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Riceviamo e pubblichiamo:

Continua, senza sosta, l'attività del gruppo consiliare "Progetto Longobardi".

Sotto i riflettori della minoranza è l'incuria della montagna.

"Non è accettabile che la maggioranza rimanga inerte di fronte al degrado e all'abbandono in cui versa, da anni, questo importante patrimonio naturale".

E' quanto dichiarano i consiglieri di minoranza Nicola Bruno e Franco Cicerelli. "Longobardi -prosegue il capogruppo Bruno- è conosciuto come luogo di grande pregio naturalistico, non solo per il mare, ma anche per le risorse montane e la pineta, in particolare.

La montagna, tuttavia, in questi anni, non solo non è stata valorizzata, ma è stata totalmente privata di qualsivoglia manutenzione, anche semplicemente ordinaria.

E' una montagna completamente dissestata.

I nostri amministratori non solo non sono capaci di politiche di sviluppo ma non riescono neppure a garantire adeguati livelli di sicurezza nè la viabilità interna, compromessi dalla presenza di numerose pietre e massi sul manto stradale nonchè da buche e vere e proprie voragini di asfalto.

Anche per i pellegrini diventa difficile raggiungere il luogo del martirio di Arcangela Filippelli.

E come se non bastasse, è da più di un decennio, che i longobardesi attendono, da questa amministrazione, che si cela dietro le lungaggini burocratiche, la bonifica della vecchia discarica di rifiuti, che costituisce un grave rischio per la salute umana e l'ambiente".

Dulcis in fundo: "non è difficile -conclude il consigliere Bruno- che il passante incappi in una sorgente d'acqua non potabile.

E' questa l'idea di turismo montano?".

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Si è da poco conclusa l’ottava edizione della Settimana della Cultura Calabrese di Camigliatello Silano organizzata dall’Universitas Vivariensis, che quest’anno aveva come tema”Conoscere, studiare e raccontare la Calabria è già cambiarla”

 

Nella serata conclusiva lo scrittore ed editore Demetrio Guzzardi ha presentato in anteprima nazionale il suo libro “Paolo Giovannini, da boxer a pastore evangelico”.

Nel libro edito da progetto 2000 , si racconta di un servo di Dio che nel 1966 lasciò Roma, sua città natale, per fondare a Cosenza la Chiesa cristiana evangelica pentecostale Bethel.

Aveva solo 29 anni quando lasciò una carriera nella box, un’ autofficina bene avviata, la famiglia, gli amici e divenne missionario. Guzzardi racconta di come la fede abbia trasformato questo ministro di Dio da giovane spericolato e attaccabrighe ad uomo mite e ben disposto con tutti.

Nel libro il contesto in cui maturò la sua conversione, la visione che lo portò in Calabria, i miracoli di cui è stato tramite e protagonista e le prove che hanno invano cercato di ostacolarne l’opera. La più difficile la morte della prima moglie Lidia, quando ancora era una giovane mamma di due bambini.

Ma Giovannini ha ricordato al numeroso pubblico intervenuto quanto i piani di Dio siano imprevedibili e meravigliosi, e come sia sempre più difficile trovare chi sia disposto ad allinearvisi a costo di lasciare tutto per Cristo.

Nel calendario degli appuntamenti la cerimonia di consegna del Premio Franco Locanto a cura del Centro studi calabrese «Cattolici socialità politica».

In questa terza edizione è stato conferito a Giacinto Mannarino, sindaco di Longobardi (Cs)a cura del Centro studi calabrese «Cattolici socialità politica» il premio Franco Locanto.

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Giorno 30 settembre ore 18.00 presso l’Hotel Gaudio sulla SS18 in Longobardi sarà presentato il libro di Marco Esposito “Separiamoci” con prefazione di Pino Aprile.

I saluti saranno porti da Franco Gaudio , già sindaco di Longobardi.

Sarà presente l’autore Marco Esposito, giornalista e scrittore.

Interverranno i sindaci del comprensorio e Pierluigi Peperoni Segretario nazionale della Unione Mediterranea

Modererà il dibattito Franco gallo conduttore di Sottosopra

Separiamoci grida che “Da oltre vent’anni in Italia qualsiasi scelta viene presa in base all’interesse di una sola parte del Paese.

Nel Mezzogiorno prima sono sparite le banche, poi le grandi aziende, adesso si riducono strutture sanitarie, autobus, treni e presto saranno a rischio scuole e università.

Si è arrivati a raccogliere tasse al Sud per investirle al Nord.

In compenso abbiamo i veleni degli scarichi industriali.

Per quanto tempo saremo disposti a sopportare?

Quanti figli dovremo accompagnare in ospedale o alla stazione prima di reagire?

O l’Italia cambia registro e guarda a se stessa come a un solo meraviglioso giardino da coltivare con la medesima cura, oppure separiamoci, consensualmente.

Certo, far nascere un nuovo Stato richiede una straordinaria forza di volontà, spregiudicatezza, capacità di osare.

Ma forse è proprio questo che serve: credere in se stessi, tornare a sognare.”

Pino Aprile scrive che “ Separiamoci elenca tutte le ragioni che potrebbero rendere inevitabile il ritorno a un Sud indipendente; e spiega come farlo bene, se quelle ragioni continueranno a essere ignorate”.

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