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Quando uno per bugiardo è conosciuto………di Francesco Gagliardi
Giovedì, 18 Luglio 2019 06:28 Pubblicato in Storia locale della CalabriaAmici, sono sicuro che voi conoscete la famosa favoletta di Esopo: Al lupo, al lupo!
Quando insegnavo nelle scuole elementari la facevo prima leggere ai miei marmocchi, poi la commentavo e infine facevo scrivere un breve Dettato con questa dicitura finale :- Quando uno per bugiardo è conosciuto, anche se dice il vero non è creduto -.
E’ una delle favole più conosciute e anche le mamme la raccontano ai loro pargoletti perché contiene una morale:- Non bisogna mai dire bugie- e i bambini spesso le dicono per nascondere le loro marachelle commesse.
Quante volte nella vita quotidiana ci viene detto :- Non dire bugie, perché se qualche volta dirai la verità, nessuno ti crederà.-. Non è forse capitato anche a voi qualche volta? I politici, invece, se ne fottono.
Dicono bugie ogni santo giorno. Ormai ci hanno fatto il callo.
Vogliono prenderci sempre per i fondelli.
Il pastorello della favola per ben due volte ha preso in giro gli abitanti del villaggio facendo loro credere che un lupo era giunto nel villaggio pronto a sbranare pecore e capre. Era una burla. Ma quando venne davvero il lupo gli abitanti non si mossero dalle loro case e il lupo potette quindi fare indisturbato stragi di pecore e agnellini.
Il Direttore de “Il Giornale” nel suo editoriale di ieri ha paragonato il Premier Conte e i Vice Premier Di Maio e Salvini al pastorello bugiardo e burlone e noi cittadini italiani agli abitanti del villaggio creduloni e vittime.
Ogni giorno i giornali, i telegiornali, i talk show, i politici trombati che sono in crisi di astinenza di poltrone, ci dicono che siamo alla fine dell’alleanza tra Lega e Movimento 5 Stelle e fanno circolare una data fatale, 29 settembre, giorno in cui gli italiani saranno chiamati alle urne.
La crisi del Governo c’è davvero, è in atto. Conte accusa Salvini, Salvini accusa Conte. Di Maio e Di Battista accusano Salvini e Salvini risponde per le rime. Questi deve presentarsi in Parlamento e dire cosa sa dei rubli arrivati alla Lega dalla Russia di Putin.
Salvini predica prudenza e pazienza e dice che non si presenterà in Parlamento perché non ha nulla da dire, non sa nulla dei presunti soldi che, secondo gli avversari politici che scalpitano per prendere il suo posto e chiedono le dimissioni da Ministro, sono arrivati alla Lega.
I toni usati dagli amici alleati lo hanno infastidito e chiede, quindi, maggiore serietà e sincera lealtà, e li invita a smettere di insultarlo quotidianamente.
Ripete come un mantra che lui non vuole la crisi, che non vuole arrivare alla rottura per i soldi che lui non ha chiesto, non ha visto e non ha ricevuto.
Anche noi normali cittadini di questa Italia ci abbiamo fatto il callo alle false minacce, agli insulti, ai dispettucci, agli ultimatum che a giorni alterni si scambiano e ogni volta vogliono farci credere che siamo alla fine dell’alleanza politico giallo verde.
Minacciano, insultano, chiedono Commissioni di Inchiesta, così la gente parla di queste scaramucce per nascondere i veri problemi che affliggono l’Italia e gli italiani.
E’ uno escamotage. Come gli abitanti del villaggio ci abbiamo creduto per un poco, ora anche noi non ci crediamo più. Siamo stati presi in giro diverse volte e loro hanno riso a crepapelle come il pastorello burlone.
E non crediamo neppure che la Lega e il Movimento 5 Stelle siano in grado di fare quello che hanno promesso durante la campagna elettorale del marzo dello scorso anno e quello che hanno firmato nel famoso contratto. E’ ormai carta straccia.
