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Tutti i tesserati del circolo di Longobardi e della sezione Michelina De Cesare di Lamezia Terme lasciano il Partito del Sud.

In tutto trenta persone circa. Non poche per un partito agli inizi del suo percorso politico.

La goccia che ha fatto traboccare il vaso, come si suol dire, è stata la decisione di non rinnovare la tessera al responsabile provinciale di Cosenza Franco Gaudio, a causa ritardo nel versamento della somma per il rinnovo annuale.

Questa la versione ufficiale.

E' evidente che una sciagurata decisione di questo tipo nasconde qualcos'altro, soprattutto se si tiene conto di chi è Franco Gaudio.

Ex Sindaco di Longobardi e personaggio politico della zona molto apprezzato, che in questi ultimi anni ha lavorato seriamente facendo conoscere il PdSud attraverso iniziative che hanno riscosso un discreto successo.

Decine gli incontri e le iniziative promosse e gestite da Franco Gaudio e da Franco Gallo coordinatore per la provincia di Catanzaro.

Gaudio è stato uno degli artefici lo scorso 2013, proprio a Longobardi, della prima due giorni dedicata al dibattito di approfondimento sul sud e sulla Calabria in particolare.

Parliamo del Sud Project Camp un’associazione avente come obiettivo quello di far incontrare persone, artisti, associazioni, aziende e movimenti, attorno al tema sud e che punta a facilitare la nascita di reti utili a competere su tutto il territorio nazionale e non solo nazionale.

Il motivo reale del mancato rinnovo della tessera, sembra essere stata invece la contestazione che Franco Gaudio e Franco Gallo, hanno fatto per l'inadeguata conduzione del partito in Calabria.

Ed infatti tutti i dimissionari hanno voluto sottolineare che le cause che hanno determinato tale decisione non devono essere ricercate solo nel mancato rinnovo di una tessera, come scrivono nello stesso documento, ma su come viene condotto il partito.

Per i dimissionari, cioè, la mancata crescita pur in presenza di un progetto valido e condivisibile è la prova che evidentemente non la direzione non è all'altezza del compito.

La conferma della inconsistenza della direzione è rilevabile secondo i dimissionari proprio dalla ricerca di una giustificazione quale il ritardo nel pagamento della tessera, la conferma che il Partito del Sud ha una dirigenza preoccupata di mantenere i propri inconsistenti ruoli invece che avere una visione finalizzata all'interesse generale del partito e del Sud ed al suo sviluppo quale necessario ed indispensabile movimento meridionalista finalizzato alla tutela dello stesso SUD.

Pubblicato in Longobardi

Non mi faccio mettere in croce, né mi lascio friggere, sembra dire Scopelliti con il suo annuncio di dimissioni in massa e con il conseguente ritorno alle urne entro giugno.

Praticamente una soluzione invocata da tutti, e soprattutto dal PD.

Qualcosa non torna.

Bisognerebbe esser dentro per meglio capire a chi sta parlando Scopelliti con questa scelta.

Una sola cosa sembra certa e cioè che il governatore non ci sta.

Non ci sta quando afferma che «Ad oggi non è emerso un solo elemento probatorio che consenta di individuare la certezza della mia responsabilità. Credo che ci siano anche delle riflessioni da fare. Ho firmato gli stessi atti che ha firmato il sindaco facente funzione che mi ha sostituito», sibillinamente chiedendo come mai solo lui sia stato giudicato.

Non ci sta quando ha commentato la decisione del collegio giudicante, parlando di una «sentenza clamorosa», che considera «un messaggio inquietante per tutti coloro che rivestono una carica istituzionale».

Non ci sta quando sussurra «Non gioisca il centrosinistra rispetto a queste scelte e a queste sentenze perché non vince la politica»

Certo resta da cambiare la legge regionale sul numero dei consiglieri regionali stabiliti in 30 dalla legge e confermati dalla Corte costituzionale . occorre approvare immediatamente la nuova legge.

E comunque Scopelliti resta incandidabile, come Berlusconi.

Anche alle europee: sarebbe ben strano una sentenza che vieta in Italia e permette in Europa.

Che significa allora quel «Torneremo, non ci arrendiamo», che Scopelliti ha dichiarata davanti a palazzo Alemanni, dove si è svolto il vertice politico che ha assunto la decisione?.

Già! A chi sta parlando l’ormai ex governatore Scopelliti?

Pubblicato in Calabria
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