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Redazione TirrenoNews

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Il pm Luigi Patronaggio non condivide la decisione della gip Alessandra Vella sulla scarcerazione di Carola Rackete.

Così la procura di Agrigento ha già preparato il ricorso contro la messa in libertà della comandante della Sea Watch 3.

 

 

Carola era stata arrestata a fine giugno a Lampedusa, per aver violato le leggi italiane (decreto Sicurezza bis) e per non aver rispettato lo stop della Guardia di Finanza (speronando addirittura la motovedetta).

La capitana era così entrata in porto con 42 migranti a bordo.

Il ricorso per Cassazione - rivelano ambienti giudiziari - sarà depositato nei prossimi giorni. Intanto è atteso per giovedì, 18 luglio, l'interrogatorio della giovane che, questa volta non riguarderà l'arresto ma l'inchiesta parallela per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e la violazione del codice di navigazione.

L'avviso di garanzia le era stato notificato il giorno prima del suo arresto.

15 Luglio 2019

Un cittadino marocchino è stato arrestato dalla polizia in flagranza dopo che per due volte ha prima minacciato la vicina di casa, poi ha preso a calci e pugni la sua porta e anche i poliziotti intervenuti per calmarlo.

 

 

Su di lui pende anche una denuncia a piede libero per minaccia aggravata

Catanzaro. In manette è finito un cittadino marocchino, E. A. di 61 anni, arrestato dagli uomini della volante del capoluogo intervenuti due volte in poco tempo in via Isonzo dopo che l’uomo si era scagliato per la prima volta contro la vicina di casa inveendo contro la donna e minacciandola.

La polizia ha scoperto che il sessantunenne, noto per numerosi precedenti di polizia, anche specifici e sottoposto agli arresti domiciliari per altri fatti, si sarebbe scagliato contro la vicina, continuando le minacce anche alla presenza degli agenti.

Una volta riportata la calma, la polizia si è allontanata, ma poco dopo è arrivata una seconda telefonata di aiuto al 113 dal momento che lo stesso cittadino marocchino stava colpendo a calci e pugni la porta della vicina.

A quel punto la polizia è tornata nell’appartamento, dove ha trovato l’uomo nel piazzale della palazzina mentre urlava e minacciava di morte la donna.

Gli agenti si sono avvicinati all’uomo per bloccarlo, ma lui ha opposto subito resistenza colpendoli con calci e pugni, pertanto è stato necessario l’uso delle manette.

Condotto negli Uffici della Questura, dopo i necessari adempimenti, l’uomo è stato arrestato e su disposizione del P.M. di turno è stato trattenuto nella Camera di Sicurezza, in attesa del giudizio per direttissima per rispondere dei reati di evasione, resistenza, violenza e minaccia a Pubblico Ufficiale, rifiuto di declinare le proprie generalità.

Su di lui pende anche una denuncia a piede libero per minaccia aggravata a seguito della querela sporta dalla parte offesa.

Quicosenza

La vignetta satirica di Staino, storico vignettista dell’Unità, apparsa sulla Stampa di Torino, mi spinge a scrivere questo artico.

La vignetta è contro il Ministro Matteo Salvini. Poverino!

Viene preso a pesci in faccia da tutti e lo scontro nel Governo si accende sempre di più.

Ormai Lega e Movimento 5 Stelle sono ai ferri corti, la tensione è alle stelle. Salvini sbraita, insulta, ma poi ripete come un mantra che il Governo non cadrà, durerà altri quattro anni perché ci sono tante altre cose da fare.

Salvini non farà cadere il Governo perché ha tanta paura, ha capito che dalle Camere potrebbe uscire un altro Governo a lui ostile.

E’ uno che se la canta e se la suona e i porti, malgrado i proclami, sono aperti e le strade sono piene di migranti che spacciano o chiedono l’elemosina, e lui passa ore ed ore a litigare con tutti perfino con la Capitana della Sea Watch che lo ha preso a pernacchie. Salvini è deludente, fa il duro con le O.N.G. e con gli scafisti, ma poi cala le mutande per un Fico. Sono lontano anni luce culturalmente e politicamente da Matteo Salvini, ma questa volta voglio prendere le sue difese non richieste. La vignetta di Staino mi ripugna, è una schifezza, è una pagina di vergogna politica. Quella vignetta fa schifo, non fa ridere nessuno.

Peccato che fino ad ora nessuno si sia indignato contro questo schizzo di rara violenza. Ai miei tempi era vietato criticare Mussolini. Mussolini non si tocca, chi lo tacca va alla fossa.

Ora in Italia è solo vietato parlare male di Carola, della Sea Watch, dei migranti, delle O.N.G., di Obama, della Merkel, dei trina ricciuti, degli agitprop comunisti, ma è permesso, anzi quasi doveroso sparare a zero sui cattivi politici di destra e su Trump in particolare.

E non è la prima volta che Salvini è stato fatto oggetto di satira. Vauro lo ritrasse che si sparava un colpo alla testa. Sui muri e sui pali di Pavia apparvero adesivi con l’immagine di Salvini impiccato a testa in giù come Mussolini a Piazzale Loreto.

Questo tipo di campagna di odio contro un leader politico che non mi piace, che non amo, che mai ho votato e voterò, non sembra per ora averne affossato il consenso. Anzi, secondo gli ultimi sondaggi, la Lega viaggia al di sopra del 40%. Mi dispiace dirlo, ma questa volta Staino ha esagerato. Salvini impiccato e Di Maio che esulta e festeggia.

Impiccato poi con la coroncina del Santo Rosario! Che schifo! Usare il rosario per impiccarsi è corretto? O è scorretto solo mostrare Salvini col Rosario in mano mentre arringa la folla plaudente? Di Maio esulta:- San Gennaro mi ha fatto ‘o miracolo!-

E il miracolo sarebbe l’impiccagione di un uomo, di un padre di famiglia con due figli, di un uomo politico, di un Vice Presidente del Consiglio e di un Ministro degli Interni. Gli avversari politici non si combattono in questo modo.

Nella vignetta c’è tanta volgarità, tanta cattiveria, tanto odio.

E poi usare il Rosario come cappio. Il Rosario, per chi crede, si usa per pregare. Punto.

E poi il miracolo: l’impiccagione di un uomo. Peccato grave, gravissimo. Si va direttamente all’inferno.

Mi ricordo che una volta quando un uomo si toglieva la vita per lui erano vietate tutte le funzioni religiose in chiesa, perché aveva rovinato e perso un dono che Dio ci ha dato.

La vita, dunque, è un dono di Dio e tutti, nessuno escluso, hanno il dovere di amarla. Sempre.

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