E allora c’è da sperare che il lupo arrivi davvero e al più presto. Non so quale faccia avrà.
Forse la faccia sorridente di un Monti con indosso un nuovo loden anche se siamo in piena estate,la faccia triste di una nuova Fornero che piange perché ha pugnalato i lavoratori che avrebbero dovuto andare in pensione, la faccia feroce di un magistrato che si occupa di politica tralasciando le inchieste e le stesure delle sentenze, la faccia furba di un Franceschini o di un Gentiloni in crisi di astinenza di poltrone che brigano sotto sotto a una possibile maggioranza alternativa Movimento 5 Stelle - Pd, Mattarella permettendo.
Cetraro.. Una donna di 35 anni di Montalto Uffugo (Cosenza) è morta nell'ospedale di Cetraro, sulla costa tirrenica cosentina, a seguito di una complicazione seguita al parto.
Si chiamava Santina Adamo, era una mamma di 36 anni, ed è morta oggi all‘ospedale Iannelli di Cetraro.
La donna villeggiava a Fuscaldo con la famiglia, quando si è recata in ospedale per partorire.
Secondo quanto si è appreso, subito dopo il parto naturale, andato bene, la donna avrebbe avuto una forte emorragia e poco dopo è morta.
A provocare l’emorragia, potrebbe essere stata una lacerazione vaginale, comunque medicata.
Successivamente al parto, la donna è stata trasferita in corsia, dove avrebbe anche comunicato con i familiari, e solo un paio di ore più tardi si sarebbe sentita di nuovo male.
Portata in sala operatoria, i medici avrebbero tentato in tutti i modi di salvarla.
L'emorragia, però, non le ha dato scampo, e i sanitari hanno dovuto constatarne il decesso.
L’emorragia post-partum è una complicanza molto pericolosa, che può verificarsi durante o dopo l’ultima fase del parto. Purtroppo, può essere fatale per la mamma, come dimostrano anche altri casi simili avvenuti negli scorsi anni.
I familiari hanno sporto denuncia ai carabinieri. Saranno le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Paola, a chiarire l'esatta dinamica dei fatti.
La donna era già madre di un altro bimbo di tre anni.
Sequestrati oltre 270 kg di cocaina purissima al porto di Gioia Tauro.
Mercoledì, 17 Luglio 2019 18:09 Pubblicato in Basso TirrenoNuovo importante colpo messo a segno dai militari del Comando Provinciale Reggio Calabria in sinergia con l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di Gioia Tauro, con il costante coordinamento della Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, diretta dal Procuratore Giovanni Bombardieri.
In un container trasportante cotone in transito nello scalo calabrese, proveniente dal Guatemala e avente come destinazione finale Valencia, sono stati individuati e sequestrati 270 chilogrammi di cocaina suddivisi in diversi cartoni di ananas i quali avrebbero fruttato, una volta tagliati fino a 4 volte ed immessi sulle piazze di spaccio italiane ed europee per la vendita al dettaglio, circa 55 milioni di euro.
Attraverso una complessa attività di indagine eseguita tramite analisi di rischi e riscontri fattuali da parte della Guardia di Finanza su 2000 contenitori provenienti dal Sud America e supportata dalle sofisticate apparecchiature scanner in dotazione all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, è stato possibile selezionare il container positivo contenente il prezioso oro bianco, occultato tra la merce lecitamente trasportata e pronto per essere recuperato dai destinatari del carico.
Le fiamme gialle reggine ed i funzionari doganali non abbassano la guardia svolgendo quotidianamente, in stretta sinergia e con la costante direzione della Procura della Repubblica, un’intensa attività di controllo sulle merci in arrivo o in transito per rendere sempre più efficace la lotta al traffico internazionale di cocaina per il quale, nonostante i numerosi sequestri effettuati, viene ancora utilizzato anche il porto di Gioia Tauro.
Lo sforzo profuso dai militari è massimo ed è volto a limitare una vera e propria piaga sociale che ha costi elevatissimi e che non accenna a diminuire.