo l’albergo Miramare all’imprenditore Paolo Zagarella, ritenuto uno dei sostenitori elettorali del sindaco Giuseppe Falcomatà.
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"Lande desolate", chiesto rinvio a giudizio per Oliverio, Adamo e Bruno Bossio
Martedì, 09 Luglio 2019 08:20 Pubblicato in CalabriaCatanzaro - La Procura della Repubblica di Catanzaro ha chiesto il rinvio a giudizio del presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio, accusato di abuso d'ufficio e corruzione.
La richiesta riguarda l'inchiesta "Lande desolate" su alcuni appalti gestiti dalla Regione Calabria.
Dall'inchiesta sono emersi presunti illeciti, in particolare, nella gestione da parte della Regione Calabria degli appalti riguardanti l'aviosuperficie di Scalea, l'ovovia di Lorica e il rifacimento di Piazza Bilotti, l'unica delle tre opere pubbliche che é stata portata a termine.
L'inchiesta, nel dicembre 2018, aveva portato al'emissione a carico di Oliverio di un provvedimento di obbligo di dimora a San Giovanni in Fiore, dove risiede, poi revocato dalla Corte di cassazione.
Il rinvio a giudizio é stato chiesto anche per l'ex vicepresidente della Regione Calabria, Nicola Adamo, e per la moglie di quest'ultimo, Enza Bruno Bossio deputata del Pd, accusati di corruzione.
L'udienza preliminare é stata fissata per il 17 ottobre.
Tra gli indagati nell'inchiesta ci sono anche l'ex sindaco di Pedace (Cosenza), Marco Oliverio, e l'imprenditore Giorgio Ottavio Barbieri.
Quest'ultimo, secondo l'accusa, avrebbe beneficiato di trattamenti di favore da parte della Regione Calabria in relazione alla realizzazione delle tre opere pubbliche oggetto dell'inchiesta, ottenendo stati d' avanzamento ed i relativi finanziamenti cui non avrebbe avuto diritto.
Martedì, 09 Luglio 2019 07:58
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